Perché loro sì e noi no? È la domanda che i ristoratori di Trento si stanno ponendo da qualche giorno guardando ai colleghi di Bolzano. L’Alto Adige infatti da tre settimane è in zona gialla nonostante da Roma, Palazzo Chigi lo abbia colorato di rosso stando ai 21 parametri utilizzati per classificare i rischi. In più il giallo altoatesino è molto schiarito perché a differenza delle disposizioni del Governo sono aperte molte più attività. Su tutti i ristoranti anche a cena, fino alle 22, solo su prenotazione.
Nasce da qui la protesta dei ristoratori trentini che si basano sulla stessa autonomia politica della propria provincia rispetto a quella di Bolzano e chiedono di poter fare lo stesso. Soprattutto perché ad ora, e di giorni ne sono passati ormai 21 - il Governo non ha impugnato la via intrapresa da Bolzano come invece aveva fatto con la Val d’Aosta la cui legge per alleggerire le misure “centrali” era stata bocciata dalla Corte Costituzionale dopo il ricordo dello stesso Esecutivo.
I ristoratori di Trento chiedono di aprire a cena
La richiesta di Trentino e VenetoInsieme al Trentino, anche il
Veneto si è unito alla protesta più per motivi di vicinanza
territoriale e di timore che si inneschi un mercato non più concorrenziale però piuttosto che di reale possibilità visto che non si tratta di una Regione Autonoma (anche se i
dati sono in costante miglioramento).
«Noi siamo stabilmente in zona gialla - ricorda
Marco Fontanari, vicepresidente di
Confcommercio e presidente dell’associazione ristoratori del Trentino - a pochi chilometri di distanza da noi
c’è chi è aperto con deroga serale, una strada che non è stata impugnata. Non siamo in contatto con la
Provincia per portare anche qui la stessa possibilità di ritornare a lavorare la sera. Lo chiedono i miei soci».
Costanti e serrati infatti sono i colloqui con i
ristoratori, l’ultimo lunedì a
Pinzolo. «Siamo stati prudenti - ha osservato - abbiamo sperato nella
zona gialla perché anche noi diamo importanza alla curva epidemiologica ed è per questo che ora chiediamo l’apertura di un tavolo con la
Giunta».
Qualche contatto ancora ufficioso tra ristoratori e il presidente della Provincia Autonoma,
Maurizio Fugatti c’è stato. «Il presidente - ha riferito Fontanari - è cauto, ma speriamo di avere un incontro in settimana per discutere della nostra proposta».
I ristoratori sanno che aprire a cena con una preoccupazione
psicologica ancora alta tra i cittadini non salverebbe certo i fatturati, ma sarebbe un bel segnale per arrivare ad una ipotetica riapertura completa già di slancio. Nel frattempo si lavora per ottenere la
riapertura dei ristoranti almeno
a pranzo anche in zona arancio e la sera - senza deroghe speciali - nelle zone gialle.