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L'obesità è una malattia cronica. In Italia ne soffre un adulto su dieci e 1 bambino su 3

I medici in occasione della giornata mondiale che si celebra ogni anno il 4 marzo invitano l'opinione pubblica a considerare gli obesi dei malati cronici. La pandemia non ha fatto che incrementare la diffusione a causa della sedentarietà. Il Covid colpisce con una gravità maggiore proprio gli obesi. Serve una campagna di sensibilizzazione

03 marzo 2021 | 16:31
L'obesità è una malattia cronica. In Italia ne soffre un adulto su dieci e 1 bambino su 3
L'obesità è una malattia cronica. In Italia ne soffre un adulto su dieci e 1 bambino su 3

L'obesità è una malattia cronica. In Italia ne soffre un adulto su dieci e 1 bambino su 3

I medici in occasione della giornata mondiale che si celebra ogni anno il 4 marzo invitano l'opinione pubblica a considerare gli obesi dei malati cronici. La pandemia non ha fatto che incrementare la diffusione a causa della sedentarietà. Il Covid colpisce con una gravità maggiore proprio gli obesi. Serve una campagna di sensibilizzazione

03 marzo 2021 | 16:31
 

Lobesità colpisce gli italiani pesantemente. Secondo i dati dalla World Obesity Federation la malattia interessa 800 milioni di persone nel mondo, con una previsione di crescita di quella infantile del 60% nel prossimo decennio, raggiungendo i 250 milioni di bambini entro il 2030. In Italia, certifica l’Istat, l’obesità riguarda 1 adulto su 10 e 1 bambino su 3 nella fascia di età fino a 8 anni.

E non è tutto perché l’emergenza Covid fa ingrassare più di 4 italiani su dieci (44%) che sono aumentati di peso per effetto dello smart working, della chiusura delle palestre e all’attività sportiva e della tendenza a dedicare più tempo in cucina. La situazione peggiora per le persone obese, soprattutto per quelle collocate in smart working e in cassa integrazione, che nel 54% dei casi ha registrato un aumento medio di peso di ben 4 chilogrammi, secondo una ricerca della Fondazione Adi dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica. Soprattutto per questa fascia di popolazione il “lavoro agile” ha favorito l’adozione di comportamenti poco salutari, come mangiare scorrettamente e diminuire l’attività fisica.

In Itaia è un problema più diffuso di quello che si pensa - L'obesità è una malattia cronica In Italia ne soffre un adulto su dieci

In Italia è un problema più diffuso di quello che si pensa

I lockdown un problema in più
Ma l’aumento di peso è legato anche alla maggiore tendenza a cucinare per sé e per i familiari, con lo smart working che ha spostato fra le mura domestiche tutti gli intervalli del tradizionale orario di lavoro con la necessità di organizzarsi a casa per i pasti e magari anche per gli aperitivi di fine giornata. Il trascorrere delle settimane in casa ha peraltro modificato progressivamente l’atteggiamento dei consumatori nei confronti del cibo a favore del paniere “cuochi fai da te” (uova, farina, lievito, burro, zucchero, olio) per effetto della tendenza a sbizzarrirsi in cucina preparando pasta, torte, pizze e biscotti.
 
Un comportamento che ha reso necessario per molti italiani adottare un regime alimentare di recupero e “sgonfiamento” in un Paese dove peraltro più di un terzo della popolazione italiana adulta è in sovrappeso, mentre una persona su dieci è obesa (9,8%) con il 45,1% di persone dai 18 anni in avanti in eccesso ponderale secondo l’Istituto superiore di sanità.

L'obesità è una malattia cronica
Attenzione però perché quando si parla di obesità si rischia di non avere ben chiaro di che cosa si parli. Non si può identificare con un po’ di chili in più e a questo proposito gli esperti insistono sul chiarire che non si può definire “condizione”, ma malattia cronica che necessita di cure e trattamenti adeguati.

Per questo la Giornata Mondiale dell’Obesità 2021 che si celebra domani, promossa dalla World Obesity Federation, si propone di proseguire nell’impegno ad aumentare la conoscenza di questa malattia e promuovere politiche atte a prevenirla e curarla, attraverso una serie di parole chiave che racchiudono altrettanti messaggi importanti: Protection (protezione), Understanding (comprensione), Education (formazione).

Tra i pericoli principali dell’obesità ci sono le conseguenze che scaturiscano da essa: diabete tipo 2, malattie cardiovascolari come ictus e infarto, ipertensione, tumori e nell’ultimo anno sindrome respiratoria acuta grave nei casi di Covid-19 sono i principali rischi per la salute a cui vanno incontro le persone con obesità.

«L’obesità - afferma Ferruccio Santini, presidente Società Italiana dell’Obesità, Sio - è una malattia eterogenea e multifattoriale influenzata da fattori genetici, ambientali e psicologici e rappresenta un importante fattore di rischio per diverse malattie non trasmissibili, tanto che si stima che il 44% dei casi di diabete tipo 2, il 23% dei casi di cardiopatia ischemica e fino al 41% di alcuni tumori siano attribuibili all’eccesso di peso. Le persone con obesità sono costantemente discriminate per la loro malattia, questo perché molti, compreso le autorità sanitarie, i medici, i media e l’opinione pubblica non comprendono che l’obesità è una malattia cronica, considerandola semplicemente come una mancanza di volontà delle persone che ne sono affette. È necessario che venga superato il paradigma della responsabilità personale e deve essere fatto a tutti i livelli».

I lockdown hanno peggiorato la situazione - L'obesità è una malattia cronica In Italia ne soffre un adulto su dieci
I lockdown hanno peggiorato la situazione

«L’obesità si associa anche a un aumentato rischio di polmonite e sindrome influenzale ed è, insieme all’età, il fattore di rischio più importante per lo sviluppo di sindrome respiratoria acuta grave da Covid-19, con esiti quali il ricovero in terapia intensiva e l’uso della ventilazione meccanica invasiva - spiega Andrea Lenzi, presidente Open e presidente Comitato nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri - un recente studio americano ha rilevato che il 43% delle persone ricoverate per Covid-19 erano affette da obesità, con una necessità di ventilazione meccanica superiore dell’80% e una percentuale di mortalità superiore del 26% rispetto alle persone senza obesità. Per queste ragioni recentemente Open Italy ha voluto segnalare al ministero della Salute e alle Istituzioni la necessità di porre un’attenzione particolare nella programmazione della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 alle persone con obesità, quali soggetti fragili e vulnerabili, e siamo molto soddisfatti che le persone con obesità grave siano state inserite tra le categorie prioritarie».

«L’informazione, la formazione, l’educazione e una svolta culturale sono indispensabili per il percorso di cura al fine di facilitare la consapevolezza sia della persona con obesità, che deve essere conscia di avere una malattia e quindi di doversi rivolgere a un professionista, sia del suo contesto sociale, familiare e medico specialistico. L’opinione pubblica e anche parte del mondo sanitario hanno una visione superficiale del problema, lo dimostra, per esempio, l’organizzazione dei servizi, dove la maggior parte delle sale di attesa non sono dotate di poltroncine adatte a sostenere i grandi obesi e gli stessi letti delle degenze sono inadeguati. È di fondamentale importanza che chi opera nella salute sia formato adeguatamente e che non sottovaluti le cause del problema o ne minimizzi le conseguenze, in modo da offrire alla persona con obesità un percorso di cura adeguato», dice Giuseppe Fatati, presidente Italian Obesity Network - Io Net.

«In molti casi, purtroppo - spiega Luca Busetto, Co-chair Obesity Management Task Force della European Association for the Study of Obesity - la persona con obesità è vittima anche di uno stigma clinico che la discrimina nell’accesso alle cure e ai trattamenti. A livello globale molti sistemi sanitari non offrono per il paziente con obesità lo stesso livello di assistenza che viene erogato per altre malattie croniche, come il cancro, il diabete, le malattie cardiovascolari e le malattie reumatiche. In Italia, l’accesso all’educazione terapeutica e a programmi intensivi di modificazione dello stile di vita è limitato nel sistema sanitario nazionale per il paziente con obesità, scarsa è l’offerta pubblica di programmi di terapia cognitivo-comportamentale, nessuno dei farmaci disponibili con specifica indicazione nella terapia dell’obesità è rimborsato dal sistema sanitario nazionale, e infine l’accesso alla terapia chirurgica bariatrica, secondo percorsi terapeutici che garantiscono un follow-up multidisciplinare, è molto difficile soprattutto in alcune aree del paese».

In occasione della giornata mondiale dell’obesità, la World Obesity Federation sottolinea, nel suo Report annuale, l’importanza rivestita dall’obesità nel nostro paese, sia in termini di persone affette, sia per quanto riguarda le ricadute sulla salute dei cittadini, sia per i costi generati per il Servizio Sanitario Nazionale. Il documento attesta un decremento, seppur lieve, dell’obesità infantile, ma una percentuale di over 55enni in eccesso di peso di quasi il 70%. «Questo dato, in considerazione anche del progressivo invecchiamento della popolazione e della presenza di patologie concomitanti nell’anziano, rappresenta uno dei principali elementi per paventare una “tempesta perfetta” sanitaria» afferma, Paolo Sbraccia, Vice Presidente Italian Barometer Diabetes Foundation, che aggiunge «La Wof alla fine del suo documento ci dà i voti, insieme ad alcuni apprezzamenti, come per l’approvazione della mozione sul riconoscimento dell’obesità come malattia e la disponibilità di linee guida specifiche, evidenzia come ci siano  ancora troppe barriere per una gestione efficace di questa malattia: la non rimborsabilità di molti trattamenti, l’esclusione nei corsi di studio di Medicina di un insegnamento specifico, l’influenza dell’industria alimentare, lo stigma, la carenza di centri specializzati».

«La pubblicazione del Report della World Obesity Federation rappresenta un momento importante di riflessione e di stimolo a una sempre più efficace programmazione dell’attività dell’Intergruppo parlamentare ‘Obesità e Diabete’. L’approvazione con il parere positivo del Governo, a novembre 2019, della Mozione sul riconoscimento dell’obesità come malattia, presso la Camera dei deputati, è stato il punto di arrivo di un percorso che, nelle varie tappe che si sono susseguite, ha fatto maturare la consapevolezza della necessità di una tale definizione, nel rispetto dei diritti della persona con obesità», spiega Daniela Sbrollini, Co-Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete. «Oggi diventa imprescindibile tradurre la volontà unanime espressa dal Parlamento in azione di politica pubblica, a tutti i livelli di governo. Il primo e prossimo passo è riconoscere l’obesità, quale è, una malattia cronica e, conseguentemente, considerarla nel piano nazionale della cronicità. Parallelamente, dobbiamo impegnarci affinché prestazioni e servizi inerenti all’obesità siano inseriti nei Livelli Essenziali di Assistenza, per garantirne cura e trattamento», conclude Roberto Pella, Co-Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete, Vicepresidente Vicario Anci.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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