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Turismo, aumenta il lavoro nel settore con un +8% di italiani in vacanza

Segno positivo per il settore del turismo italiano che conta in una ripresa visto che 6 italiani su 10, l’8% in più rispetto allo scorso anno, hanno deciso di partire per le vacanze estive; +5% anche di turisti stranieri. Di questi due su tre considerano la cultura e la gastronomia le principali motivazioni del viaggio in Italia

08 giugno 2015 | 12:00
Turismo, aumenta il lavoro nel settore 
con un +8% di italiani in vacanza
Turismo, aumenta il lavoro nel settore 
con un +8% di italiani in vacanza

Turismo, aumenta il lavoro nel settore con un +8% di italiani in vacanza

Segno positivo per il settore del turismo italiano che conta in una ripresa visto che 6 italiani su 10, l’8% in più rispetto allo scorso anno, hanno deciso di partire per le vacanze estive; +5% anche di turisti stranieri. Di questi due su tre considerano la cultura e la gastronomia le principali motivazioni del viaggio in Italia

08 giugno 2015 | 12:00
 

Il fatto che sei italiani su dieci abbiano deciso di trascorrere una vacanza in estate con un aumento dell’8% rispetto allo scorso anno, che ha lasciato un bilancio pesantemente in rosso, è un importante segnale di incoraggiamento per il turismo italiano dove trovano lavoro un milione di persone, molte delle quali proprio durante il periodo estivo. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che 1/3 della spesa turistica è destinata all’alimentazione con effetti positivi sui settori a valle.



La ripresa del settore turistico ha un effetto diretto su tutti quei profili professionali utilizzati dalle strutture vacanziere come cuochi, camerieri, addetti all'accoglienza, all'informazione, ai servizi e all'assistenza alla clientela ma a beneficiare del maggiore flusso sono tutte le strutture economiche impegnate ad offrire prodotti e servizi, come dimostra il fatto si stima dipenda dal turismo circa il 10% del Pil italiano.

Un segnale positivo viene anche dall’aumento degli arrivi dei turisti stranieri in Italia con un tasso di crescita del 5% dai Paesi extraeuropei spinto dal miglioramento della situazione economica ma anche dall’appuntamento dell’Expo, secondo le previsioni Ciset per il 2015. Infatti gli 8 milioni di turisti stranieri previsti per l'Expo dedicheranno il 67% del loro tempo per visitare “altro” e manifestano chiaro interesse per percorsi e visite in Toscana, Lombardia, Lazio, Veneto ed Emilia Romagna, secondo la ricerca della società specializzata in indagini sul turismo Jfc che ha analizzato le aspettative dei turisti stranieri.

Se due stranieri su tre considerano la cultura e il cibo la principale motivazione del viaggio in Italia la buona tavola è considerata un valore aggiunto della vacanza anche dalla maggioranza degli italiani. La gran parte dei risultati economici e delle opportunità di lavoro del turismo in Italia nell’estate 2015 dipende quindi dalle scelte dei turisti a tavola che condizionano i bilanci di ristoranti, agriturismi, mercati, pizzerie, negozi, bar e gelaterie ma anche di sagre e mercati degli agricoltori di campagna Amica per i quali si è registrato un vero boom negli ultimi anni. Il mangiare e bere è anche il vero valore aggiunto delle vacanze Made in Italy.

Tra tutti gli elementi della vacanza, dall’alloggio ai trasporti, dai servizi di intrattenimento a quelli culturali, la qualità del cibo in Italia è infatti quella che ottiene il più alto indice di gradimento trai i turisti stranieri e italiani. L’Italia è l’unico Paese al mondo che può vantare una tradizione culinaria conosciuto in tutto il mondo è supportata dal maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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