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Gelate improvvise nei vigneti. Toscana, Veneto e Piemonte ko

Dopo un primo assaggio di primavera, è calato il gelo al nord con i vigneti che sono stati messi a dura prova da temperature sotto zero. Richiesto lo stato di calamità. Anche la Francia in ginocchio

 
13 aprile 2021 | 16:16

Gelate improvvise nei vigneti. Toscana, Veneto e Piemonte ko

Dopo un primo assaggio di primavera, è calato il gelo al nord con i vigneti che sono stati messi a dura prova da temperature sotto zero. Richiesto lo stato di calamità. Anche la Francia in ginocchio

13 aprile 2021 | 16:16
 

Non bastavano i danni creati dalla pandemia, la chiusura dei ristoranti che ha fermato le vendite e delle cantine che hanno interrotto la loro attività enoturistica, ora anche una gelata improvvisa proprio dopo il primo accenno di primavera ha mandato in crisi i vignaioli con le coltivazioni che ora si trovano a dover fare la conta dei danni. Tutto vino dell’annata 2021 che rischia di andare perso prima di nascere e che si aggiungerà ai 200 milioni di litri rimasti in cantina, invenduti. Veneto, Toscana e Piemonte le regioni più colpite, ma anche la Francia è stata messa ko.

Fuoco di paglia contro le gelate Gelate improvvise nei vigneti Toscana, Veneto e Piemonte ko

Fuoco di paglia contro le gelate

Piemonte, Cuneo la provincia più colpita

Cominciamo dal Piemonte. L’ondata di gelo artico che nella notte tra il 7 e 8 aprile ha fatto scendere i termometri a minime di 8,5° sottozero nella pianura del Po, in particolare nelle aree del Saluzzese e del Saviglianese in provincia di Cuneo, ha provocato danni significativi ai vigneti del Piemonte. Lo rilevano i tecnici di Confagricoltura, impegnati nei sopralluoghi nelle aree viticole della regione subalpina.

«I danni sono fortunatamente localizzati - spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte - ma tali da creare rilevanti ripercussioni economiche sulle imprese colpite».

Complessivamente la superficie danneggiata è di circa 5mila ettari, su un totale di circa 43.714 che è la superficie complessiva del vigneto piemontese, con percentuali di danno che vanno dal 20 fino a oltre il 40%. Colpiti in particolare i giovani impianti: occorrerà attendere ancora una quindicina di giorni per capire se gli innesti potranno riprendere l’attività vegetativa.

Gelate in Piemonte Gelate improvvise nei vigneti Toscana, Veneto e Piemonte ko
Gelate in Piemonte


«In provincia di Alessandria - chiarisce il direttore dell’Unione Agricoltori alessandrina Cristina Bagnasco - la zona più colpita è quella dell’Acquese, dove risultano danneggiati circa 800 ettari di vigneti, con perdite di produzione che in alcune aree raggiungono il 40%». Danni elevati ai rimpiazzi di barbatelle nel Monferrato Casalese, dove si spera che le giovani piante possano ricacciare. Qualche segnalazione di danno arriva anche dall’alta val Lemme, mentre nel Tortonese il gelo ha colpito meno, con danni che interessano circa il 5% del potenziale viticolo.

In provincia di Cuneo la situazione è un po’ meno grave: si segnalano alcuni danni nel Roero e nelle zone un po’ più anticipate del Barolo e Barbaresco dove le viti avevano iniziato a vegetare con i primi germogli. Si iniziano a vedere i primi danni che saranno meglio quantificabili nei prossimi giorni. «Stimiamo un danno del 15-20% delle gemme colpite su una superficie di circa 3mila ettari», dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo. Poco colpite le zone del Moscato, il Doglianese e il Monregalese.

«Registriamo anche danni importanti nella zona del Nizza e nelle valli del Belbo e del Tiglione, nelle posizioni più basse», afferma il direttore di Asti Agricoltura Mariagrazia Baravalle. La superficie interessata in provincia di Asti è di circa 4mila ettari, con un danno medio del 35%.

In provincia di Torino si segnalano danni ai vigneti del Pinerolese e in alcune aree del Canavese: si stima un danno medio del 30% su una superficie colpita di circa 200 ettari.

Colpiti alcuni vigneti di nebbiolo, in particolare nella zona di Gattinara. «In provincia di Vercelli - puntualizza il direttore di Confagricoltura Vercelli Biella Fabrizio Filiberti - è stata colpita una superficie di circa 40 ettari, con un danno medio del 30%». Danni anche in provincia di Novara, come precisa il direttore di Confagricoltura Roberto Sonzini. «La superficie vitata interessata, soprattutto Nebbiolo, è di circa 100 ettari con un danno medio del 30%».

Confagricoltura ricorda che in Piemonte sono 13.177 le imprese che coltivano vite. «Una prima stima quantificata in modo ancora molto approssimativo, che potrà ancora essere aggiornata nelle prossime due settimane - dichiara il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro - tenendo presente soltanto il valore dell’uva che non si raccoglierà e il rimpiazzo delle barbatelle di vite, ci porta a quantificare un danno complessivo di circa 18 milioni di euro a prezzi di base».

Veneto, a rischio il Prosecco

La Cia del Veneto lancia invece l’allarme sul Prosecco: «Uno sbalzo di temperatura di oltre 20 gradi nel giro di pochi giorni, una anomalia a cui purtroppo ci dovremo abituare e che porterà gravi conseguenze alle colture agricole». Secondo il presidente Gianmichele Passarini, i cambiamenti climatici mettono sotto stress colture così delicate. «Siamo passati da temperature sopra i 20-25 gradi (prima anomalia) dei giorni scorsi alla gelata dell’altra notte (altra anomalia). Le colture in piena vegetazione e i frutteti in fiori ne subiranno le conseguenze anche se dovremo aspettare alcuni giorni per quantificare i danni. Nella nostra regione a soffrire di più sono state le zone pedemontane, collinare e il Trevigiano. Purtroppo, sono attese ancora alcune notti con temperature rigide: in collina, specialmente nelle aree dove si produce Prosecco, le piante erano attive con germogli vigorosi e il rischio è che possano collassare».

Gelate in Veneto Gelate improvvise nei vigneti Toscana, Veneto e Piemonte ko
Gelate in Veneto


Tra le colture a rischio anche i tanti frutteti del Veneto: dai kiwi ai ciliegi del Vicentino. Tra il Padovano e Il Veneziano danni alle colture orticole e agli asparagi. I funzionari Cia stanno seguendo la situazione. «Siamo in contatto con i tecnici di Avepa per monitorare i danni. Ci vorrà qualche giorno per capire se sono irreversibili. Certamente sarebbe una situazione drammatica, in un anno in cui si conta di riprendere con le esportazioni per lasciarsi alle spalle le difficoltà che il comparto ha vissuto durante la pandemia. Per questo - conclude Passarini - stiamo valutando la richiesta dello stato di calamità e di un intervento straordinario della Regione Veneto».

In Toscana chiesto lo stato di calamità

Anche in Toscana la questione è delicata. Una situazione definita «catastrofica», per la quale Confagricoltura chiede a Regione Toscana di «dichiarare lo stato di calamità». La gelata di questa notte, ampiamente annunciata dalle previsioni meteo, ha lasciato strascichi pesanti nella produzione ortofrutticola e vitivinicola in diversi angoli dell’Italia.

In particolare, secondo il sindacato, sarebbe stato danneggiato il 50% dei vigneti posti nelle parti inferiori delle colline, specie in quelli in cui il risveglio vegetativo era più evidente.

«Il momento peggiore è stato tra le 3 e le 6 della scorsa notte - evidenzia Francesco Colpizzi, presidente federazione vitivinicola di Confagricoltura Toscana - e nonostante le misure messe in atto dalle aziende, ci sono ingenti danni che quantificheremo nelle prossime ore». Le gelate non hanno risparmiato Montalcino, con effetti in vigna a macchia di leopardo.
«All’alba di quest’oggi - riporta il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci - la temperatura è scesa sotto lo zero ma i danni sono limitati: buona parte delle gemme sono ancora dormienti e per le altre ci affidiamo a una seconda germogliazione. Il danno c’è stato ma la seconda vegetazione rimetterà in parte le cose a posto».

Le gelate in Toscana Gelate improvvise nei vigneti Toscana, Veneto e Piemonte ko
Le gelate in Toscana


«Nel frattempo - continua Bindocci - diversi produttori si sono adoperati per scaldare l’aria bruciando grandi rotoli di paglia posizionati nei vigneti. L’obiettivo è generare fumo e calore a bassa altezza bruciando lentamente la paglia bagnata. Il risultato visivo è suggestivo, quello sui vigneti lo si scoprirà tra qualche giorno».

A poche ore dal disastro, con le temperature che sono scese fino a 7 gradi sottozero, il presidente di Confagricoltura Toscana, rivolge un appello alle Istituzioni: «Ad Arezzo è andata persa tutta la produzione frutticola - spiega Marco Neri - nel resto della regione susini e peschi registrano danni ingentissimi. Per gli ortaggi faremo una stima nei prossimi giorni, le premesse sono pessime, ma ci aspettiamo che la Regione dichiari lo stato di calamità».

Aggiunge il presidente della sezione ortofrutta di Confagricoltura Toscana, Antonio Tonioni: «La produzione riprenderà solo nel 2022. Molte aziende sono a rischio chiusura e migliaia di stagionali resteranno senza lavoro. Questa annata non produrrà reddito. Non c’è tempo da perdere, ci aspettiamo risposte dalla politica in tempi brevi. Le aziende hanno spese a cui devono far fronte nell’immediato. Serve una rimodulazione degli impegni bancari, degli oneri fiscali e previdenziali».

Anche la Francia in ginocchio

Ma l’Italia non è la sola a dover fare i conti con questa situazione climatica perché anche la Francia è ginocchio. «Mi rivolgo a voi, agricoltori, che in tutta la Francia avete combattuto instancabilmente, notte dopo notte, per proteggere i frutti del vostro lavoro». Con un messaggio su Twitter il presidente francese, Emmanuel Macron, ha voluto schierarsi al fianco dei viticoltori francesi colpiti dalle gelate che stanno rovinando viti, colture e altri prodotti della terra. «Voglio darvi il nostro pieno sostegno in questa lotta. Tenetevi forte! Siamo al vostro fianco ora e vi rimarremo».

Le temperature gelide registrate durante le scorse notti stanno infatti decimando quei raccolti che da sempre rappresentano un bene prezioso e redditizio per la Francia. Il termometro è sceso fino a sei gradi sotto zero creando uno sbalzo fortissimo rispetto agli scampoli d'estate che avevano colpito la Francia la scorsa settimana.

Un excursus termico che sta provocando danni diffusi in molte regioni, dalla zona di Bordeaux alla Borgogna, dalla Valle del Rodano alla regione dello Champagne, con i viticoltori impegnati a fare una triste conta dei danni. A Bordeaux, è danneggiato anche la crescita di alberi da frutto come albicocche, pesche e nettarine e colture da campo come colza e barbabietola da zucchero; l'impatto è stato particolarmente grave perché il gelo ha seguito diversi giorni di caldo che aveva accelerato la crescita delle piante.

Per contrastare gli effetti del freddo, gli stessi agricoltori hanno acceso migliaia di piccoli fuochi e candele vicino a viti e alberi da frutto, fiammelle che, oltre a diffondere calore tra i campi, sono rapidamente diventate il simbolo di un'intera categoria decisa a non arrendersi.  

Il governo di Parigi, intanto, sta preparando un pacchetto di aiuti per far fronte a quella che rischia di diventare una vera catastrofe agricola. In alcune regioni le previsioni dicono che si potrebbe registrare il raccolto più scarso degli ultimi 40 anni con perdite che vanno dal 50% in Borgogna all'80% nella Valle del Rodano. Il premier, Jean Castex, ha promesso aiuti eccezionali e ha annunciato l'eliminazione del massimale dal regime di compensazione per le catastrofi agricole.

Il premier ha anche puntato l'indice contro il cambiamento climatico: di fronte a fenomeni estremi che «tendono a ripetersi, possiamo vedere che tutto questo è legato al cambiamento climatico in atto«. A suo giudizio, è necessario «continuare e amplificare le azioni strutturali» per adattare l'agricoltura e l'intera economia a questo cambiamento, in particolare attraverso la prossima Politica agricola comune europea e il ddl sul clima all'esame dell'Assemblea nazionale. «La Francia ha bisogno, ed è anche questione di sovranità, di un'agricoltura forte».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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