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Ristoranti chiusi, ma sono aumentati gli sprechi. Per diminuirli tutto dipende dal packaging

Secondo uno studio commissionato da Metro alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, lo spreco alimentare dei produttori/fornitori nel 2020 è cresciuto fra il 6 e il 15%. Gdo salvavita. Confezioni sempre più decisive

 
20 luglio 2021 | 17:06

Ristoranti chiusi, ma sono aumentati gli sprechi. Per diminuirli tutto dipende dal packaging

Secondo uno studio commissionato da Metro alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, lo spreco alimentare dei produttori/fornitori nel 2020 è cresciuto fra il 6 e il 15%. Gdo salvavita. Confezioni sempre più decisive

20 luglio 2021 | 17:06
 

Quali e quanti sono gli sprechi alimentari nel settore del fuori casa? A rispondere alla domanda ci ha pensato lo studio commissionato da Metro Italia alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa che ha tenuto conto dell’anno particolare lasciato alle spalle in cui, a causa delle chiusure da lockdown, numerosi fornitori hanno dovuto fronteggiare un eccesso di invenduto. Al centro dell’analisi, le performance di oltre 230 produttori della filiera alimentare, con particolare attenzione a quelli attivi nel comparto dei prodotti tipici italiani e una stazza variegata sia in termini di personale che in termini di fatturato.

Secondo Metro, il 44% degli operatori della filiera ha visto aumentare lo spreco alimentare nell'ultimo anno Ristoranti chiusi, ma sono aumentati gli sprechi. Per diminuirli tutto dipende dal packaging

Secondo Metro, il 44% degli operatori della filiera ha visto aumentare lo spreco alimentare nell'ultimo anno

 

Le chisure temporanee hanno dato avvio alla fuga verso la Gdo

Fra le prime evidenze che emergono dall’analisi c’è l’effetto delle chiusure temporanee del canale Horeca sui fornitori. Molti player si sono ritrovati, dall’oggi al domani, a rimodellare il proprio business per cercare sbocchi alternativi al fuori casa, molto spesso spostandosi verso la Gdo. Il tutto con un taglio netto delle produzioni: -42% per le aziende produttrici di bevande tipiche e -32% per la quantità di frutta e verdura immessa sul mercato. Riduzioni che hanno costretto le aziende a una revisione e ottimizzazione del packaging (nel 42% dei casi), spesso in senso sostenibile (23%) per andare incontro alla mutata sensibilità della clientela. Nonostante ciò, il 26% degli intervistati ha dichiarato di aver registrato un aumento dei propri sprechi alimentari nel corso dello scorso anno. Quasi la metà di questi (il 44%) ha visto aumentare le eccedenze da scartare fra il 6 e il 15%.  

«Il dato che emerge in modo evidente arriva da quel 26,18% di intervistati che dichiara di aver aumentato lo spreco alimentare nel corso del 2020 - commenta il professor Fabio Iraldo della Scuola Superiore Sant’Anna - Per questi produttori si osserva un incremento significativo dello spreco. Le cause? Sicuramente i lockdown e le restrizioni sul mercato dei consumi fuori casa che hanno costretto i produttori, laddove possibile, a spostarsi su segmenti di mercato alternativi, non sempre facili e immediati da individuare. Rilevanti, inoltre gli impatti diretti sulle loro attività, come la complessità nel gestire il personale e la logistica in uno scenario incerto e in costante cambiamento».

«Pur avendo riscontrato purtroppo un aumento dello spreco alimentare, dobbiamo sottolineare come moltissime aziende siano riuscite a riorganizzare la propria produzione e soprattutto le modalità di proposta al mercato, ad esempio adeguando i formati dei packaging e dimostrando dinamismo di fronte a uno scenario in continua evoluzione», rilancia Marco Cosi, responsabile localismi e ultrefresh di Metro Italia.

 

 

Le soluzioni allo spreco passano da logistica e packaging

Come riuscire a limitare tutto ciò? Lasciando per un momento da parte la pandemia, per prevenire la produzione di eccedenze che rischiano di diventare spreco il 60% degli intervistati ha dichiarato di voler intervenire sulla logistica al fine di ridurre i volumi di merce consegnata per rispondere in modo più puntuale ai fabbisogni dei propri clienti. Per l’86% dei produttori, inoltre, risulta essenziale ragionare sui formati e sui packaging. Anche se la vera sfida è quella di dotarsi di strumenti digitali capaci di favorire la rivendita dei prodotti in mercati secondari; attualmente, il 75% delle aziende è sprovvisto di questa tecnologia/servizio.


 

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