Orami è noto, le allergie non colpiscono solo in primavera. Con l’autunno, infatti, insieme alle temperature che calano e alle foglie che cadono, si diffondono alcuni allergeni.
In autunno proliferano l’ambrosia, la parietaria e in minor misura le graminacee
Alessandra Piona, responsabile di Medicina Generale di Humanitas San Pio X, in un articolo apparso su Humanitas Salute che pubblichiamo, spiega quali sono questi allergeni, i loro sintomi e gli esami da fare per una corretta diagnosi.
“Acari, muffe, ambrosia, parietaria…Questo è il
periodo in cui proliferano
l’ambrosia, la
parietaria e in minor misura le
graminacee, ma anche le allergie alle
muffe e agli
acari. Questi ultimi, presenti tutto l’anno, è però con l’abbassamento delle temperature dopo il periodo di caldo estivo che si diffondono maggiormente, mentre le muffe aprono le loro spore con il caldo e le diffondono nell’aria fino all’autunno.
Si tratta di allergie che possono presentarsi prevalentemente con
disturbi respiratori simili a un forte
raffreddore persistente, ma da non sottovalutare. Una diagnosi corretta, specie se il “raffreddore” si ripresenta ogni anno in questo periodo, è importante per valutare a quali allergeni si è allergici e porvi rimedio, evitando che i sintomi si ripresentino.
Quali sono i sintomi?I sintomi delle allergie autunnali sono comuni a quelli dell’allergia primaverile, o in generale delle altre stagioni:
starnuti ripetuti, naso che cola,
prurito e
congestione nasale,
lacrimazione e
fotosensibilità,
bruciore,
arrossamento e
prurito agli
occhi.
Nei casi più gravi l’allergia può sfociare in
asma allergico, ma possono essere presenti anche allergie a più allergeni, come nel caso dell’allergia all’ambrosia che spesso è associata anche ad allergie ad altri pollini o agli acari. In alcuni casi, possono insorgere le cosiddette reazioni crociate con alcuni alimenti, spesso a seguito dell’ingestione di frutta o verdura, che si manifestano come reazioni allergiche, con prurito alla gola, talvolta, gonfiore a labbra, lingua o palpebre.
Quali gli esami per la diagnosi?Con i sintomi di allergia è consigliato rivolgersi allo
specialista per effettuare gli esami per la diagnosi e successivamente intervenire con una
terapia mirata. Gli esami per la diagnosi, eventualmente anche di
allergia crociata agli
alimenti, sono eseguiti in ambulatorio con due esami specifici, il
prick test e il
dosaggio delle
IgE specifiche.
Si tratta di esami che non richiedono alcuna preparazione specifica da parte del paziente, sono indolore e rapidi nell’esecuzione. In particolare, il prick test prevede la perforazione della cute con un aghetto che permette la penetrazione di una piccola quantità di allergene sotto la cute: se dopo 20 minuti compare un ponfo rosso e caldo intorno al punto dell’iniezione, allora il paziente è sensibile all’allergene iniettato. In alcuni casi, il risultato del prick test è supportato dalla ricerca delle IgE specifiche nel sangue, esame che si effettua con un
prelievo di
sangue venoso.
”