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Nel 2020, 150 milioni di cinesi in viaggio In Italia non cercano più solo le città note

Entro il 2020 150 milioni di turisti cinesi viaggeranno nel mondo. Cambiano le abitudini con viaggi sempre più indipendenti e non organizzati e cambiano anche le destinazioni, in Italia guardano anche ai piccoli centri

 
14 aprile 2017 | 10:32

Nel 2020, 150 milioni di cinesi in viaggio In Italia non cercano più solo le città note

Entro il 2020 150 milioni di turisti cinesi viaggeranno nel mondo. Cambiano le abitudini con viaggi sempre più indipendenti e non organizzati e cambiano anche le destinazioni, in Italia guardano anche ai piccoli centri

14 aprile 2017 | 10:32
 

Non arrivano in Europa per copiarci o per “saccheggiare” i nostri colossi culturali o imprenditoriali acquistandoli a suon di milioni di euro - l’ultima operazione in ordine di tempo è quella che ha portato Li Yonghong a rilevare il Milan - o meglio, non vengono nel vecchio continente solo per quello. I cinesi, protagonisti di una ricerca della Federazione delle città del turismo mondiale-Wtcf e Ipsos, arrivano in Europa anche per “semplice” turismo, per apprezzare le bellezze italiane, spagnole, inglesi, tedesche, francesi e lo fanno in maniera sempre più “europea” e sempre meno tutta cinese.

Nel 2020, 150 milioni di turisti cinesi In Italia non cercano più solo le città note

Cosa significa? Significa, prima di tutto, che i cinesi che nel 2016 hanno lasciato per qualche giorno la terra del Dragone per un viaggio sono stati 122 milioni e saranno 150 entro il 2020. Ma significa soprattutto che hanno abbandonato l’idea di un viaggio all inclusive, già organizzato in maniera certosina e standardizzato a mo’ di crociera. I cinesi sono dei turisti sempre più “occidentali” e quindi esigenti e alla ricerca di un’esperienza sensoriale piuttosto che prettamente fisica e legata al prestigio di viaggiare. Non più consumisti del turismo, ma cultori del viaggio, un viaggio formativo che obbliga le strutture ricettive europee, e quindi anche italiane, ad adattarsi a questo nuovo trend.

E se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, se lo può immediatamente levare leggendo la risposta che il 76% dei turisti cinesi intervistati dalla ricerca ha dato: «Visitare altri paesi significa migliorare la qualità della vita e trovare momenti di felicità». A supporto di questa tendenza c'è l’aspetto relativo a chi cerca sempre di più un’esperienza: sono i giovani e quindi le abitudini “occidentali” di viaggiare non possono che essere destinate a radicalizzarsi nella cultura cinese.

Al di là della qualità del turismo e del numero (di massa) di cinesi che viaggiano c’è poi l’aspetto economico che, riducendo tutto all’essenziale, è quello che interessa al settore. L’onda cinese ha portato nel 2016 il fatturato totale del turismo mondiale a 215 miliardi di dollari (fonte World Travel e Tourism Council). Il tasso di crescita è stato del 5,09% secondo l’Amministrazione del turismo cinese (Cnta), i cinesi sono imbattibili nello sviluppo dell’outbound, i turisti di una data nazione che viaggiano all’estero.

«La crescita del turismo cinese nel mondo è impressionante» ha dichiarato David Scowsill, ceo del World travel e tourism council: «Centoventi milioni di persone in viaggio, erano la metà nel 2011, una crescita guidata da una classe media che di anno in anno sviluppa sempre più la propria capacità di spesa, viaggi compresi».

Dunque cosa fanno i cinesi quando viaggiano? La loro abitudine è quella di abbinare un viaggio d’affari a qualche giorno di turismo “free” per visitare i luoghi migliori del posto presso il quale si sono recati. Poi ci sono i genitori che arrivano in occidente per trovare i figli impegnati negli studi in qualche prestigiosa università europea o americana. Altro dato interessante è quello che evidenzia l’apprezzamento per Airbnb: nel 2016 sono stati 3 milioni e mezzo gli arrivi in tutto il mondo utilizzando la piattaforma di affitto delle abitazioni private con un fenomeno nel fenomeno interessante: secondo l’istituto di ricerca internazionale Gfk i Millennials cinesi, aficionados della piattaforma, mettono il viaggiare sullo stesso piano (e a volte come priorità superiore) del comprare casa, pagare debiti e acquistare un’auto.

E in Italia cosa succede? «Un anno strategico sarà il 2018 - dice Jacopo Sertoli, ceo di Select Holding - scelto come anno Cina-Europa per incrementare il turismo in tutto il vecchio continente che oggi conta per il 15% dei viaggi cinesi nel mondo». E sul milione e mezzo di viaggiatori, per la maggior parte legati a tour organizzati, cresce il numero di indipendenti al ritmo del 100% l’anno: sono gli under 35-40 che scelgono hotel e altri servizi sullo smartphone e che cominciano a uscire dal classico itinerario Roma-Milano-Firenze-Venezia a patto di trovare nuove proposte esperienziali di qualità. I numeri delle top destinations italiane sono in ogni caso in continua crescita: Venezia fino al 2023 crescerà di 358mila presenze cinesi, Milano di 350mila, Roma 346mila Firenze subito dietro.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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