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Estate, prenotazioni in calo: -0,9% È la prima volta dopo 5 anni

A lanciare l’allarme, nel corso di un convegno, questa mattina, in tema di turismo, è Assoturismo Confesercenti, secondo cui le presenze scenderanno di due milioni. L’associazione: «Improrogabili un rilancio del settore e una revisione e dell’imposta di soggiorno».

di Mariella Morosi
13 giugno 2019 | 15:43
Estate, prenotazioni in calo: -0,9% 
È la prima volta dopo 5 anni
Estate, prenotazioni in calo: -0,9% 
È la prima volta dopo 5 anni

Estate, prenotazioni in calo: -0,9% È la prima volta dopo 5 anni

A lanciare l’allarme, nel corso di un convegno, questa mattina, in tema di turismo, è Assoturismo Confesercenti, secondo cui le presenze scenderanno di due milioni. L’associazione: «Improrogabili un rilancio del settore e una revisione e dell’imposta di soggiorno».

di Mariella Morosi
13 giugno 2019 | 15:43
 

A lanciare l’allarme, nel corso di un convegno, questa mattina, in tema di turismo, è Assoturismo Confesercenti, secondo cui le presenze scenderanno di due milioni. L’associazione: «Improrogabili un rilancio del settore e una revisione e dell’imposta di soggiorno».

Forte è la richiesta di maggior attenzione che fa al governo il mondo del turismo e inderogabili sono le decisioni da adottare perché il settore possa essere messo in condizione di programmare un percorso di crescita sviluppando economia e occupazione, dopo le tante promesse disattese ed eliminando le disomogeneità come quelle della tassa di soggiorno.

Secondo Assoturismo le presenze turistiche diminuiranno questa estate (Estate, prenotazioni in calo: -0,9% È la prima volta dopo 5 anni)
Secondo Assoturismo le presenze turistiche diminuiranno questa estate

È quanto è emerso dal convegno della Confesercenti in materia di turismo che il governo è chiamato a riformare attraverso la Legge Delega. «La spinta propulsiva degli anni scorsi si sta esaurendo - ha detto Vittorio Messina presidente di Assoturismo Confesercenti - e stanno riemergendo le problematiche irrisolte, dalle carenze infrastrutturali all'abusivismo. La Delega deve essere un'occasione per portare a casa una riforma mirata alla crescita. Servono interventi per individuare e tutelare le figure professionali, un contrasto all'abusivismo ricettivo e la riduzione della tassazione».

Per la prima volta in 5 anni, inoltre, si profila una riduzione delle prenotazioni e delle presenze (-0,9%). Il calo è generalizzato e coinvolge turisti italiani (-1,1%) e internazionali (-0,8%). Secondo gli esperti che hanno condotto l’indagine pare sia dovuto al meteo ancora incerto, che non favorisce senz’altro le prenotazioni, e alla concomitante ripartenza di altre destinazioni del Mediterraneo, concorrenti a quelle italiane, che negli anni scorsi sono state frenate da tensioni internazionali. Non a caso a soffrire sono soprattutto le aree costiere italiane (-1,4%), mentre i risultati migliori questa estate li avranno le imprese ricettive che operano nelle città d'arte/centri minori (-0,4%) e nelle località lacustri, dove si registra una domanda estera in leggerissima crescita (+0,2%). Le aree del nostro Paese con le proiezioni meno favorevoli sono il Centro e il Sud/Isole (-1,4%). Più resilienti Nord Est e Nord Ovest, rispettivamente al -0,7% e al -0,3%.

Nell'occasione Stefano Fantacone, del Centro Europa Ricerche (Cer), ha presentato una ricerca sullo stato dell'imposta di soggiorno in Italia, i suoi andamenti recenti e le questioni aperte. Sui problemi e sulle prospettive della filiera turismo sono intervenuti Claudio Albonetti, presidente di Assohotel, Elena Di Raco, direttore del Centro studi statistici e ricerche Enit, e i parlamentari Luca Pastorino, presidente della Commissione Turismo e demanio marittimo Anci e Riccardo Zucconi, autore di una proposta di legge per rilanciare la competitività delle mete italiane.

Un momento del convegno di oggi a Roma (Estate, prenotazioni in calo: -0,9% È la prima volta dopo 5 anni)
Un momento del convegno di oggi a Roma

Stefano Fantacone ha esposto le incongruenze della tassa di soggiorno che colpisce in misura diversa le località turistiche italiane e le città d'arte. Attualmente applicata da 1.128 comuni, dà un forte gettito (circa 600 mln di euro nel 2018) a discrezione delle istituzioni locali, ed è più alto in città come Milano, Roma, Firenze e Venezia. L'importo ancora in crescita per la sua introduzione da parte di altri 46 comuni. Ma manca la corrispondenza con una destinazione di risorse efficiente, come è stato sottolineato da tutti i relatori. L'istituzione del codice identificativo, inoltre, potrebbe far aumentare ancora il gettito facendo emergere il sommerso.

La base imponibile è comunque ampia, con 208 milioni di presenze in esercizi alberghieri con una permanenza media di 2,9 giorni. Per Claudio Albonetti di Assohotel, sia sulla riscossione del gettito che sugli investimenti, va incentivato il dialogo tra governo e istituzioni locali nell'ambito di uno schema di politica del turismo. «È un dovere etico prima ancora che economico - ha detto - organizzare il turismo in un Paese dove ogni territorio ha la sua attrattività, dai siti Unesco alle migliaia di musei e siti archeologici, dalla storia al folklore fino all'enogastronomia. E prima ancora della riclassificazione bisogna dare tempo e mezzi alle imprese, con incentivi fiscali, per riqualificarsi, in un sistema di stelle ormai datato».

Vittorio Zucconi ha sottolineato la necessità di restituire centralità allo Stato in materia rispetto alle regioni, la necessità dell'istituzione di un Ministero del Turismo e la creazione di una legge di sistema che ne regoli tutti gli aspetti. Denunciato anche il trattamento di favore di Expedia e di Booking che pur pretendendo fino al 22% degli importi pagano tasse irrisorie. Eccessivo inoltre, per Vittorio Messina il peso del fisco, dovuto anche ad un'Iva superiore di 1,5 punti alla media europea.

«La tassa di soggiorno - ha detto - nata per assicurare agli enti locali le risorse per potenziare i servizi turistici è diventato solo un canale di finanziamento. Bisogna cancellarla e riportarla alla sua vocazione originaria. Ma si deve agire con velocità anche sull'Iva visto che lo spread tra la nostra e le aliquote straniere rischia di peggiorare. Se le clausole di salvaguardia  previste dalla legge di stabilità dovessero esser applicate, l'aliquota passerebbe al 12% nel prossimo anno e del 13% nel 2021, cioè 4,5 punti percentuali sopra la media UE».

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