Il momento d’oro della pizza ha favorito la buona riuscita della 3ª edizione del Congresso Mondiale dei Pizzaiuoli Napoletani. Equilibrio tra innovazione e tradizione, il tema portante sul quale si è discusso.
Ad organizzare il workshop, Antonio Sorrentino e Clelia Martino per
Rossopomodoro; a moderarlo Luciano Pignataro, giornalista del food per il Mattino e blogger del noto “Luciano Pignataro Wine Blog”. Nutrita la presenza di pizzaiuoli da tutto il mondo “Pizza” e dei maestri pizzaiuoli impegnati nella 17ª Edizione del Trofeo Caputo.
Il presidente di Rossopomodoro
Franco Manna nella veste di padrone di casa ha aperto il dibattito “Tradizione e innovazione, punto e a capo”. «In questi ultimi 30 anni - ha detto - qualcosa è cambiato, l’arte è sempre la stessa. Ma se in passato il gradimento di una pizza e il consenso per il suo pizzaiolo dipendevano solo dall’esperienza di “gusto” della gente (o era buona oppure no, e questo bastava per giudicarla e giudicare il pizzaiuolo) oggi con la comunicazione 3.0 e l’importanza dei social la pizza ha iniziato una nuova strada volta anche al consenso estetico, creativo. Tutto questo impone di offrire una pizza bella, divertente, sorprendente e a volte anche folle».
Oggi non basta sapere se piace, oggi ci vuole anche il famoso “mi piace”. In conseguenza di questo epocale cambiamento culturale, la domanda che si è posta oggi al congresso è: c’è il rischio di un’innovazione esasperata con la conseguenza di perdere l’identità della pizza e della sua arte? O forse dovrebbe essere proprio l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani a guidarci verso il giusto equilibrio?
I relatori che hanno partecipato all’incontro oltre Franco Manna, fondatore e presidente di Rossopomodoro sono stati Antimo Caputo, ad dello storico Mulino Caputo, Sergio Miccù presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Enrico Famà fondatore Accademia Pizzaioli, Antonio Sorrentino chef-executive Rossopomodoro e i Maestri Pizzaioli Gino Sorbillo, Enzo Coccia, Diego Vitagliano, Davide Civitiello, tutti esponenti della pizza tradizionale e innovativa.
Il tema è risultato subito interessante per tutti i presenti creando un dibattito su varie argomentazioni diversamente bilanciate tra tradizionalismo e sperimentazione.
Difficile porre un termine assoluto. La pizza è frutto di un lavoro artigianale influenzata dalla visione soggettiva e dalla creatività dell’artigiano oltre che dalle tendenze di consumo. Vero è, però, che tutti riconoscono nell’idea di un giusto equilibrio tra i due aspetti la soluzione vincente per fare in modo che l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani sia sempre la bandiera da portare alta in Italia e nel mondo intero.
Questo, probabilmente, era il vero obiettivo del grande evento organizzato da Rossopomodoro e aperto a tutti i pizzaiuoli napoletani e non solo a quelli della sua “scuderia”: Creare una coscienza professionale ancora più forte, sia individuale che di categoria, rinnovare l’orgoglio del
riconoscimento mondiale appena ricevuto a dicembre 2017 e soprattutto aprire una strada verso nuove prospettive che diano sempre più importanza alla bella tradizione partenopea.
foto: Il Mattino