È la prima agitazione indetta dal personale della compagnia. Coinvolti 4.300 dipendenti. Tra oggi e domani si prevedono cancellazioni di 1700 voli. Un giorno di sciopero costerà a British 40 milioni di sterline.
Dopo mesi di trattative, il banco è saltato e per la prima volta i dipendenti della British Airways sono entrati in sciopero. Lo hanno fatto dopo aver rifiutato una proposta di incremento dell'11,5% dei salari nell'arco di tre anni, ultima messa sul piatto dalla compagnia a luglio. Troppo poco per la British Airline Pilots Association (il sindacato dei piloti), che ha dunque indetto la prima agitazione di sempre del settore.
L'agitazione coinvolge 4.300 piloti britannici
Sono circa 4.300 i piloti che potrebbero incrociare le braccia (basta un solo membro dell’equipaggio a scioperare, per far saltare il volo). L’agitazione rischia pertanto di rovinare i piani di volo di circa 300mila persone. Anche il tentativo del primo ministro Boris Johnson, che nei giorni scorsi aveva provato a riaprire il tavolo delle trattative, è stato inutile.
Secondo la compagnia, accettando la proposta formulata a luglio, i comandanti arriverebbero a guadagnare 220 mila euro l'anno. Ma per il sindacato il problema sono i salari di copiloti e dei profili più junior, che restano troppo bassi soprattutto se paragonati ai costi della formazione. E poi l'aumento non sarebbe in linea con gli affari.
Si stima che un giorno di sciopero, con quasi tutti i voli atterrati, costerà alla compagnia circa 40 milioni di sterline. Se il braccio di ferro dovesse andare avanti, il 27 settembre ci potrebbe esser un altro sciopero e altre manifestazioni potrebbero scattare nel più caldo periodo delle ferie di natale.
In mattinata sul portale dell'aeroporto di Malpensa non si leggono cancellazioni - anche perché i voli indicati riguardano per lo più London City - mentre ce ne sono un paio a Fiumicino. Un
nuovo collegamento tra l’Italia e l’aeroporto londinese di Gatwich è stato inaugurato proprio la settimana scorsa da Orio al Serio.