Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 29 marzo 2024  | aggiornato alle 09:34 | 104249 articoli pubblicati

Andare all'estero per vaccinarsi. La nuova (pericolosa) frontiera del turismo

La campagna vaccinale in Serbia sta andando a gonfie vele tanto che ci sono dosi anche per gli stranieri, che ora chiedono prenotazioni a raffica. Un'occasione per scoprire nuove mete. E l'Italia?

 
06 aprile 2021 | 11:30

Andare all'estero per vaccinarsi. La nuova (pericolosa) frontiera del turismo

La campagna vaccinale in Serbia sta andando a gonfie vele tanto che ci sono dosi anche per gli stranieri, che ora chiedono prenotazioni a raffica. Un'occasione per scoprire nuove mete. E l'Italia?

06 aprile 2021 | 11:30
 

Ma quale mare, quale montagna, quali attrazioni naturalistiche, culturali, storiche: le ferie estive si decidono in base alle destinazioni che consentono di vaccinarsi in modo più rapido ed efficiente rispetto all’Italia!

La provocazione (perché di tale si tratta, per ora) nasce da una sorte di allarme che Radmila Selakovic, da due anni console della Serbia a Milano, ha lanciato tramite il Corriere della Sera spiegando quante richieste siano partite dall’Italia direzione Serbia (passando dall’ambasciata) chiedendo di poter fare lì il vaccino: «Avvocati, imprenditori, liberi professionisti, anche studenti che mettono a fuoco un nuovo orizzonte di viaggio. Scrivono persino medici o sanitari italiani che hanno saltato il primo giro riservato in Italia e che si informano, perché se costretti a vaccinarsi preferirebbero l’opzione Sputnik, emigrando nei Balcani».

Belgrado Andare all'estero per vaccinarsi La nuova frontiera del turismo

Belgrado

Perchè proprio in Serbia?

Una meta non certo comoda la Serbia che tuttavia potrebbe conquistare un appeal straordinario proprio grazie alla campagna vaccinale. Partire dall’Italia da persone vulnerabili e tornare immunizzati sembra abbia lo stesso fascino di partire con la carnagione chiara da un anno di metropoli e rientrare con la pelle resa scura dal sole dei tropici.

Negli uffici del consolato di Milano, come in quelli dell’ambasciata a Roma anche i giorni festivi hanno avuto una mole di lavoro inaspettata tra telefonate a raffica e mail a ripetizione. Qualcuno, per timore di perdere il treno, ha scelto addirittura di rivolgersi direttamente al ministero della Salute serbo. Dal consolato però vogliono capire se a Belgrado (la capitale) sono pronti a gestire un’eventuale impennata di prenotazioni. «Chi scrive ci chiede la procedura, le tempistiche -continua Selakovic - l’iscrizione online non equivale a un appuntamento vero e proprio, ma è solo una richiesta di adesione che poi verrà gestita in base alla lista di attesa. Per ora i vaccini ci sono e sono gratuiti anche per gli stranieri con o senza permesso di soggiorno».

Serbia in direzione Covid-free

La Serbia infatti sembra attualmente un’isola felice per i vaccini: ci vivono 7 milioni di persone e non è stato difficile avviare a ritmo sostenuto la campagna vaccinale tanto da potersi permettere delle scorte per invitare pure gli stranieri. Basta iscriversi sul portale del governo, al netto dello scoglio di una lingua assai ostica. Ma visto quanto abbia fatto da calamita la campagna presto la procedura potrebbe essere tradotta in inglese.

Un portale talmente libero da non pretendere neanche di sapere da dove si arrivi. Ma al di là delle battute la Serbia sta conquistando posizioni nell’indice di gradimento mondiale grazie proprio ad una campagna vaccinale che sta funzionando tanto che il Paese sta raggiungendo la tanto ambita etichetta di Covid-free. Alla base della strategia c’è un’ottima diplomazia vaccinale che ha consentito l’abbondanza di dosi, in particolare di quelle cinesi, di gran lunga le più somministrate perché essendo alta l’offerta non tocca mettersi in fila.

Cambiano le priorità per i turisti

Non che la Serbia manchi di attrazioni (il solo Danubio e la storia millenaria dei Balcani, crocevia di culture potrebbero bastare) ma non ha certo nel turismo la sua fonte di reddito primaria: gli sbocchi sul mare mancano, anche se distano pochi chilometri sconfinando nel Montenegro e in Croazia. Tuttavia bisogna mettersi in un’ottica completamente diversa: il turismo sta cambiando, anzi è già cambiato e quindi la mentalità dei turisti è cambiata. Certo, non si può dire che mare e montagna abbiano perso improvvisamente il loro fascino, ma che si siano inserite altre priorità nell’organizzare un viaggio è un dato di fatto.

In ogni caso la Serbia è bene che si attrezzi per contenere una potenziale invasione dall’estero: riuscendo nell’impresa la sua immagine conquisterebbe altri 100 punti. Arrivare nel Paese balcanico dall’Italia però non è così facile: almeno fino al 30 aprile non ci sono voli diretti e quindi bisogna fare scalo a Vienna, Zurigo o Budapest (motivo per cui l’idea di poter viaggiare all’estero si conferma più un’idea che una reale possibilità come già avevamo raccontato per destinazioni più note alla vigilia di Pasqua). Non resta che mettersi al volante, meglio se di notte, e viaggiare clandestinamente per raggiungere l’eldorado. Dai Paesi confinanti invece, prove tecniche di assalto sono già andate in onda il giorno che si scatenò il panico per la sospensione di AstraZeneca. La Serbia lanciò un appello e in un weekend arrivarono in 22mila da Bulgaria, Macedonia e Montenegro. «Senza appuntamento è inutile partire: le frontiere sono chiuse e serve aver fissato la prenotazione», aggiunge il console.

San Marino e Qatar le altre destinazioni

Ma la Serbia non è l’unica destinazione potenzialmente destinata a diventare tra le più ambite grazie al vaccino. Dopo aver letto degli accordi con la Russia per Sputnik, c’è chi ha sperato nella pista di San Marino. «Invano ci hanno tempestato di domande, non solo dall’Italia, ma anche da Francia, Svizzera e dal resto d’Europa», raccontano dall’Istituto per la sicurezza sociale. Qualche spiraglio si è aperto anche in Vaticano, dove vengono vaccinati non solo i parenti dei residenti, ma anche chi entra per motivi di lavoro. E poi il Qatar dove chi arriva conquista automaticamente anche un vaccino. Ma chi ha soldi e tempo per concedersi un viaggetto immunizzante in Qatar? Forse ora in pochi e in pochissimi ci pensano, ma se diventasse la normalità? Meglio che l’Italia si sbrighi o sarà il definitivo colpo del ko per il nostro turismo. Sempre che sarà già stato abbattuto.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali
       


Fonte Margherita
Cantine Collalto
Molino Dallagiovanna
Delyce

Fonte Margherita
Cantine Collalto
Molino Dallagiovanna

Delyce
Nomacorc Vinventions