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Mantenere sane abitudini? Più semplice farlo al mattino

 
05 marzo 2018 | 12:15

Mantenere sane abitudini? Più semplice farlo al mattino

05 marzo 2018 | 12:15
 

Un recente studio di una ricercatrice dell'Università di Nizza, pubblicato su Health Psychology, suggerisce di trasformare i comportamenti salutari in vere e proprie abitudini, tenendoli subito dopo il risveglio.

Il motivo di questa indicazione sta nei livelli di cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”, che al mattino sono maggiori e facilitano quindi l’adesione a un comportamento da ripetere quotidianamente. A spiegare questa particolarità è Paolo Amami, neuropsicologo e psicoterapeuta di Humanitas, in un articolo che qui riportiamo integralmente, tratto da Humanitasalute.

(Mantenere sane abitudini? Più semplice farlo al mattino)


Un semplice esercizio, ogni mattina
Lo studio ha coinvolto quarantotto studenti che in novanta giorni hanno cercato di adottare un comportamento salutare ovvero fare stretching al muscolo ileopsoas, il muscolo flessore dell’anca. L’esercizio è utile per prevenire il mal di schiena. A metà è stato chiesto di farlo al mattino, quando le concentrazioni di cortisolo sono più alte, alla restante metà prima di andare a letto la sera, quando invece i livelli si avvicinano al minimo. L’esercizio durava quindici secondi.

Con un’applicazione per smartphone i partecipanti dovevano riferire se quel giorno avessero fatto stretching. L’app rilevava la frequenza e la regolarità dell’esercizio e, inoltre, ricordava agli studenti di sottoporsi a un test per la misurazione del cortisolo nella saliva ogni trenta giorni.

I risultati
Dall’analisi dei risultati si è osservato che gli studenti del gruppo della mattina riuscivano ad acquisire l’abitudine (ossia ricordarsi autonomamente di fare stretching) più velocemente rispetto al gruppo della sera. Per i “mattinieri” lo stretching era diventato abituale il giorno numero 105, per quelli della sera dopo il 154° giorno. Il livello di cortisolo è stato identificato dai ricercatori come un fattore che influenza il processo di acquisizione dell’abitudine.

Sembra quindi che le variazioni dei livelli di cortisolo possano intervenire nel processo di acquisizione di una routine: «Dallo studio - ha spiegato Adami - emerge come i processi di apprendimento fossero simili al mattino e alla sera ma nel “gruppo del mattino” la stabilizzazione dell’abitudine fosse più rapida. Questo dato è stato ulteriormente confermato nello stesso studio, infatti eliminando a livello statistico l’influenza del cortisolo, le tempistiche di acquisizione dell’abitudine diventavano simili tra i mattinieri e i soggetti del “gruppo della sera”».

Al mattino, più tempo ed energia
L’apprendimento è uno dei campi più esplorati dalla psicologia: «Sono state prodotte moltissime ricerche, sin dagli albori della disciplina - ricorda il lo specialista - con lo scopo di comprendere come poter generare e far apprender comportamenti virtuosi all’individuo, qual è il contributo che può arrivare dal contesto esterno al fine di massimizzare tale comportamento, che ruolo può avere il “premio”, ovvero la ricompensa di cui godere a fronte della produzione di un certo comportamento, per fare alcuni esempi».

Il mattino sembra essere un momento ideale in cui inserire una buona pratica che può diventare un’abitudine: «A inizio giornata - dice Paolo Amami - si ha una prospettiva più lunga davanti a sé e ci si può organizzare in modo da dedicarsi alle proprie attività, infatti la nostra giornata e le nostre incombenze devono ancora iniziare e trovare un momento idoneo per tentare di instaurare un certo comportamento è più semplice. Inizialmente sarà necessario un promemoria, un input esterno che ci ricordi di compiere quel gesto, ma successivamente questo processo verrà progressivamente internalizzato man mano che l’abitudine andrà a formarsi e diventerà sempre più semplice rispettare la routine. Di sera, invece, si è tendenzialmente più stanchi, si è a fine giornata ed è probabile che non si sia riusciti a portare a termine tutti gli impegni nei tempi prefissati, resterà, quindi, poco tempo o comunque poche energie per dedicarsi all’instaurazione di una nuova abitudine».

Lo studio in oggetto ha cercato di approfondire gli aspetti legati al metabolismo dell’ormone dello stress, un fattore interno in grado di spiegare alcuni aspetti del processo di apprendimento. Tuttavia, secondo l’autrice dello studio, le sue conclusioni non sono immediatamente generalizzabili a tutti: i livelli di cortisolo dipendono infatti da molti fattori, dall’ambiente e dalla capacità del singolo di far fronte allo stress e non solo dall’orario della giornata. «Inoltre - conclude l'esperto - l’esercizio richiesto nei test era molto semplice e i partecipanti erano ragazzi e ragazze in perfetta salute. Per aderire ad abitudini più complesse, in soggetti più fragili, molto probabilmente servirà più tempo, sebbene i gesti che si vorrebbe rendere consuetudinari siano spesso dei piccoli gesti».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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