I vuoti di memoria possono capitare a tutti e manifestarsi nei modi più disparati. Spesso il “problema” è di poco conto e passeggero, ma ci sono alcuni segnali che possono, invece, destare preoccupazioni.
Ad approfondire la questione e a chiarire quali dei sintomi possono segnalare una patologia più grave è
Alberto Albanese, responsabile di Neurologia in Humanitas, in un articolo pubblicato su
Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.
“«È normale - ha rassicurato Albanese - che in una vita così stressata come quella odierna, in cui ci è richiesto di essere iperperformanti, si perdano colpi di memoria. La memoria infatti è compartimentalizzata e siamo chiamati ogni volta a ri-focalizzare l’attenzione su cose diverse e non sempre riusciamo a essere così rapidi nel focalizzarci e nel ricordare tutto. Questo, entro certi limiti, è normale».
«In linea di massima - prosegue - ci sono forme di demenza precoce, che presentano per esempio disturbi come difficoltà di orientamento in luoghi conosciuti, difficoltà nel riconoscimento di persone o nel ricordare cose molto consuetudinarie: questo può preoccupare, ma si tratta di forme rare e spesso genetiche».
Di fronte a banali problemi di memoria, come la dimenticanza di un nome o di dove si è appoggiato qualcosa, è possibile esercitarsi. «Esercitare la memoria - conclude Albanese - può rivelarsi utile e lo si può fare in vari modi: sia attraverso esercizi (come le parole crociate o imparare e ripetere poesie, per esempio), sia imparando a focalizzare l’attenzione, concentrandosi bene su ciò che si fa e provare a spostare l’attenzione; contano poi lo stile di vita, la qualità dell’alimentazione e l’attività fisica. È stato infatti dimostrato che lo stile di vita migliora le aspettative delle nostre funzioni cognitive».
”