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La Cia richiede l'obbligo di etichettatura anche per la carne di coniglio

La Confederazione italiana agricoltori chiede all'Ue che la cunicoltura italiana venga salvaguardata con una normativa. Ora è un settore in difficoltà, spesso penalizzato da importazioni dall'estero di più scarsa qualità

 
30 agosto 2016 | 09:58

La Cia richiede l'obbligo di etichettatura anche per la carne di coniglio

La Confederazione italiana agricoltori chiede all'Ue che la cunicoltura italiana venga salvaguardata con una normativa. Ora è un settore in difficoltà, spesso penalizzato da importazioni dall'estero di più scarsa qualità

30 agosto 2016 | 09:58
 

La Cia - Confederazione agricoltori italiani chiede all'Ue di inserire le carni di coniglio nella normativa europea dell'obbligo di etichettatura di origine, allevamento e macellazione. Un comparto tuttora escluso dalla vigente regolamentazione dell'Unione, una mancanza questa che comporta spesso grandi oscillazioni di prezzo sul mercato nazionale. A non essere valorizzata è la qualità della produzione italiana, superiore rispetto ad altre nazioni.



«È un momento particolarmente difficile e molto delicato per la cunicoltura nazionale - ha affermato la Cia in una nota stampa - e anche a livello regionale e provinciale emergono sofferenze e criticità. Da circa dieci settimane le quotazioni dei conigli sono al di sotto dei costi produttivi. La Cia si sta impegnando affinché il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali prenda atto di tale situazione e si mettano in essere azioni per salvaguardare e valorizzare questo comparto, che genera una qualità superiore rispetto ad altre nazioni produttrici, e per sostenere la filiera con campagne promozionali alla stregua di altri prodotti made in Italy».

Il comparto cunicolo in questi anni ha attraversato ciclicamente notevoli criticità, soprattutto per quanto riguarda il mercato, con allevatori in balia di un’elevata volatilità dei prezzi, che troppo spesso non ha trovato una motivazione oggettiva con una domanda invece stabile. Inoltre, non è un mistero che sul territorio italiano arrivino stabilmente massicce importazioni di conigli dall’estero - dalla vicina Francia, seppur in calo negli ultimi mesi, e in aumento dall’Ungheria - andando ad appesantire il mercato e condizionando negativamente le quotazioni.

A ciò si aggiunge la mancanza di una normativa comunitaria che preveda l’obbligo di etichettatura delle carni cunicole e che, invece, potrebbe garantire una maggiore trasparenza al mercato, tutelare i nostri allevamenti e il consumatore. Al momento attuale, infatti, il Regolamento Ue 1169/2011 prevede dall'1 aprile 2015 l’obbligo di indicare il Paese d'origine o luogo di provenienza per le carni suine, ovi-caprine e pollame (fresche, refrigerate o congelate) ma non contempla, inspiegabilmente, le carni cunicole.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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