Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 19 aprile 2024  | aggiornato alle 22:35 | 104705 articoli pubblicati

Rational
Salomon FoodWorld
Rational

Aerei in crisi chiedono fondi e aiuti E di mezzo ci va l’inquinamento

Le compagnie europee chiedono ai rispettivi governi aiuti per salvarsi dalla crisi generata dal coronavirus, ma anche concessioni sulle emissioni per tornare a volare con frequenza e introiti.

 
24 aprile 2020 | 16:05

Aerei in crisi chiedono fondi e aiuti E di mezzo ci va l’inquinamento

Le compagnie europee chiedono ai rispettivi governi aiuti per salvarsi dalla crisi generata dal coronavirus, ma anche concessioni sulle emissioni per tornare a volare con frequenza e introiti.

24 aprile 2020 | 16:05
 

Le compagnie aeree (soprattutto europee) sono state tra le attività maggiormente colpite dall’effetto coronavirus. La chiusura delle frontiere e la riduzione all’osso dei voli ha causato perdite ingenti. Le stime dicono che la dimensione della diminuzione del fatturato complessivo (sempre a livello europeo) arriva a quota 89 miliardi di euro. Un calo vertiginoso che mette a rischio circa 5,6 milioni di posti di lavoro e 342 miliardi di euro di prodotto interno lordo a cui contribuisce il trasporto aereo.

In programma un piano salva compagnie - Aerei in crisi chiedono fondi E di mezzo ci va l’inquinamento

In programma un piano salva compagnie

In particolare la Iata (Associazione internazionale del trasporto aereo) stima per il Regno Unito 140 milioni di passeggeri in meno, con una perdita di 26,1 miliardi di dollari di ricavi e 661.200 posti di lavoro a rischio. Per la Spagna, 114 milioni di passeggeri in meno, 15,5 miliardi di dollari di perdite e 901.300 posti di lavoro a rischio. Per la Germania, la Iata stima 103 milioni di passeggeri in meno, 17,9 miliardi di dollari di ricavi in meno e 483.600 posti di lavoro a rischio. Per l'Italia, invece, si stimano 83 milioni di passeggeri in meno, con una perdita di ricavi di 11,5 miliardi di dollari, 310.400 posti di lavoro a rischio e 21,1 miliardi di dollari di contributo all'economia italiana. Infine, per la Francia, 80 milioni di passeggeri in meno, con 14,3 miliardi di dollari di perdite e 392.500 posti di lavoro a rischio.

Le stesse compagnie si sono già mosse per chiedere aiuti ai rispettivi Governi insistendo per inserire nei vari provvedimenti e in ogni distribuzione di fondi dei “bonus” per le flotte aeree. Sommando tutte le cifre richieste si arriva ad un “piano di salvataggio” complessivo da quasi 13 miliardi di euro (12,8 per l’esattezza).

Ipotesi sedili alternati - Aerei in crisi chiedono fondi E di mezzo ci va l’inquinamento
Ipotesi sedili alternati

Di questi 12,8, 3,36 miliardi sono già stati assegnati a diverse compagnie europee, tra cui EasyJet, Scandinavian Airlines e TUI group, si legge nel report pubblicato dalle organizzazioni Transport & Environment, Greenpeace e Carbon Market Watch. Le trattative sono più che mai aperte (e serratissime) per distribuire i fondi restanti. Una parte, 500 milioni di euro, dovrebbero essere destinate ad Alitalia, come previsto dal decreto Cura Italia (la decisione dovrebbe avvenire nella giornata di oggi).

Sorge però un problema in questo accordo che non prevederebbe condizioni di tipo ambientale da rispettare. Ciò vuol dire che il traffico riprenderebbe ad un ritmo indiavolato il quale sarebbe in grado di riportare “fuori controllo” le emissioni di Co2 che finalmente erano crollate con il lockdown. Un patto complicato ed equilibrato che si barcamena, come altre volte, tra soldi e salute, economia e rispetto per l’ambiente. Preoccupante, ma non sorprendente, che sul tavolo della trattativa sia subito stato messo l’aspetto ambientale, come fosse un jolly da spendere un po’ a proprio piacimento.

Sul tema economia-salute si finisce anche riflettendo sull’utilizzo di questi fondi. Molte compagnie li chiedono sia per risanare il buco che si è creato in questi mesi, sia per rispondere alle norme restrittive che scatteranno alla ripartenza, sia per riparare le mancate entrate future visto che il numero di passeggeri che potranno volare sarà comunque ridotto rispetto al pre-Covid.

L’ipotesi che i posti siano alternati e che di conseguenza ogni velivolo perderà il 50% dei passeggeri piace poco alle compagnie aeree e di riflesso anche ai turisti. Chiaro che ci sarà un ritocco in eccesso ai biglietti (neanche idnifferente) per mantenere i bilanci in positivo.

Michael O'Leary - Aerei in crisi chiedono fondi E di mezzo ci va l’inquinamento
Michael O'Leary

Chiaro anche che se le grandi compagnie posso arginare i mancati incassi, le “low cost” sono preoccupate. Michael O’Leary, patron di Ryanair, ha già definito “idiota” l’idea dei posti alternati, minacciando il mancato decollo dei propri aerei anche se dovesse sbloccarsi la Fase 1. Propone, in alternativa, mascherine e misurazione delle temperature come accadeva ad inizio epidemia. Ognuno ha le sue esigenze, la partita sarà lunga.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Julius Meiln
Torresella
Siggi
Brita

Julius Meiln
Torresella
Siggi

Brita
Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni
Cosi Com'è