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Come superare la prova costume? Sport e alimentazione sana tutto l'anno

Per il 56% degli italiani indossare il costume è un problema che condanna alla rassegnazione; il 44% si prepara con attenzione, il 29% è ancora indeciso sul da farsi, solo il 27% non prenderà alcun accorgimento

 
02 giugno 2015 | 14:18

Come superare la prova costume? Sport e alimentazione sana tutto l'anno

Per il 56% degli italiani indossare il costume è un problema che condanna alla rassegnazione; il 44% si prepara con attenzione, il 29% è ancora indeciso sul da farsi, solo il 27% non prenderà alcun accorgimento

02 giugno 2015 | 14:18
 

Dopo un anno speso tra sacrifici, allenamento e diete, è arrivato il momento della prova costume. Molte donne e qualche uomo temono il momento in cui lo specchio dirà tutta la verità sul proprio stato fisico e da un recente sondaggio online, come riporta Humanitasalute.it, ben 7 italiani su 10 hanno timore di non essere pronti per indossare il costume da bagno. Riportiamo di seguito i dati della ricerca e i consigli di Enrico Lombardi, psicologo e psicoterapeuta di Humanitas, tratti per intero da Humanitasalute.it.





Il 69% degli italiani pensa di essere fuori forma. 7 su 10 sono preoccupati per l’esordio balneare come risulta da un’indagine condotta su circa 1.600 persone di entrambi i sessi fra i 18 e i 60 anni. L’indagine è stata condotta mediante un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate. Per il 56% del campione indossare il costume è un problema che addirittura condanna alla rassegnazione. Meno della metà (44%) gioca d’anticipo preparandosi con attenzione, il 29% è ancora indeciso sul da farsi, mentre solo il 27% non prenderà alcun accorgimento.

Non tutti dunque reagiscono allo stesso modo: «Vale la pena ricordare sempre - dice il dottor Enrico Lombardi, psicologo e psicoterapeuta di Humanitas - come lo stress sia vissuto soggettivamente in maniera diversa da persona a persona. Cosi, anche per quello relativo alla prova costume, ci sarà chi investirà energie e risorse per farvi fronte, ad esempio con unacorretta dieta alimentare e l’esercizio fisico eseguiti entrambi per tempo e con l’eventuale sostegno dei professionisti (come un dietologo o un personal trainer in palestra) ed altre per le quali i sintomi di stressdiventano talmente invalidanti da ripercuotersi negativamente sulla vita quotidiana».

«Per alcune persone - spiega Lombardi - non è evidentemente la prova costume a costituire il problema, quanto a priori una distorta immagine di sé el’ossessione per il cibo e il peso. Un disturbo del comportamento alimentare tutt’altro che raro: dai dati riportati in letteratura emerge che le ragazze di 15-18 anni possono presentare qualche disturbo collegato all’alimentazione, il 5% di esse (considerando anche i disturbi sottosoglia). Il rapporto tra femmine e maschi è di circa 9 a 1, ma il numero dei maschi è in crescita soprattutto in età adolescenziale e pre-adolescenziale. Naturalmente per questi disturbi è fondamentale una diagnosi precoce e un trattamento multidisciplinare affidato ad una équipe di specialisti, comprendente medici, psichiatri, psicologi e nutrizionisti».

Sport e alimentazione equilibrata tutto l’anno
Come poter gestire al meglio lo stress da prova costume? «Se lo stress non è inscrivibile in un quadro diagnostico di disturbo alimentare, d’ansia o di depressione - continua Lomabrdi - e la persona riesce a gestirlo in autonomia, possono aiutare alcuni semplici consigli:

  1. Scegliere uno sport che diverta, quindi non solo finalizzato al bruciare calorie e da portare avanti durante il corso dell’intero anno, non solo nei mesi precedenti l’estate;
  2. Portare avanti diete validate dal sostegno di specialisti senza far diete restrittive fai da te a pochi mesi dalla partenza;
  3. Imparare a valorizzare eventuali imperfezioni che ci distanziano da modelli di perfezione socialmente imposti e come tali irraggiungibili, quindi fonte di stress e ansia. Accettare perciò i nostri limiti, magari con l’aiuto dell’ironia, ci rende reali e più sereni, senza considerare che risulta un passaggio obbligato anche in altre situazioni in cui la vita ci pone di fronte a situazioni su cui non possiamo esercitare un controllo assoluto esattamente come per il nostro corpo (lutti, malattie, perdita del lavoro, ecc.)».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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