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Ora tutti possono avere uno chef a domicilio

La pandemia ha allargato il pubblico e il target dei cuochi a domicilio. Tra questi c'è Andrea Poli, conosciuto come “Memo’s”: «Sono partito da Parma e ora ho clienti in tutta Europa, è una passione»

 
06 giugno 2021 | 12:30

Ora tutti possono avere uno chef a domicilio

La pandemia ha allargato il pubblico e il target dei cuochi a domicilio. Tra questi c'è Andrea Poli, conosciuto come “Memo’s”: «Sono partito da Parma e ora ho clienti in tutta Europa, è una passione»

06 giugno 2021 | 12:30
 

A marzo 2020 il mondo e in particolare l’Italia sono stati travolti da una pandemia che ha cambiato la vita di tutti noi. Dal poter uscire a pranzo e cena quando lo si desiderava, siamo stati costretti a chiuderci in casa, per evitare che si diffondesse maggiormente questo virus incontrollabile. Durante i primi mesi di lockdown gli italiani hanno quindi riassaporato la passione per la cucina, sperimentando nuove e tradizionali ricette, per accompagnare le proprie giornate. Conclusosi il periodo di prima chiusura e l’estate, il timore per il contagio ha portato molti a prediligere un pranzo o una cena a casa, trasformando il proprio salotto in un ristorante. È proprio in questo periodo che è spopolata la figura dello chef a domicilio.

Andrea Poli, aka Memo's

Andrea Poli, aka Memo's


Gli chef a domicilio sono stati per lungo tempo delle figure “elitarie”, legate nella storia prima alle corti reali e nobiliari e successivamente a personaggi importanti e volti noti. Grazie alla pandemia il pubblico e il target di questi chef si sono ampliati, portando questa categoria di lavoratori a non essere soltanto considerati come uno “strumento” di cucina, ma veri “personaggi”, con seguaci e clienti di tutte le età e classi sociali.

Ma che cosa fa nello specifico uno chef a domicilio? Come si struttura il servizio? Che rapporto si instaura con la clientela? Qual è l’ingrediente segreto per diventarne uno? A questi quesiti risponde Andrea Poli, aka “Memo’s”, un giovane chef a domicilio che partendo dalla cittadina di Parma ha raggiunto in poco tempo clienti in tutta Europa.

La sua è una passione per la cucina nata per caso
La sua è una passione per la cucina nata per caso


Andrea, sei noto al pubblico come Memo’s. Parlaci di te, dove sei nato, dove sei cresciuto e quando è nato l’amore per la cucina.
Sono nato e cresciuto a Parma, la capitale del Food italiano, ma della cucina proprio non me ne intendevo. La cucina non era la mia priorità! A 27 anni sono andato a convivere con la mia fidanzata: è qui che i giochi sono cambiati. Per “sopravvivenza” ho iniziato a preparare semplici piatti. In poco tempo è sbocciato l’amore, ho approfondito le tecniche dei grandi chef italiani e internazionali attraverso libri e ristoranti. Quando dovevo cenare con i miei amici o con la mia famiglia creavo piatti particolari, che rivisitassero la tradizione emiliana o se ne discostassero completamente, per stupirli e farli riflettere. Sono stati proprio loro i miei primi critici e sostenitori.

Poco dopo hai partecipato ad un noto programma tv di cucina. Dove ti ha portato questa occasione? Cosa ti ha insegnato?
L’esperienza in televisione porta notorietà dal momento in cui vinci il programma. Per un piccolo errore sono uscito rapidamente, ma anche quel poco tempo mi ha insegnato molto. Le tempistiche televisive sono rapide, non ci possono essere errori, devi dare il meglio di te per accedere al prossimo round. L’ansia si è così disciplinata. Le piccole prove superate ti portano ad avere calma, determinazione e concentrazione. Sono proprio queste caratteristiche che mi hanno permesso di portare avanti il mestiere di chef a domicilio.

Andrea invia ai suoi clienti una lista di ingredienti, poi si lascia trasportare dall'ispirazione
Andrea invia ai suoi clienti una lista di ingredienti, poi si lascia trasportare dall'ispirazione


Perché hai scelto di diventare uno chef a domicilio? Perché Memo’s? Racconta del progetto e di come hai dato inizio a questa idea.
Questo mestiere nasce per caso. Un amico mi aveva chiesto di preparare una cena in occasione dell’anniversario con la sua fidanzata. Mi sono organizzato con quello che avevo in casa e ho servito loro un menu completo. Grazie a quella prima cena ho capito cosa volessi fare nella vita. Mancava il nome. Quando sono tornato da Parigi per un viaggio di piacere con alcuni amici, ripercorrendo nella memoria le giornate, ho notato una cosa. Ciò che ricordavo con affetto non erano i monumenti della città, ma i piccoli momenti condivisi, le persone incontrate, le vie percorse, le “memories”. Da qui il nome Memo’s. Quando preparo la cena per un cliente voglio lasciargli quella impressione, quel qualcosa che gli ricordi per sempre della nostra serata insieme.

Una serata da ricordare necessita di un servizio impeccabile: qual è il servizio tipo?
Quando ho intrapreso questo percorso il mio scopo era quello di distinguermi dai ristoranti e dagli altri chef. Per questo motivo il menu veniva scelto in un modo un po’ insolito: inviavo al cliente alcune immagini di ingredienti che avrei potuto usare. Dalle risposte capivo come strutturare il menu, che cotture utilizzare e che abbinamenti fare. Ora, grazie all’esperienza e alla fiducia di chi mi chiama, vado a mano libera, scelgo proprio quel giorno cosa servire e il risultato è sempre stato, per fortuna, positivo! Per quanto riguarda la tipologia di clientela, mi trovo d’accordo con la vostra riflessione. Al giorno d’oggi ognuno di noi si può permettere, per un’occasione speciale o una cena galante, uno chef a domicilio. Il prezzo è accessibile per un menu da 5 portate. Mi occupo io della spesa e degli utensili necessari, del servizio da tavola e della pulizia. È proprio come essere in un ristorante, ma nel proprio salotto o giardino.

Per i suoi piatti va «a mano libera, scelgo quel giorno cosa preparare»
Per i suoi piatti va «a mano libera, scelgo quel giorno cosa preparare»


Perché, secondo te, il mestiere dello chef a domicilio è diventato così popolare? Che rapporto si instaura con la clientela? Cos’è cambiato con la pandemia?
Uno chef a domicilio ti permette di vivere l’esperienza del ristorante comodamente da casa tua, dove non devi per forza essere vestito elegante e dove vivi la quotidianità, che per una serata viene catapultata in un altro mondo. La pandemia ci ha sicuramente aiutati molto: dalla vita normale si è passati prima ad un lockdown totale e poi a restrizioni che vincolavano le abitudini di tutti noi. La paura del virus ha portato tutti a cucinare e poi ordinare delivery. Lo chef a domicilio rappresenta ora il ristorante per l’occasione speciale, come un anniversario o un compleanno, una semplice cena tra amici o con la propria famiglia. È una coccola, un comfort, un momento di lussuosa intimità.

Nel futuro come si evolverà questa figura? Tutti i ristoratori possono essere chef a domicilio? Qual è l’ingrediente segreto per diventarlo?
Rimarrà, a mio parere, uno sfizio per chiunque abbia voglia di uscire dalla routine. I ristoratori dovrebbero ora capire se rivoluzionare il modo di fare cucina o continuare per la tradizionale via del locale. Serve però una caratteristica fondamentale per fare il nostro lavoro: l’empatia. Non basta servire i piatti o descrivere il menu, sono d’obbligo accoglienza, ospitalità, gentilezza, disponibilità e tante risate. Bisogna, sempre nel rispetto dei clienti, instaurare un rapporto di “amicizia”, per far sentire l’ospite davvero a “casa”.

Per un'occasione speciale, il salotto si trasforma in un ristorante di alto livello
Per un'occasione speciale, il salotto si trasforma in un ristorante di alto livello


Qual è il tuo sogno? Hai progetti a lungo termine?
Il mio sogno sarebbe quello di creare un laboratorio culinario, un ristorante di casa, con pochi coperti e prodotti artigianali da regalare a seguito del servizio e vendere online, per lasciare alle persone un ricordo del momento condiviso insieme. Sarà all’inizio complicato ma mi renderebbe l’uomo più felice del mondo.

Per informazioni:
www.memoschef.it
www.jacleroi.com


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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