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Agricoltura in crisi da caro energia: produrre cibo in Italia costa 8 miliardi in più

Secondo le stime della Coldiretti, a causa del balzo dei costi energetici, si rischia di compromettere la regolare fornitura di cibo alle famiglie. Le aziende infatti riducono la produzione o, peggio ancora, chiudono

 
13 aprile 2022 | 12:40

Agricoltura in crisi da caro energia: produrre cibo in Italia costa 8 miliardi in più

Secondo le stime della Coldiretti, a causa del balzo dei costi energetici, si rischia di compromettere la regolare fornitura di cibo alle famiglie. Le aziende infatti riducono la produzione o, peggio ancora, chiudono

13 aprile 2022 | 12:40
 

Con balzo dei costi energetici per la guerra in Ucraina l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi all’anno mettendo così a rischio coltivazioni, allevamenti e industria di trasformazione nazionale. È quanto sostiene Coldiretti analizzando gli ultimi dati sulla produzione industriale pubblicati dall’Istat. Un dato che risulta in crescita a febbraio nonostante l’impatto delle spese per energia e materie prime.

Caro energia: produrre cibo in Italia costa 8 miliardi in più

L’escalation di costi per il mondo dell’agricoltura

Dall’inizio del conflitto, sottolinea Coldiretti, si è verificato un balzo medio di almeno 1/3 dei costi di produzione dell’agricoltura a causa degli effetti diretti ed indiretti delle quotazioni energetiche. Nel sistema produttivo agricolo i consumi diretti di energia includono il gasolio, che serve per il funzionamento dei trattori, per il riscaldamento delle serre e per il trasporto. I consumi indiretti, invece, sono quelli che derivano dall’energia necessaria per la produzione di prodotti fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica, mentre il comparto alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro.

 

Un terzo degli agricoltori ha ridotto la produzione

Coldiretti segnala che gli agricoltori sono costretti ad affrontare rincari insostenibili dei prezzi per il gasolio necessario per le attività dei trattori che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina, la concimazione l’irrigazione che insieme ai rincari di concimi e mangimi spinge quasi un imprenditore su tre (30%) a ridurre la produzione, mentre il prezzo medio del gasolio per la pesca è praticamente raddoppiato (+90%) rispetto allo scorso anno. «Per non parlare dell’esplosione dei costi degli imballaggi -ha scritto Coldiretti - Dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per vino, olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi».

 

Il presidente di Coldiretti: «Bisogna assicurare la sovranità alimentare»

Per Coldiretti l'Italia deve uscire al più presto da questa situazione che la vede dipendere in larga parte da altri Paese per l'approvigionamento di materie prime. «La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza», ha affermato Ettore Prandini nel chiedere «interventi urgenti e scelte strutturali per rendere l’Europa e l’Italia autosufficienti dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo investendo per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le NBT a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici».

 

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