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Guide turistiche a scuola di cucina per rilanciare le città e i piccoli borghi

Un progetto di formazione enogastronomica rivolto alle guide turistiche italiane per rendere più attrattive le città d’arte, i loro territori e i piccoli borghi. Questo il progetto presentato a Roma da Fipe e Confguide

di Mariella Morosi
 
12 dicembre 2016 | 17:46

Guide turistiche a scuola di cucina per rilanciare le città e i piccoli borghi

Un progetto di formazione enogastronomica rivolto alle guide turistiche italiane per rendere più attrattive le città d’arte, i loro territori e i piccoli borghi. Questo il progetto presentato a Roma da Fipe e Confguide

di Mariella Morosi
12 dicembre 2016 | 17:46
 

La Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi e la Confguide, l’associazione che rappresenta le 17mila guide turistiche e gli accompagnatori italiani, hanno presentato al Mibact, il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, un progetto di formazione enogastronomica destinato ai professionisti dell’accoglienza dei visitatori del nostro Paese. Il progetto, che partirà a Milano da gennaio, si ispira alle direttive contenute nel piano strategico del turismo 2017-2022 voluto dal Ministro Dario Franceschini.

Avvicinare il mondo dei viaggi a quello dell’enogastronomia attraverso un corso rivolto alle guide turistiche ha come obiettivo quello di rendere più attrattive nella competizione turistica mondiale non solo le città d’arte, ma i loro territori e i piccoli borghi. Alla presentazione dell’iniziativa hanno partecipato per il Mibact il sottosegretario Dorina Bianchi e il direttore generale Turismo Francesco Palumbo, Maria Paola Migliosi, presidente della Confguide e, per la Fipe, il vicepresidente Aldo Cursano e Luciano Sbraga dell’ufficio studi.

Guide turistiche a scuola di cucina rilanciare piccoli borghi

«È questo il primo progetto operativo del piano strategico del turismo - ha detto Francesco Palumbo - che nasce da convergenze di obiettivi comuni e mette i singoli attori del comparto turistico a lavorare nella stessa direzione. Attraverso una più approfondita formazione enogastronomica delle guide potremmo far conoscere ai visitatori non solo i nostri beni culturali e le città d’arte, ma anche le realtà territoriali e i luoghi del cibo, considerando come il turismo enogastronomico sia sempre più in espansione».

A partire dal 16 gennaio le guide che ne faranno richiesta parteciperanno a speciali corsi - moduli formativi di 28 ore - che non si terranno tanto nelle aule quanto nei luoghi dove il cibo nasce o viene prodotto, acquisendo così un’esperienza da trasmettere poi ai turisti. A Milano potranno anche incontrare grandi chef come Claudio Sadler, Giancarlo Morelli e Andrea Berton che racconteranno non il piatto in sé ma tutta la cultura e la tradizione che c’è dietro. Le guide andranno anche nelle città e nei borghi a scoprire i tanti luoghi del gusto, dai ristoranti tipici alle pasticcerie storiche, dai locali di tendenza legati ai territori alle aziende dell’agroalimentare fino alle filiere del riso del Lodigiano.

«L’iniziativa porta a un nuovo modello di turismo - ha detto Aldo Cursano della Fipe - che accrescerà il valore esperienziale di una destinazione con la consapevolezza della qualità e del valore del nostro cibo che non teme confronti al mondo. Importante integrare i famosi luoghi dell’arte più visitati come Firenze, la mia città, con i loro territori. Questo porterebbe i turisti anche ad aumentare i giorni di permanenza media».

Aldo Cursano ha citato l’esempio del Mercato Centrale di Firenze dove la cultura enogastronomica toscana è rappresentata in tutto il suo valore: «È visitato - ha detto - come gli Uffizi». Del resto, come ha sottolineato Maria Paola Migliosi della Confguide «Il turista non vuole più sentirsi tale in un contesto storico-artistico, ma chiede di essere parte della realtà locale, di essere collegato al territorio e alle altre sue specificità». Necessario quindi organizzare meglio i flussi turistici verso i grandi attrattori, come le più importanti città d’arte.

«Bisogna allargare le visite a patrimoni più diffusi - ha detto ancora Palumbo - dalla cultura ad altri elementi della cultura. L’integrazione tra cultura ed enogastronomia può offrire a turisti di qualità un prodotto più complesso nei luoghi di produzione, di consumo e di acquisto».

Nell’occasione la Fipe ha reso note le previsioni per le feste di Natale realizzate dal suo ufficio studi. Saranno 5,6 milioni gli italiani che sceglieranno il ristorante per il tradizionale pranzo del 25 dicembre, circa l’11%. Il prezzo medio sarà di 51 euro a persona, in leggero aumento rispetto a quello del 2015. Saranno invece 7,5 milioni gli italiani che attenderanno la mezzanotte il 31 dicembre in un locale pubblico. Sull’altro fronte si registra l’ottimismo degli esercenti: ben 8 ristoratori si 10 pensano di poter fare il pienone la sera di San Silvestro. In genere offriranno un “tutto compreso” escluse o incluse le bevande. Solo un 22% non prevede un menu fisso.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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