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Giovani e alcol L'Italia non sia il Paese dei balocchi

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
02 settembre 2019 | 15:25

Giovani e alcol L'Italia non sia il Paese dei balocchi

di Gabriele Ancona
vicedirettore
02 settembre 2019 | 15:25
 

L’estate turistica si è conclusa con qualche defezione per un calo di presenze tra il 10 e il 30% sulla media. Ma il Codacons fornisce dati confortanti: oltre 34 milioni di italiani sono partiti tra giugno e agosto.

Un esodo che, sempre secondo l’associazione per la difesa dei diritti dei consumatori, ha generato un giro d'affari complessivo di 25,4 miliardi di euro, +5% rispetto allo scorso anno. I punti di forza sono noti: mare, montagne, città d’arte e un’enogastronomia che rappresenta sempre più un volano per il turismo. Un polo di attrazione ormai consolidato che va promosso, sostenuto e controllato.

Anche l'alcol è un settore che attira giovani in Italia (Giovani e alcol L'Italia non sia il Paese dei balocchi)
Anche l'alcol è un settore che attira giovani in Italia

Per i giovani l’Italia è una sorta di “Paese dei balocchi” e il consumo di alcolici spesso rappresenta la ciliegina sulla torta. Certo, i giovani fanno il loro mestiere e l’esuberanza con il bicchiere in mano è nelle loro corde. Vanno quindi tutelati. Il nuovo Decreto Legge Sicurezza contiene il divieto di somministrare e vendere alcolici agli under 18, focalizzando l’attenzione anche sulla differenza tra somministrazione e vendita. L’articolo 100 del Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) limita però l’applicazione delle sanzioni in tema di orari agli esercizi muniti di autorizzazione di pubblica sicurezza, i pubblici esercizi, lasciando carta bianca a tutte le altre attività commerciali. Un minore lo è sempre, non in base a orario o a licenza. L’aspetto sanzionatorio andrebbe pertanto uniformato, se non altro per equità.

Questo per segnalare una piaga sociale che nel periodo estivo è molto evidente, ma che attraversa, pur con meno enfasi, tutte le stagioni. A fronte della stragrande maggioranza di operatori Horeca/commerciali che rispettano le regole e vedono i minorenni come dei figli, ve ne sono purtroppo tanti - basta guardarsi in giro - che hanno in testa solo il cassetto. Far finta di niente è comodo.

C’è bisogno di maggiore incisività sul territorio. Ci siamo abituati a perderci intorno a un asterisco assente sul menu di ristoranti dove la sicurezza alimentare è una certezza e non si affrontano con crescente determinazione il nodo minori-bevande alcoliche o il consumo, se non lo spaccio, di stupefacenti nell’orbita di locali pubblici. Ci si augura che il Governo che verrà metterà in campo un controllo sociale meno di facciata. La guerra fatua ai negozi di cannabis light lo rammenta e lo esige.

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