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Sala e Cucina, no alle invidie Unite per un unico scopo

di Marco Reitano
presidente Noi di Sala
 
21 novembre 2017 | 08:47

Sala e Cucina, no alle invidie Unite per un unico scopo

di Marco Reitano
presidente Noi di Sala
21 novembre 2017 | 08:47
 

L'ora di sfatare la credenza per la quale tra Cucina e Sala non corra buon sangue è arrivata. Oggi ognuno è conoscio del suo ruolo e sa di dover rispettare quello degli altri per un funzionamento ottimale dell'attività.

Esiste nell’immaginario comune una fantasiosa interpretazione delle dinamiche di lavoro in un ristorante. La questione riguarda il tanto discusso rapporto tra cuochi e camerieri, tra cucina e sala. Beh, scrolliamoci di dosso questo falso mito che attanaglia appassionati avventori, critici, e a volte anche l’operatore professionale che si avventura in questo settore. La ristorazione moderna, e ancor più quella di livello, vede impiegati più professionisti con compiti ben precisi e comune obbiettivo di successo di pubblico. Non esistono problematiche di prime donne almeno quanto possano esisterne in qualsiasi altra azienda. L’immagine di cuochi che tirano coltelli o camerieri che spaccano bottiglie nell’intento di far prevalere una figura sull’altra è un cliché vecchio e obsoleto.

(Sala e Cucina non vivono di invidie Uniti verso un obiettivo comune)

In altri settori commerciali nessun consumatore o critico perde tempo o immaginazione ad interpretare il rapporto esistente ad esempio tra il direttore di produzione e il direttore vendite di un’azienda di beni di consumo. Vorrei far punto su questo: come in tutte le aziende, i professionisti collaborano fra loro, condividono gli obiettivi, i successi e gli insuccessi, e hanno attitudine al lavoro sotto stress. Spesso si è usata la parola “famiglia” per il personale che compone un ristorante, pensando forse alle tante ore che si passano assieme, in modo assolutamente anacronistico. Purtroppo lavorare al ristorante impegna la gran parte della giornata, sì. Dedichiamo tutti poco tempo alla famiglia ma lo facciamo, terminato l’orario di lavoro.

(Sala e Cucina, no alle invidie Unite per un unico scopo)

Essere dei professionisti vuol dire anche questo: saper accettare il sacrificio che implica un certo tipo di lavoro, amarlo e in qualche modo “tutelarlo”. La nostra associazione dedica molto spazio alla formazione poiché formare bene un professionista vuol dire anche motivarlo, fargli capire il peso del suo ruolo all’interno del team di sala, investirlo di responsabilità e valorizzare il suo contributo nella visione di insieme. Non è solo la mancanza di errori che fa ottimo un servizio ma anche l’affiatamento del team, la collaborazione e l’armonia tra tutte le parti.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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