Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 26 aprile 2024  | aggiornato alle 01:57 | 104802 articoli pubblicati

Il “caso” la Fiuma: come un vino dà slancio a territorio ed enoturismo

È il sogno realizzato di Fabio Zappellini, enologo dalla pluriennale esperienza commerciale che con questo Lambrusco Mantovano. Il progetto invita a riscoprire una terra ricca di sorprese enogastronomiche, culturali e artistiche

di Emanuele Bottiroli
 
09 aprile 2022 | 10:23

Il “caso” la Fiuma: come un vino dà slancio a territorio ed enoturismo

È il sogno realizzato di Fabio Zappellini, enologo dalla pluriennale esperienza commerciale che con questo Lambrusco Mantovano. Il progetto invita a riscoprire una terra ricca di sorprese enogastronomiche, culturali e artistiche

di Emanuele Bottiroli
09 aprile 2022 | 10:23
 

Ci sono vini emblematici e identitari che invitano alla riscoperta enoturistica di angoli suggestivi della Lombardia, scorci segreti come quelli dell’Oltrepò Mantovano. Sono etichette originali dedicate anche nel nome a una terra. È il caso de “La Fiuma”, il sogno realizzato di Fabio Zappellini, apprezzato enologo dalla pluriennale esperienza commerciale che con questo Lambrusco Mantovano ha voluto compiere un vero atto d’amore e ringraziamento alla sua terra d’origine, San Benedetto Po.

Nel 2017 Fabio ha creato un vigneto policlonale con alcune barbatelle di Grappello Ruberti Il “caso” la Fiuma: come un vino dà slancio a territorio ed enoturismo

Nel 2017 Fabio ha creato un vigneto policlonale con alcune barbatelle di Grappello Ruberti


Un progetto enologico di pregio

Nel 2017 Fabio ha creato un vigneto policlonale con alcune barbatelle di Grappello Ruberti. Nel 2019 ha raccolto i primi grappoli de La Fiuma, esordio di un progetto enologico che valorizza le caratteristiche di un prodotto dalle grandi potenzialità spesso inespresse, inizio di un percorso di riscoperta e valorizzazione di un territorio ricco di tradizione e storia. Qui fu signora incontrastata la mitica figura di Matilde di Canossa, vero genius loci di queste terre coltivate dai monaci benedettini nel complesso polironiano, già centro nevralgico di cultura, arte ed enologia dall’anno Mille fino al periodo napoleonico.


Inno al grande fiume

La Fiuma è, nel dialetto mantovano, il Grande Fiume per antonomasia, il Po, evocato in etichetta da una calligrafia che firma e garantisce l’intero processo enologico: dalla vite al bicchiere. Una pennellata liquida, energica e spontanea, espressiva e volutamente irregolare. Su un fondo che ha il colore dell’humus di golèna. Perché il vino, benedetto dall’acqua, nasce sempre dalla terra. “La Fiuma”: un nome che riassume l’identità, l’essenza e le radici di un ambizioso e appassionato progetto enologico che parte dalla storia per immaginare e costruire il futuro.


Un vino vero e sorprendente

La Fiuma è un Lambrusco mantovano - per la precisione Grappello Ruberti - in purezza. Un vino “vero” e sorprendente, che sprigiona note piacevolmente acidule di frutti rossi, tra cui spiccano melograno, ciliegia, viola e rosa selvatica. Un vino che recupera la tradizione e la ridefinisce con audacia, irriverenza e passione. Il vitigno da cui nasce è il Grappello Ruberti in purezza. Colore rubino intenso, con riflessi violacei. La spuma è fine, ampia e persistente. Al naso emergono sentori di frutta fresca tra cui spiccano il melograno, la ciliegia e la viola. Dotato di buona acidità, che lo rende verticale al sorso, rivela un carattere delicatamente sapido espressione del vitigno su terreno alluvionale. Le sensazioni retrolfattive virano su amabili sensazioni floreali di viola e rosa selvatica. Un grande vino per un territorio da riscoprire in termini di qualità assoluta.


Un territorio tutto da scoprire

Il progetto enologico di Fabio Zappellini invita a riscoprire una terra che vale della Lombardia, una zona di produzione in cerca di rilancio e di consacrazione a valore. A ciò si dedica senza soluzione di continuità dal 2000 anche l’Associazione “Strada dei vini e dei sapori mantovani”, riconosciuta dalla Regione Lombardia.
Il sodalizio, che ad opera di Paola Beduschi e Gianni Boselli ha segnato il cammino della Federazione Strade dei Vini e dei Sapori della Lombardia, si propone di valorizzare le produzioni tipiche del mantovano dal vino, alle specialità gastronomiche per arrivare ai piatti della tradizione. Su 300 chilometri, opportunamente segnalati con apposita cartellonistica, la provincia si presenta in tutte le sue eccellenze: agroalimentari, appunto, ma anche artistiche, storiche, naturalistiche e paesaggistiche. Della Strada fanno parte sia enti locali che cantine, ristoranti e botteghe del gusto. Le cantine associate si sono attrezzate per visite e degustazioni mentre l’impegno dei ristoratori è di servire i piatti della tradizione: tortelli di zucca, risotto alla pilota o “menà”, luccio in salsa e una gran varietà di dolci. Nelle botteghe del gusto si possono trovare i grandi formaggi Parmigiano Reggiano e Grana Padano, i salami del Consorzio e i cotechini, le zucche e le pere mantovane e le molte mostarde che ben si accompagnano con i formaggi. I Barcaioli del Mincio a Rivalta offrono poi la possibilità di visite fluviali nel cuore della riserva naturale. Seguendo il simbolo dell’Associazione, una sinuosa strada gialla che si insinua in tre acini colorati di giallo, rosso e viola, si possono scoprire aspetti del territorio che non sempre hanno avuto la loro giusta valorizzazione.

Un vino che recupera la tradizione e la ridefinisce con audacia Il “caso” la Fiuma: come un vino dà slancio a territorio ed enoturismo

Un vino che recupera la tradizione e la ridefinisce con audacia


La ricca gastronomia mantovana

Se Mantova è una delle principali città italiane dell’arte, il suo territorio è celebre anche per la ricca gastronomia e per i prodotti della terra, tra i quali la vite occupa un posto privilegiato, affiancata dalle pere, dai meloni, dalle cipolle e dai cereali. Qui la tradizione vitivinicola trova la sua migliore espressione grazie alla conformazione del terreno, all’esposizione al sole e al clima mite.


Attualmente sul territorio della Doc Garda Colli Mantovani sono più di mille gli ettari coltivati a vigneto; antica e fortunata è anche la secolare tradizione di cultura vitivinicola del comprensorio della Doc Lambrusco Mantovano. Un viaggio attraverso la natura e la civiltà del Mantovano non può esimersi dal prendere in considerazione l’impronta profonda portata a questi luoghi dalla dinastia dei Gonzaga, che ai piaceri della vista e della fantasia accostavano quelli del gusto.


Per informazioni: www.mantovastrada.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Union Camere

Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni
Siggi

Siad
Molino Spadoni
Giordana Talamona