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«Abolito l’Alto Adige». Anzi, no Sparirà solo da alcuni documenti

L’annuncio, nelle scorse ore, aveva fatto gridare addirittura a un «attentato» alla Costituzione, che non permette di cambiare il nome delle Regioni d’Italia. La decisione della Provincia di Bolzano non ha alcun valore.

 
14 ottobre 2019 | 09:39

«Abolito l’Alto Adige». Anzi, no Sparirà solo da alcuni documenti

L’annuncio, nelle scorse ore, aveva fatto gridare addirittura a un «attentato» alla Costituzione, che non permette di cambiare il nome delle Regioni d’Italia. La decisione della Provincia di Bolzano non ha alcun valore.

14 ottobre 2019 | 09:39
 

Via l’Alto Adige dalle denominazioni, compresa quella regionale? Chi l’ha capita così, ha sbagliato tutto. E per una ragione che lo stesso presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, tiene a precisare, dopo il putiferio che si è scatenato nel fine settimana, dopo che si era sparsa la notizia che il Consiglio provinciale aveva deciso di cancellare proprio l’espressione “Alto Adige”, insieme all’aggettivo “altoatesino”.

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Di vero c’è che, al posto di queste diciture, si userà solo “Provincia autonoma di Bolzano” per gli italiani, mentre i tedeschi avranno “Autonome Provinz Bozen-Südtirol”. Ma solo in alcuni documenti della Provincia spediti in ambito europeo. Altro non si può fare, del resto la Costituzione lo vieta e, di fatto, invalida ogni possibile decisione che vada contro questo principio. La verità è che l’iniziativa del Consiglio provinciale di Bolzano mette in luce la difficile convivenza tra i cittadini italiani e quelli di origine germanica. Certo, si tratta di una decisione che ha trovato d’accordo la maggioranza dell’assemblea bolzanina, concorde nel rimanere un po’ più attaccati alle origini nordiche, piuttosto che a quelle italiane.

Al momento l’Alto Adige è dunque salvo, seppure un po’ più in ombra, in futuro chissà. La Costituzione, da questo punto di vista, tutela lo status quo, ma non è da escludere che qualcuno, un giorno, si metta in mente di volerla cambiare.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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