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Tra “merende reali” e pranzi al museo si rilancia il turismo culturale in Italia

Trasformare l’arte e la cultura (culinaria e storica) in un business redditizio sembra essere ormai la via obbligata per il rilancio dell’economia italiana, che dal turismo può trarre la sua leva maggiore per la risalita

di Emanuela T. Cavalca
 
17 giugno 2015 | 14:22

Tra “merende reali” e pranzi al museo si rilancia il turismo culturale in Italia

Trasformare l’arte e la cultura (culinaria e storica) in un business redditizio sembra essere ormai la via obbligata per il rilancio dell’economia italiana, che dal turismo può trarre la sua leva maggiore per la risalita

di Emanuela T. Cavalca
17 giugno 2015 | 14:22
 

L’arte va gustata lentamente, proprio come un buon piatto di spaghetti con la pummarola ‘ncoppa. Avere un patrimonio così vasto e non saperlo sfruttare è controproducente. Forse i puristi del bello storceranno il naso, ma oggi per trasformare un bilancio in attivo, deve rendere piacevole la cultura. Orari più elastici, oggettistica, personale sorridente, preparato, caffetterie e ristoranti di livello sono strumenti di marketing fondamentali per una struttura museale.

Se si tratta di musei nazionali è la Soprintendenza dei beni culturali a occuparsi di indire gare per la gestione di questi spazi, ma, come sta avvenendo a Milano in Galleria, bisognerebbe usarli come leva economica strategica. Qualcuno sostiene che con la cultura non si mangia, a dispetto di questa idea, troviamo brillanti esempi all’estero, ma per fortuna anche l’Italia si sta adeguando. Nei musei italiani si può alternare la visita a una mostra con una piacevole sosta, ideale per le gambe stanche. Un passo indietro nella storia, ma goloso lo troviamo a Torino, che propone la merenda reale.



Presso la corte sabauda c’era la consuetudine di intingere, anzi di bagnare dei biscotti nella cioccolata o nel caffè. Dunque tutti i fine settimana si può fare merenda senza prenotazione nella Caffetteria del settecentesco Castello di Rivoli o nella Caffetteria degli Argenti, all’interno della Reggia di Venaria e in alcuni locali storici torinesi (www.turismotorino.org - www.residenzereali.it): il costo varia dai 10 ai 12 euro a persona con la possibilità di gustare paste savoiarde, baci di dama, cioccolatini, il biscotto pazientino, il confortino, noto come lingua di gatto, eporediesi al cacao… vere delizie che solo la pasticceria piemontese riesce a sfoderare e a mandare in visibilio chi li assaggia.

Certo i nomi a volte profumano di passato, ma è un modo per godersi le dimore storiche, i giardini e anche il museo di arte contemporanea del Castello di Rivoli. C’è di più, si può organizzare anche un compleanno reale, che per qualche ora trasforma in una testa coronata. Davide Scabin con il suo ristorante di tendenza Combal.Zero non poteva trovare posto più adeguato, se non accanto al museo d’arte contemporanea di Rivoli. I visitatori del museo nazionale del Cinema e della Mole Antonelliana hanno a disposizione la caffetteria, un luogo elegante, ideale per colazioni, pranzi o cene, rinnovato a ottobre.

Grazie al sodalizio Eataly e Caffè Vergnano la clientela ha a disposizione una caffetteria con un'area dedicata a Vino Libero e l’altra alla ristorazione e ai prodotti di qualità. E a Milano? Il museo Novecento, inaugurato cinque anni fa, vanta una collezione raffinata con circa 400 opere, da Guttuso a Marino Marini. All’ultimo piano troviamo Giacomo Arengario, un bar-ristorante aperto fino a tardi e curato nei minimi dettagli in stile anni Trenta, dalle cui finestre puoi dominare la piazza del Duomo e la galleria.



L’ingente patrimonio artistico di Banca Intesa ha dato vita a Gallerie d’Italia, un progetto culturale con tre musei, suddivisi tra Milano, Vicenza e Napoli. Quello milanese si trova proprio nel cuore della città, di fronte al Teatro alla Scala: occupa la sede storica della Banca Commerciale, firmata nei primi anni del Novecento da Luca Beltrami. Indipendentemente dalla visita al museo si accede alla Caffetteria DeCanto, attraversando lo Spazio Cultura, parte integrante delle Gallerie di Piazza Scala. Progettato dall’architetto De Lucchi, questo spazio è aperto tutti i giorni dalla mattina alla sera e propone una gamma di piatti e pasticceria.

La mano sapiente dell’architetto ha liberato la struttura dai legami con il vecchio ambiente lavorativo, rendendolo fruibile indifferentemente da visitatori, uomini d’affari o stranieri. Un modo come un altro per godersi un luogo elegante, esclusivo e riservato, anche solo per sorseggiare un buon caffè. Con insegna diversa troviamo la caffetteria a Venezia presso il Palazzo Ducale, Museo Correr, Ca’ Rezzonico e Ca’ Pesaro. È piacevole ascoltare una presentazione di un libro o bere un drink al Design Café Giardino della Triennale. In omaggio all’Expo la pasticceria Cova, dal 2013 parte del gruppo francese Lvhm, ha ombreggiato la struttura esterna con il suo colore blu cobalto. Un progetto inaugurato ad aprile e che dovrebbe terminare a ottobre, ma che tutti si augurano prosegua nel tempo.



La fondazione Palazzo Blu è stata creata appositamente per gestire le attività culturali dello splendido palazzo sul Lungarno a Pisa. Riportato al colore originario che aveva nel Settecento, al primo piano della foresteria troviamo il Blu Café, gestito da Pietro Vattiata e orientato ad una cucina moderna. Non potevamo che terminare con il museo atelier del ristorante Canova Tadolini, proprio in centro a Roma. Si pranza in mezzo a modelli preparatori, busti, bassorilievi, statue, quasi ci si trovasse in una bottega di uno scultore. Antonio Canova aveva lo studio proprio in queste stanze, in seguito l’ha lasciato in eredità ad Adamo Tadolini, suo allievo. Da allora questo disordine artistico fa da sfondo a qualche piatto di bucatini all’amatriciana.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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