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L’on. Bianchi sul turismo del futuro «Al centro delle politiche nazionali»

Il sottosegretario ai Beni culturali e al turismo Dorina Bianchi è intervenuta al talk show che si è svolto a Firenze durante il Premio Italia a Tavola spiegando che l’Italia è apprezzata in tutto il mondo, ma deve innovare l’offerta. Il Piano strategico del turismo ha proprio questo obiettivo

di Monica Di Pillo
 
04 aprile 2017 | 10:39

L’on. Bianchi sul turismo del futuro «Al centro delle politiche nazionali»

Il sottosegretario ai Beni culturali e al turismo Dorina Bianchi è intervenuta al talk show che si è svolto a Firenze durante il Premio Italia a Tavola spiegando che l’Italia è apprezzata in tutto il mondo, ma deve innovare l’offerta. Il Piano strategico del turismo ha proprio questo obiettivo

di Monica Di Pillo
04 aprile 2017 | 10:39
 

L’enogastronomia è un asset strategico per promuovere il brand Italia nel mercato del turismo. «Dopo la cultura, che è il primo motivo d’attrazione i turisti in Italia sono affascinati dall’enogastronomia, intesa non solo come semplice qualità degli alimenti, ma come una vera e propria necessità di vivere un’esperienza gustativa». A dichiararlo è stata l’onorevole Dorina Bianchi, sottosegretario ai Beni culturali e al turismo (Mibact), durante il Premio Italia a Tavola, svoltosi a Firenze nel weekend 1-2 aprile e in particolare nel corso del talk show di sabato pomeriggio.

Dorina Bianchi - L’on. Bianchi sul turismo del futuro «Al centro delle politiche nazionali»

Dorina Bianchi (foto: Modestino Tozzi)

«Questo tipo di esperienza - ha spiegato - la si può sperimentare tanto nelle grandi e rinomate città, come Roma, Milano e Firenze, quanto nei piccoli centri, nei borghi, che rappresentano un importante motore per l’economia del settore e possono essere un volano di sviluppo anche per il sud».

On. Bianchi, a proposito di sud, quale il potenziale del Mezzogiorno da un punto di vista turistico?
Il sud ha un potenziale di crescita enorme: basti pensare che, a fronte delle bellezze che vanta, attira solo il 20% del turismo nazionale. In questo senso va fatto un lavoro trasversale che tocchi più comparti, anche perché il turismo è trasversale. Ad esempio occorrerebbe una compagnia aerea che scegliesse l’Italia come meta di punta, per abbassare i costi e consentire a più turisti di raggiungere le nostre bellissime località. Io credo che se puntassimo su agricoltura, turismo e sul mercato del lusso avremmo lo stesso Pil della Germania. L’obiettivo del Piano strategico del turismo è proprio quello di seguire da vicino l’andamento del turismo confrontandoci ogni anno con la politica, gli esponenti dell’economia ma, soprattutto, con chi nel turismo e nella ristorazione lavora quotidianamente. E poi, a proposito di lavoro, vorrei ribadire che non può esistere turismo e ristorazione senza voucher.

Quali le finalità del Piano strategico del turismo?
Con il Piano strategico del turismo, il Governo intende ridisegnare la programmazione in materia di economia del turismo, rimettendola al centro delle politiche nazionali e creando una visione omogenea in tema di turismo e cultura. È un documento che ha un orizzonte temporale di sei anni (2017-2022) e agisce su leve fondamentali come: l’innovazione tecnologica e organizzativa, la valorizzazione delle competenze, la qualità dei servizi offerti e tra questi un ruolo centrale spetta all’accoglienza e all’enogastronomia. Il Piano è stato elaborato con la piena partecipazione delle istituzioni pubbliche, degli operatori di settore, degli stakeholders, delle comunità e la direzione generale turismo del Mibact, che ha coordinato il processo, per migliorare le politiche turistiche, sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta.

Il Piano sarà monitorato di anno in anno, diventando così uno strumento costantemente aggiornato, e tra le sue priorità c’è inoltre un’ampia diversificazione delle mete turistiche, in modo che i flussi di visitatori non si concentrino solo sulle località più celebri, ma vengano indirizzati verso altri territori ricchi di potenzialità ancora inespresse, ad esempio aree interne e rurali, borghi, medie città d’arte, parchi naturali e marini. Tutto all’insegna della sostenibilità ambientale e culturale, valorizzando anche l’eterogeneità del nostro patrimonio enogastronomico, anche come elemento di ulteriore caratterizzazione identitaria del territorio.

Dorina Bianchi - L’on. Bianchi sul turismo del futuro «Al centro delle politiche nazionali»
Dorina Bianchi (foto: Nicola Impallomeni)

Come si colloca l’Italia nel mercato del turismo internazionale?
L’Italia è diventata la prima destinazione turistica europea, fra i Paesi appartenenti all’area Schengen, per presenze provenienti dai Paesi extra Unione Europea. Dal 2015 in Italia si registra un incremento costante dei visitatori che si attesta intorno al 5% e si stima che la crescita rimarrà intorno al 5% fino al 2030. Le aree di provenienza dei visitatori: Americhe (+5,9%), Asia e Pacifico (+5,6%), Europa (+4,7%) e Medio Oriente (+1,7%). In termini assoluti, l’Europa si dimostra la macro-area geografica con la quota di arrivi più consistente (51,3%), pari a 607,6 milioni di viaggiatori. Cresce inoltre da parte dei turisti, soprattutto stranieri, l’attenzione verso itinerari meno conosciuti e più sostenibili, che consentano di sperimentare il volto più insolito dell’Italia.

Accanto alla consolidata domanda di turismo montano, culturale e balneare, si è infatti sviluppata una domanda di prodotti turistici nuovi per vivere la vacanza. Grande successo stanno riscuotendo i borghi, tanto che il 2017 è stato decretato l’“Anno dei borghi” dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo. I borghi rappresentano un’attrazione e una risorsa, oltre che uno strumento di rilancio dell’economia locale.

Come l’ospitalità e l’enogastronomia possono rafforzare il brand Italia nel mercato del turismo?
Il volto enogastronomico dell’Italia e le sue eccellenze agroalimentari esercitano un grande appeal all’estero. Pensate che per i tedeschi, che sono grandi amanti dell’Italia e rappresentano uno dei mercati più remunerativi, il nostro Paese è la seconda meta turistica e la prima meta enogastronomica. Tutti i servizi e tutte le condizioni che permettano di trasformare la visita in un’esperienza memorabile vanno orientati alla piena soddisfazione del turista, in modo da spingerlo a tornare e a influenzare, tramite i suoi racconti, nuove persone a visitare il nostro Paese. I viaggiatori tendono infatti a cercare un’esperienza turistica e non una semplice destinazione, ecco perché gli strumenti di promozione vanno indirizzati verso le esigenze dei molteplici segmenti e mercati di viaggio.

L’enogastronomia e la qualità dell’accoglienza possono dunque giocare un ruolo chiave. Bisogna porre al centro dell’offerta turistica la qualità, anche del livello di accoglienza, per aumentare la permanenza e la spesa media dei turisti in Italia. È in aumento, ad esempio, il numero di turisti, sia italiani che stranieri, che gradiscono visitare le cantine vitivinicole, i frantoi, che cercano di sperimentare e vedere con i propri occhi le aziende agroalimentari, per apprezzare ancor di più le eccellenze e la biodiversità che caratterizza il nostro Paese, anche a livello enogastronomico.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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