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Dieta mediterranea A Foggia il primo Centro studi

 
04 dicembre 2017 | 16:28

Dieta mediterranea A Foggia il primo Centro studi

04 dicembre 2017 | 16:28
 

Con un protocollo d'intesa firmato oggi, nasce ufficialmente a Foggia il primo Centro studi internazionale della Dieta mediterranea, con lo scopo di promuovere il modello alimentare, dal 2010 Patrimonio Unesco.

A sottoscrivere l'accordo d'intesa sono stati l'Università di Foggia, il Club Unesco per Foggia, l'Asl di Foggia, l'associazione Dieta mediterranea Ancel Keys - Pioppi e la Camera di commercio di Foggia. Si tratta di un polo scientifico e culturale che sarà operativamente disciplinato dal suddetto accordo - durata annuale, rinnovabile - a cui ha dato il proprio patrocinio anche la Regione Puglia - assessorato alle Politiche agricole.

(Dieta mediterranea A Foggia il primo Centro studi)

Per la promozione della Dieta mediterranea, il Centro studi internazionale si attiverà con ricerche, incontri, piani di comunicazione e campagne di sensibilizzazione. Alla conferenza stampa sono intervenuti la prorettrice dell'Università di Foggia Milena Sinigaglia, il presidente Club per l'Unesco di Foggia Floredana Arnò, il direttore generale Asl di Foggia Vito Piazzolla, il presidente dell'associazione Dieta mediterranea Ancel Keys - Pioppi Alessandro Notaro e il presidente della Camera di Commercio di Foggia Fabio Porreca.

«Questa collaborazione - ha detto Arnò - ci consentirà di presentare la Dieta mediterranea per ciò che in realtà è, ovvero un pensiero culturale che non riguarda esclusivamente chi ne fa ricorso ma anche chi vuol rinunciare, con coscienza e oggettività, allo smodato ricorso al cibo che si fa nel mondo cosiddetto "sviluppato". La Dieta mediterranea è soprattutto questo: una specie di scuola di formazione, una scuola culturale che non vuole insegnare nulla se non a guardare meglio a ciò di cui ci nutriamo, e soprattutto a come lo facciamo».

«Qui - ha detto Sinigallia - non è in discussione solo la corretta alimentazione della nostra generazione e di quelle future, ma proprio un radicale avvicendamento culturale che faccia più attenzione ai bisogni reali. Per questo sarà importante il coinvolgimento, da parte del Centro studi, delle scuole elementari e medie».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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