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Con la crisi gli hotel valgono meno I gruppi stranieri pronti all'assalto

Tanti imprenditori hanno deciso di non riaprire nemmeno dopo l'emergenza e sono già parecchie le richieste di gruppi d'investimento che vorrebbero acquistare gli immobili a prezzi di saldo. Primo obiettivo quelli di Roma.

 
22 giugno 2020 | 11:33

Con la crisi gli hotel valgono meno I gruppi stranieri pronti all'assalto

Tanti imprenditori hanno deciso di non riaprire nemmeno dopo l'emergenza e sono già parecchie le richieste di gruppi d'investimento che vorrebbero acquistare gli immobili a prezzi di saldo. Primo obiettivo quelli di Roma.

22 giugno 2020 | 11:33
 

La caccia grossa è già partita: gli alberghi di Roma sono finiti nel mirino dei grandi gruppi d’investimento internazionali che, approfittando della crisi generata dal Covid 19, hanno già mosso i primi passi nella capitale nel tentativo di accaparrarsi alcuni immobili. L’occasione per chi ha denaro contante da spendere, è ghiotta: la carenza di turisti ha convinto tanti albergatori a non alzare ancora la saracinesca (alcuni lo faranno probabilmente solo dopo l’estate), altri lo hanno fatto, ma i fatturati troppo deboli stanno in alcuni casi mettendo a rischio le loro attività. In tanti, per la paura di non farcela, potrebbero essere allettati dalle sirene di chi, da fuori, arriva con offerte Il valore degli immobili rischia di scendere.

Poche camere occupate in queste settimane negli hotel - Hotel, la crisi fa crollare il valoreI gruppi stranieri pronti all'assalto

Poche camere occupate in queste settimane negli hotel

Solo nella città di Roma, secondo un recente Rapporto di World Capital, PKF hotelexperts e Confindustria Alberghi, il valore degli immobili che ospitano i 1.200 alberghi della città (per 9.400 stanze), si aggira intorno ai 12 miliardi di euro. Un segmento in cui lavorano 250mila persone. Nel giro di pochi mesi, la tempesta del covid potrebbe far crollare il valore di tanti di questi immobili. «La situazione è ora drammatica – spiega Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma – Al momento solo un quarto delle strutture alberghiere ha riaperto, visto che i costi sono troppo alti e senza clientela non si possono sostenere le spese di gestione e del personale».

Il timore è che, avanti di questo passo, in meno di un anno il 40% delle aziende potrebbe addirittura non esistere più. Scenari probabilmente fin troppo catastrofici, ma è proprio qui che si inseriscono le tante offerte di gruppi stranieri che stanno arrivando ai proprietari d’albergo, ridotti con l’acqua alla gola anche per effetto di mancati aiuti dello Stato, per l’acquisto delle loro attività a prezzi di molto inferiori, rispetto al valore attuale. L’ipotesi di una riduzione dell’Iva – per quanto temporanea – cui sta lavorando in questi giorni il Governo è ancora lontana per ridare fiducia agli imprenditori.

Nel frattempo, un hotel su 3 tra quelli che hanno riaperto i battenti, sta concentrando la sua attività sui clienti romani. Via gli stranieri e con pochi turisti italiani per le strade della capitale, l’imperativo è quello di “riciclarsi”, ampliando la propria offerta, con piscine e terrazze per serate e aperitivi o altre iniziative che non prevedano il pernottamento. Per tanti una scelta obbligata, anche considerando il fatto che secondo le previsioni, quella appena iniziata sarà un’estate particolarmente critica, dal punto di vista del turismo, soprattutto per le città d’arte, che potrebbero soffrire più di altre località di villeggiatura, tutte le costrizioni che derivano dalla situazione creatasi con l’emergenza coronavirus.

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