Incentivi, sgravi, bonus, deroghe, detrazioni. Il Governo le sta studiando tutte per sostenere, decreto dopo decreto, le imprese azzoppate dall’emergenza coronavirus. Eppure c’è un’imposta che finora non è stata toccata e di cui si parla poco in queste settimane.
I locali sono chiusi, ma il canone Rai si pagherà lo stesso
È il canone di abbonamento al servizio pubblico televisivo, meglio conosciuto come
“canone Rai”, che nonostante le chiusure di queste settimane e il conseguente crollo di fatturato, albergatori, ristoratori e proprietari di bar e pub dovranno continuare a pagare. Come se nulla fosse e, soprattutto, come se gli apparecchi televisivi fossero rimasti accesi per tutto il tempo. Sale e stanze vuote hanno spento le tv, ma non la tassa da pagare: a fine marzo gli operatori del settore avevano sollevato questo problema, ma finora di risposte non ne sono arrivate. E nemmeno nella bozza del decreto di aprile c’è traccia di un possibile ridimensionamento della quota da pagare.
Ad oggi, dunque, il balzello si dovrà pagare eccome: le tariffe dell’abbonamento speciale previsto per i locali pubblici variano a seconda delle caratteristiche del locale e vanno dai 195,87 euro per quelli più piccoli, fino ai 6.528,27 euro degli alberghi a 5 stelle con più di cento stanze.