Cresce la voglia di festeggiare il Carnevale: quest’anno il giro d’affari attorno a questa festa arriverà fino a quota 228,5 milioni di euro, in crescita rispetto al 2018. A rivelarlo è un’indagine del centro studi Cna. Domani si apre il fine settimana clou, con iniziative in tutta Italia. Festa di dolci in tavola.
Una festa, quella del Carnevale, che pare non conoscere crisi; l’incremento della spesa degli italiani, secondo la ricerca, è di 8 milioni e mezzo (pari al 3,7%) rispetto all’anno passato, e di addirittura 28,5 milioni rispetto a due anni fa.
A fare la parte del leone sono, senza sorprese, le città le cui iniziative sono da sempre quelle più rinomate, a partire da Venezia, con un movimento economico complessivo stimato intorno ai 65 milioni (erano 60 nel 2018), nonostante l’iniziativa del numero chiuso, introdotta proprio quest’anno. Seguono Viareggio (30 milioni) con i suoi carri, Ivrea (3,5 milioni), con la battaglia delle arance e gli antichi carnevali di Cento e Putignano, quest’ultimo risalente al 1394.
Ma sono un centinaio gli eventi organizzati in tutto il Paese per festeggiare il Carnevale: tra la riscoperta delle tradizioni e la ripresa di festeggiamenti abbandonati nel tempo, questo numero continua a crescere anno dopo anno. Domani a Verona, per esempio, si tiene la distribuzione degli gnocchi, presieduta dal Papà dello gnocco, mitica figura medievale con un forcone in mano sul quale campeggia uno gnocco infilzato.
A tavola le frappe sono il dolce più caratteristico di questo periodo, e vengono chiamate, nelle diverse parti d'Italia, anche chiacchiere, bugie, ciarline, fiocchetti, cenci, galani e crostoli. Tanti nomi per queste dolci strisce a base di farina, uova e zucchero, fritte o cotte al forno. Ma ci sono anche i tortelli di carnevale (soprattutto in Lombardia e altre aree del Nord), gli strufoli o struffoli (in tutto il Sud, chiamati pignolata in Sicilia e in Calabria), le castagnole (nel Lazio, nelle Marche e in altre zone del Centro) e le ravioline fritte (Emilia-Romagna).