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Inflazione ferma a giugno Su i prezzi delle vacanze: +2,5%

Bar e ristoranti crescono più della media (+1,3%), ma «senza particolari condizionamenti dovuti ad effetti di carattere stagionale», commenta la Fipe. I consumi restano bassi; il carrello della spesa fermo a +0,3%. È quanto emerge in sintesi dai dati diffusi oggi dall’Istat, Istituto nazionale di statistica.

28 giugno 2019 | 15:49
Inflazione ferma a giugno 
Su i prezzi delle vacanze: +2,5%
Inflazione ferma a giugno 
Su i prezzi delle vacanze: +2,5%

Inflazione ferma a giugno Su i prezzi delle vacanze: +2,5%

Bar e ristoranti crescono più della media (+1,3%), ma «senza particolari condizionamenti dovuti ad effetti di carattere stagionale», commenta la Fipe. I consumi restano bassi; il carrello della spesa fermo a +0,3%. È quanto emerge in sintesi dai dati diffusi oggi dall’Istat, Istituto nazionale di statistica.

28 giugno 2019 | 15:49
 

Bar e ristoranti crescono più della media (+1,3%), ma «senza particolari condizionamenti dovuti ad effetti di carattere stagionale», commenta la Fipe. I consumi restano bassi; il carrello della spesa fermo a +0,3%. È quanto emerge in sintesi dai dati diffusi oggi dall’Istat, Istituto nazionale di statistica.

I consumi rallentano, l’inflazione stenta, ma a crescere - complice soprattutto la stagione - sono soprattutto il comparto del turismo e i servizi ricreativi, che a giugno, secondo i primi dati Istat, fanno registrare rispettivamente crescite del 2,5% (per quel che riguarda in particolare i pacchetti vacanze) e dell’1,3%. Il tasso generale d’inflazione si attesta invece a un più modico +0,8% su base annua, registrando lo stesso aumento del mese di maggio. Inflazione, quindi, ferma a giugno.

A correre di più rispetto alla media (di mezzo punto), è anche il settore dei pubblici esercizi (+1,3%), mentre sono al palo i prezzi del carrello della spesa, con i beni alimentari, per la cura della casa e della persona che restano stabili a +0,3%.

I pacchetti vacanze corrono più dell'inflazione media (Inflazione ferma a giugno Su i prezzi delle vacanze ( 2,5%))
I pacchetti vacanze corrono più dell'inflazione media

«I prezzi di bar e ristoranti mantengono un profilo di vivacità, se visti in relazione alla dinamica generale, ma senza particolari condizionamenti dovuti ad effetti di carattere stagionale», è il commento di Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, ai dati diffusi oggi dall’Istat. «La variazione tendenziale dell’1,3% - spiega la Fipe - rappresenta una funzione di calmieramento della più vivace dinamica delle strutture ricettive che per alcune componenti è andata oltre i due punti percentuali».

Mai, negli ultimi 14 mesi, l’inflazione media era cresciuta così poco in Italia: per trovare un valore più basso bisogna infatti tornare ad aprile 2018 (+0,5%). Tra le altre voci, si attenua il calo delle comunicazioni (da -7,2% a -5,9%), mentre i beni energetici non regolamentati come i carburanti scendono da +2,4% a -0,6%.

La "bassa" inflazione registrata dall'Istat anche a giugno non evita comunque rincari per chi va in ferie. «La debolezza dei consumi - spiegano dall’Ufficio Economico Confesercenti - frena la crescita dei prezzi. Il dato provvisorio sull’inflazione di giugno conferma ancora una volta la situazione di "calma piatta" dei consumi. Al netto dei beni energetici non regolamentati e dei fattori stagionali - dai servizi di trasporto al turismo, passando per gli alimentari non lavorati - i prezzi si muovono nel complesso molto lentamente: l’inflazione di fondo resta a mezzo punto, mentre quella generale, acquisita per tutto l’anno, è ferma allo 0,7%. Una dinamica debole, che rispecchia la persistente debolezza della domanda complessiva dei consumatori, che rimane bassa. Un dato, questo, che ci è stato confermato sia dalle recenti rilevazioni sulla propensione al consumo delle famiglie, cresciuta molto meno del potere d’acquisto, che dalla flessione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, che a giugno segna il quarto calo in sei mesi».

Per Confesercenti, la situazione resta dunque tuttora incerta: «È un problema di aspettative sul futuro, anche prossimo - prosegue la nota - ma anche evidentemente di questioni ancora irrisolte sul versante reddito e occupazione. Manca, ancora, un disegno chiaro di politica economica che definisca con certezza un percorso articolato di crescita per l’economia del Paese e restituisca certezza a consumatori e imprese».

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