Le sfide del 2021 saranno forse più impegnative di quelle dei mesi scorsi. La
pandemia non è certo finita, ma ora si stanno esaurendo le risorse con cui abbiamo finora combattuto il
virus a livello sociale ed economico, per sostenere imprese, lavoratori e famiglie alle prese col periodo certamente più difficile dalla fine della seconda guerra mondiale. La paura e l’ansia dei mesi scorsi non è certo sparita con i botti di Capodanno. Un po’ di ristori e tre mesi fra sospensione dei
licenziamenti e nuova
cassa integrazione è il periodo transitorio in cui potremo forse avere ancora qualche protezione. Dopo di che … saremo di fatto senza rete.
Horeca sempre più informata
Idee e ottimismo più importanti dei soldiIn gioco non c’è solo il
futuro delle imprese. A partire da quelle del
turismo,
che finora sono state le più colpite dalla gestione della pandemia. In forse c’è la tenuta della società, con un welfare che ha mostrato tutte le sue debolezze e che non può certo essere rinvigorito da iniezioni di assistenzialismo a pioggia che alla fine indeboliscono la capacità di reazione dei singoli e delle aziende. È assolutamente indispensabile poter contare su una
ripresa che, prima ancora che sui soldi (pure indispensabili), deve viaggiare sulle gambe di idee nuove e di un ottimismo della volontà che non ha nulla a che spartire con l’attuale dibattito, surreale, dei politici.
Il Recovery Plan potrebbe essere uno degli strumenti con cui proporre agli italiani scenari in cui credere e sui quali investire. Ma, al di là della discussione su chi dovrebbe gestire i circa 200 miliardi disponibili nei prossimi anni, che credibilità può avere un piano che destina al turismo (e alla cultura) solo 3 miliardi? Qualcuno può davvero pensare che il futuro dell’Italia possa basarsi su un ennesimo salvataggio dell’
Alitalia e sul
reddito di cittadinanza ai criminali, dimenticando invece tutto il mondo dell’
accoglienza e dell’ospitalità? E ancora: a fronte della necessità di almeno 30-35 miliardi per mettere a bolla la sanità, cosa si può fare con 9 miliardi? Tanto più che non siamo neanche in grado di organizzare al meglio la campagna di vaccinazione (mancano siringhe e medici), a partire dalla
Lombardia, la regione più ricca d’Italia che si appresta all’ennesima dimostrazione di totale inefficienza. Il vaccino ci darà una mano, ma dovremo approfittarne per pensare in grande a come ricostruire l’Italia, ognuno per le sue competenze e per quello che potrà fare.
Condividere strategie per convincere tuttiLa ripresa sarà vincente se avrà alle spalle una visione
condivisa dalla gente. E fra chi deve assolutamente ripartire c’è il mondo dei pubblici esercizi e del turismo, sulle cui possibilità di ripresa
Italia a Tavola scommette senza alcun dubbio. Nei prossimi mesi molte aziende si perderanno per strada (fra chiusure e fallimenti), ma chi resterà sul mercato sarà più forte e, soprattutto, avrà vinto la scommessa del cambiamento. Fin dal primo giorno della pandemia abbiamo seguito e testimoniato tutte le difficoltà del comparto.
Abbiamo raccolto idee, proposte e strategie, dando voce come sempre a tutti i più qualificati protagonisti, combattendo per sostenere aiuti e interventi. Oggi vogliamo essere ancora di più in prima fila, offrendo sempre più aggiornamenti e tendenze
utili a ristoranti, bar ed hotel e a tutto il mondo della filiera agroalimentare. A imprese, professionisti e consumatori offriremo un’informazione ancora più chiara e tempestiva utilizzando tutti i mezzi di
comunicazione a nostra disposizione, grazie anche ai tanti esperti che collaborano con noi.
E lo facciamo tenendo conto anche dei
suggerimenti e delle richieste che ci vengono dai lettori e in particolare da chi ci segue sui social. In questa prospettiva uno strumento prezioso che abbiamo valorizzato anche nei mesi in cui tutte le testate si riducevano per foliazione e contenuti, è la nostra
rivista mensile cartacea che resta un appuntamento insostituibile per decine di migliaia di aziende dell’
Horeca che vogliono restare aggiornate. È la nostra modalità per essere il più vicino possibile agli operatori che vogliono affrontare le tante sfide del futuro. Noi ci siamo e la modalità più semplice per stare sempre in contatto è
l’abbonamento. Ciò che importante oggi è lavorare per fare squadra con tutti, per riappropriarci della nostra vita con
moderazione, facendo un passo avanti e magari mezzo passo indietro se serve. Ma avendo davanti idee chiare, progetti e scenari. E per questo ci siamo.
Insieme ce la possiamo fare.