«Ho un vuoto di memoria». Capita spesso e volentieri di dimenticare una parola arcinota o di perdere il filo durante un discorso che si stava intraprendendo, ma non occorre preoccuparsi.
Può capitare infatti una difficoltà a ricordare cose spesso anche molto semplici. Quando questi segnali devono dare preoccupazione lo spiega
Alberto Albanese, responsabile di Neurologia in Humanitas, ospite in studio a Tg2 Medicina 33. L'articolo riportato integralmente di seguito è tratto da
Humanitasalute.
“«È normale che in una vita così stressata come quella odierna, in cui ci è richiesto di essere iper-performanti, si perdano colpi di memoria. La memoria infatti - ha rassicurato Alberto Albanese - è compartimentalizzata e siamo chiamati ogni volta a ri-focalizzare l’attenzione su cose diverse e non sempre riusciamo a essere così rapidi nel focalizzarci e nel ricordare tutto. Questo, entro certi limiti, è normale».
Questo può preludere a una demenza da anziani?In linea di massima, ci sono forme di demenza precoce, che presentano per esempio disturbi come difficoltà di orientamento in luoghi conosciuti, difficoltà nel riconoscimento di persone o nel ricordare cose molto consuetudinarie: questo può preoccupare, ma si tratta di forme rare e spesso genetiche.
Di fronte a banali problemi di memoria, come la dimenticanza di un nome o di dove si è appoggiato qualcosa, è possibile esercitarsi. «Esercitare la memoria - ha concluso l'esperto - può rivelarsi utile e lo si può fare in vari modi: sia attraverso esercizi (come le parole crociate o imparare e ripetere poesie, per esempio), sia imparando a focalizzare l’attenzione, concentrandosi bene su ciò che si fa e provare a spostare l’attenzione; contano poi lo stile di vita, la qualità dell’alimentazione e l’attività fisica. È stato infatti dimostrato che lo stile di vita migliora le aspettative delle nostre funzioni cognitive».
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