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Tennis e nuoto, gli sport più efficaci per tenere il cuore in forma

Uno studio effettuato in Scozia e Inghilterra rivela che tennis e nuoto riducono il rischio di mortalità per cause cardiache. Le linee guida internazionali consigliano 150 ore settimanali di sport moderato

 
05 febbraio 2017 | 12:02

Tennis e nuoto, gli sport più efficaci per tenere il cuore in forma

Uno studio effettuato in Scozia e Inghilterra rivela che tennis e nuoto riducono il rischio di mortalità per cause cardiache. Le linee guida internazionali consigliano 150 ore settimanali di sport moderato

05 febbraio 2017 | 12:02
 

Fare attività fisica costantemente si sa è un toccasana per l'organismo soprattutto per prevenire malattie di tipo cardiaco. Ci sono però sport che aiutano maggiormente a prevenire questo tipo di patologie e altri che invece non hanno alcun effetto benefico in questi termini. Importante anche le modalità con cui si sostiene uno sforzo. In un articolo pubblicato su Humanitasalute che riportiamo qui integralmente, si analizzano i risultati di uno studio britannico che mettono in relazione alcuni sport col rischio di mortalità per malattie cardiache.

Tennis e nuoto gli sport più efficaci  per tenere il cuore in forma


In vasca o con una racchetta in mano per godere di una migliore salute. Al nuoto e agli sport con le racchette come il tennis uno studio ha associato un rischio ridotto di mortalità generale e per malattia cardiaca e ictus. La ricerca, pubblicata su British Journal and Sports Medicine, è stata realizzata da diversi istituti tra cui la University of Oxford (Regno Unito).

I dati sono stati recuperati da 11 sondaggi realizzati tra il 1994 e il 2008 in Scozia e Inghilterra. Le rilevazioni sono state effettuate su oltre 80mila individui di età media pari a 52 anni. I sondaggi hanno raccolto informazioni su quali forme di esercizio fisico fossero state svolte dai partecipanti nelle quattro settimane precedenti il sondaggio, per quanto tempo e se fosse stato sufficiente per sudare. Tra gli esercizi indicati c’erano il giardinaggio, la camminata, i lavori domestici, il ciclismo, il nuoto, l’aerobica, sotto forma di danza o ginnastica, la corsa, il calcio o il rugby, gli sport da racchetta come badminton, tennis e squash.

In media ogni partecipante è stato seguito per nove anni. In questo lasso di tempo il team ha rilevato una riduzione del rischio di mortalità generale del 47% per chi avesse praticato tennis o sport simili, del 28% per il nuoto, del 27% per la danza aerobica e del 15% per i ciclisti. Peggio è andata per chi avesse praticato calcio o corsa: non è stata riscontrata nessuna associazione con un minor rischio di mortalità precoce.

Le linee guida internazionali raccomandano 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica a intensità almeno moderata «ed è questo un elemento importante da considerare, l’intensità, oltre alla quantità di tempo riservata al movimento. Alla luce di questi due elementi si può azzardare un’interpretazione dei dati forniti dalla ricerca in oggetto», spiega la professoressa Lucini. «Le discipline meno correlate alla riduzione della mortalità, come il ciclismo, o per nulla, come la corsa, sono discipline in cui è più facile per un individuo aumentare frequenza, durata e intensità, a differenza invece del nuoto. E sappiamo che nello sport il “troppo” diventa controproducente», conclude la specialista.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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