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Un piatto di pasta migliora le relazioni: ora lo dice anche la scienza

Uno studio neuroscientifico condotto dall'Università Iulm svela che condividere un piatto di pasta attiva emozioni positive, stimola la memoria affettiva e crea connessioni autentiche tra persone anche sconosciute

 
06 giugno 2025 | 07:30

Un piatto di pasta migliora le relazioni: ora lo dice anche la scienza

Uno studio neuroscientifico condotto dall'Università Iulm svela che condividere un piatto di pasta attiva emozioni positive, stimola la memoria affettiva e crea connessioni autentiche tra persone anche sconosciute

06 giugno 2025 | 07:30
 

Mangiare pasta in compagnia stimola la convivialità più di qualsiasi altra attività sociale. È quanto emerge da uno studio del Behavior & Brain Lab dell'Università Iulm, il primo esperimento neuroscientifico dedicato a misurare come e quanto un semplice piatto di spaghetti riesca a rafforzare i legami tra le persone. Il risultato è affascinante: condividere la pasta accende le emozioni positive, aumenta la percezione di connessione con l'altro e stimola la memoria emotiva. In altre parole, un piatto di pasta sul tavolo può davvero creare una rete sociale. E questa volta a dirlo non è il solito luogo comune all'italiana, ma dati e analisi neuroscientifiche.

Un piatto di pasta migliora le relazioni: ora lo dice anche la scienza

La scienza nel piatto: la pasta rafforza i legami sociali

Il potere sociale della pasta: uno studio Iulm lo dimostra

Lo studio, commissionato dai pastai di Unione Italiana Food e condotto dall'università milanese, ha coinvolto 40 persone divise in 20 coppie, tra i 25 e i 55 anni, appassionate di pasta (una su due la mangia ogni giorno e il 53% la considera il proprio comfort food). I ricercatori hanno utilizzato tecniche di neuromarketing e brain tracking per analizzare le attivazioni cerebrali, la variazione del battito cardiaco e la microsudorazione. Gli stessi soggetti sono stati sottoposti a esperienze sociali diverse: la visione di uno spezzone di film, la partecipazione a un gioco collaborativo e una semplice conversazione. A confronto, il momento in cui condividevano un piatto di pasta è risultato il più efficace nel generare connessione, coinvolgimento ed emozioni positive.

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I parametri presi in esame - dall'Emotional Index al Memorization Index, passando per il questionario sull'esperienza razionale e la scala di inclusione dell'altro nel sé - hanno mostrato come il pasto condiviso sia l'attività più incisiva nell'attivare legami interpersonali, anche tra persone che non si conoscevano prima. Lo stesso vale per la memoria emotiva: la pasta, ancora una volta, si conferma cibo della memoria, capace di riportare alla mente ricordi condivisi, vissuti familiari e momenti del passato.

«Attraverso questo studio la scienza si è messa al servizio delle emozioni per certificare che la pasta è sinonimo di convivialità - afferma Vincenzo Russo, professore ordinario di Psicologia dei consumi e neuromarketing dell'Università Iulm, fondatore e coordinatore del centro di ricerca di neuromarketing Behavior & Brain Lab Iulm. I risultati ci dicono che sono proprio i momenti in cui mangiamo la pasta quelli che ci attivano maggiormente a livello emotivo. È, quindi, l'atto vero e proprio di assaggiare e assaporare il piatto nel suo pieno sapore a stimolare le memorie e le emozioni più positive. I risultati ci permettono di poter affermare che la pasta è un vero e proprio catalizzatore di relazioni e che un piatto di spaghetti a centro tavola può dar vita ad una rete sociale».

Più di un comfort food: la pasta è un ponte tra le persone

A rafforzare ulteriormente il quadro ci sono le conversazioni osservate durante lo studio: nel 60% dei casi, mentre si consumava la pasta, i partecipanti parlavano di famiglia, legami personali, origini, mostrando un naturale ritorno all'intimità, al senso di casa e appartenenza. Non a caso, metà del campione associa alla pasta parole come “gustosa” e “buona”, mentre il 43% evoca immagini legate a casa, moglie, famiglia e “tradizione”. Il restante 13% parla di gratificazione, coccole e benessere. Un alimento che non solo conforta, ma crea un contesto emotivo positivo e riconoscibile, nel quale sentirsi accolti e in relazione.

Un piatto di pasta migliora le relazioni: ora lo dice anche la scienza

Mangiare insieme un piatto di pasta migliora le relazioni

«Abbiamo sempre saputo che la pasta è un alimento conviviale che si presta ad essere condivisa e che, consumata con gli amici o con la famiglia, permette di creare un momento di aggregazione - afferma Margherita Mastromauro, presidente dei pastai italiani di Unione Italiana Food. È protagonista di momenti di gioia e relax e la sua versatilità permette di creare infinite ricette, adatte a diverse occasioni e gusti. Ora arriva la conferma da questa ricerca che abbiamo commissionato a Iulm, nella quale la pasta viene eletta a vero e proprio catalizzatore di socialità. Sono felice di poter dire che la pasta è il linguaggio universale dell'amicizia e che, dove c'è la pasta, si accende la compagnia e si creano legami». D'altra parte, la pasta è da sempre parte centrale della cultura mediterranea, dove mangiare insieme è molto più che nutrirsi: è un gesto quotidiano di relazione. Questo studio lo dimostra nero su bianco, con dati e analisi oggettive. Non è retorica, non è nostalgia. È neuroscienza.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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