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Longevità, i fattori che la influenzano Il fumo toglie sette anni

 
07 novembre 2017 | 14:00

Longevità, i fattori che la influenzano Il fumo toglie sette anni

07 novembre 2017 | 14:00
 

Un team di ricercatori dell'Università di Edimburgo ha individuato due nuove varianti genetiche che influenzano la longevità, una associata al colesterolo e l'altra all'immunità.

Qualche esempio di come certe abitudini possano influenzare le nostre aspettative di vita? Ogni chilogrammo di peso corporeo in eccesso “costa” due mesi mentre il fumo, nei termini di un pacchetto di sigarette al giorno, ben sette anni. Essere istruiti, invece, “regala” circa un anno all’aspettativa di vita. Riportiamo di seguito un approfondimento del discorso tratto da Humanitasalute, con il commento di Paolo Vezzoni, ricercatore del Cnr e direttore del laboratorio di Biotecnologie mediche dell'ospedale Humanitas.

(Longevità, i fattori che la influenzano Il fumo toglie sette anni)


Geni e aspettativa di vita
Lo studio è una metanalisi condotta su venticinque ricerche e riguarda un numero molto esteso di individui: «I ricercatori si sono serviti delle informazioni genetiche di oltre 600mila persone per valutare l’impatto dei geni sull’aspettativa di vita», aggiunge lo specialista. Secondo alcune stime fino al 25% della variabilità della durata della vita è influenzato dal patrimonio genetico, dicono i ricercatori.

Al momento però sono state assocate in modo significativo alla longevità solo tre varianti genetiche: «Tra questi l’Apoe, un gene correlato all’insorgenza della malattia di Alzheimer. Gli autori di questo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Communications ne suggeriscono altre due. La prima - spiega il dottor Vezzoni - è in un gene correlato ai livelli di colesterolo e la seconda in un gene associato all’immunità». La prima riduce la durata di vita di circa otto mesi la seconda, invece, ne aggiunge circa sei.

Stile di vita e longevità
I ricercatori hanno poi approfondito la relazione tra Dna, abitudini e aspettativa di vita: «Hanno cercato di vedere se ci sono rapporti tra l’analisi genetica e i dati a disposizione su questi individui, la loro caratterizzazione per il fumo, il livello di istruzione e la capacità di essere intraprendenti, ma anche l’associazione con alcune condizioni e patologie come il sovrappeso, il diabete, la malattia coronarica».

Ecco che hanno indicato l’istruzione come un fattore “protettivo” mentre il fumo e il sovrappeso sono stati correlati in senso negativo con la longevità. Il fumo di sigaretta e i tratti associati al tumore al polmone avevano il maggiore impatto negativo: fumare un pacco al giorno di sigarette decurtava di sette anni l’aspettativa di vita, tuttavia «chi smette di fumare potrebbe tendenzialmente aspettarsi di vivere tanto quanto chi non ha mai fumato, hanno concluso i ricercatori».

Al sovrappeso è stato correlato un decremento dell’aspettativa di vita di due mesi per ogni kg in eccesso e l’istruzione a una speranza di vita maggiore. In questi casi, però, le relazioni erano influenzate da altri fattori: «L’istruzione era legata all’abitudine al fumo di sigaretta, quindi una persona istruita che non fuma può aspettarsi di vivere più a lungo, mentre il sovrappeso era associato alla malattia coronarica».

Dallo studio emerge la complessità della correlazione tra i polimorfismi e la longevità ma il quadro non è completo: «La certezza che un individuo si ammalerà non deriva dalla presenza di un solo polimorfismo. Così come sono circa cento i geni che possono influire sul colore della pelle sono moltissimi i geni che possono orientare il rischio di insorgenza di una patologia», conclude il dottor Vezzoni.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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