Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 29 marzo 2024  | aggiornato alle 14:39 | 104269 articoli pubblicati

Pace fiscale, verso il rinvio. Attese novità dal decreto Ristori

Nel fine settimana il Consiglio dei ministri dovrebbe discutere il rinvio delle scadenze fiscali per le rate di rottamazione delle cartelle esattoriali e del saldo e stralcio. I pubblici esercizi restano alla finestra

 
23 febbraio 2021 | 11:51

Pace fiscale, verso il rinvio. Attese novità dal decreto Ristori

Nel fine settimana il Consiglio dei ministri dovrebbe discutere il rinvio delle scadenze fiscali per le rate di rottamazione delle cartelle esattoriali e del saldo e stralcio. I pubblici esercizi restano alla finestra

23 febbraio 2021 | 11:51
 

Quella che sembrava la data X per l’invio delle cartelle esattoriali alle imprese, l’1 marzo, ora non lo è più. Il Governo Draghi comincia a muovere i primi pezzi sulla scacchiera e punta dritto sul nuovo decreto ristori per lasciare il proprio segno. Sperando di raccogliere anche un po' di consenso fra bar, ristoranti e pubblici esercizi in genere che proprio su questo punto avevano ingaggiato una forte dialettica con il precedente esecutivo.

La nuova scadenza per l'invio delle cartelle dovrebbe essere fissata per fine aprile - Pace fiscale, verso il rinvio Attese novità dal decreto Ristori

La nuova scadenza per l'invio delle cartelle dovrebbe essere fissata per fine aprile

Pace fiscale rinviata
Atteso in Consiglio dei ministri alla fine di questa settimana, il decreto ristori conterrà diverse misure: dagli aiuti agli esercizi commerciali al pacchetto lavoro, dai fondi alla sanità agli interventi per enti locali e scuola c’è spazio anche per il rinvio delle sette rate della pace fiscale. In particolare, il rinvio riguarderebbe le cinque rate relative alla rottamazione delle cartelle esattoriali e due relative al saldo e stralcio. In ballo, circa 950 milioni di euro dovuti da 1,2 milioni di contribuenti.

Un nuovo rinvio sembra quindi alle porte e dovrebbe spostare di almeno un paio di mesi la riscossione dei crediti vantati dallo Stato e precedentemente dilazionati per far fronte alla crisi economica innescata dalla pandemia. Differimento che, invece, non dovrebbe toccare le notifiche di 50 milioni fra cartelle e avvisi fiscali. L’idea è comunque quella di non ingolfare il sistema economico con una selva di scartoffie. Da qui la volontà del nuovo Governo di lavorare a un diluizione delle nuove notifiche nei prossimi due anni, altrimenti – come riporta il Sole 24 Ore – il ritmo di invio dovrebbe rispettare ritmi di tre-quattro milioni di atti al mese.

Per riuscire nell’impresa, però, il Governo ha poco tempo a disposizione. Per essere esecutivo, il provvedimento deve entrare in vigore entro il primo marzo. In questo modo, con il rinvio a fine aprile, la riscossione si allineerebbe allo stato di emergenza previsto fin qui.  

Ristori? Serve un nuovo meccanismo
In parallelo, l’esecutivo lavora al nuovo meccanismo dei ristori. Assecondando le richieste degli amministratori locali, dovrebbe essere prevista una copertura anche alle chiusure imposte a livello regionale così da non discriminare i diversi territori investiti dalla pandemia. In generale, la novità dovrebbe essere rappresentata dai criteri di calcolo degli aventi diritto ai ristori che sarebbero indentificati in coloro che, nel 2020, abbiano perso il 33% del fatturato. Limite che supera la divisione dei codici Ateco e potrebbe integrare nella platea dei benificiari anche gli iscritti agli ordini professionali.

Le partite Iva
Per le partite Iva, invece, superando le distinzioni dei codici Ateco, il decreto Ristori aprirebbe le porte dei finanziamenti a tutti quei settori che per motivi di stagionalità (come i professionisti della ristorazione o del turismo) non sono rientrati fra i beneficiari. Apertura ancora teorica. Attualmente non si conoscono ancora i parametri di riferimento per determinare il calcolo del fatturato sul quale verranno decisi i ristori. Guardando a quanto fatto nel 2020, però, è possibile immaginare che la percentuale di perdita che dà accesso ai ristori sia sempre quella del 33%. Da capire se rimarrà il limite massimo dei 5 milioni di ricavi. 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali
       


Union Camere
Giordana Talamona
Siad
Pavoni

Union Camere
Giordana Talamona
Siad

Pavoni
Bonduelle