Un recente sondaggio ha rivelato che il 72% degli italiani è più preoccupato, sul lungo termine, degli effetti del cambiamento climatico piuttosto che di quelli del coronavirus. Una preoccupazione lecita, visto lo studio recentemente pubblicato dal Joint Research Centre della Commissione europea: nel 2100 (quindi fra 80 anni) l'innalzamento della temperatura mondiale (che è già in corso da tempo) porterà all'erosione delle spiagge.
Riccione vedrebbe sparire anche una parte di Viale Ceccarini
Lentamente ed inesorabilmente si vedranno arretrare la linea di battigia, col mare che avanza. Un fenomeno che, se magari non è ancora così palese in ampie spiagge come quelle del Veneto, risulta essere più evidente in zone come la Liguria. Il rischio è di perdere in tutto mille chilometri di arenile, chiaramente suddivisi per tutta la Penisola. Qualche esempio?
Riccione perderebbe 128 metri, dal mare all'entroterra! Quindi il "paese dei balocchi" per i giovani italiani vedrebbe l'acqua avanzare, facendo sparire bagni, la prima fascia degli alberghi e un bel pezzo dell'arcinoto viale Ceccarini. Ostia? -125 metri, quindi addio al lungomare e alla pista ciclabile, almeno.
Le località a rischio erosioneLe località della Penisola a rischio erosione elencate nello studio sono circa 600: il record dei metri perduti (con 737) spetta ad Ariano nel Polesine, subito sotto c’è San Teodoro (nei pressi di Olbia) con 642 e poi Codigoro, nel Ferrarese, con 473. Ma si prosegue con Chiavari (128), Civitavecchia (133), Pietrasanta (50) e decine di altri lidi.
La situazione in ItaliaNella zona di Rimini, le spiagge arretrerebbero mediamente di 40 metri, ma in alcuni punti potrebbero sparire del tutto. A livello regionale, le municipalità sul litorale adriatico dove le spiagge andranno quasi sicuramente perse - secondo lo studio - sono 3 su 7 (43%) in Friuli-Venezia Giulia, 5 su 12 (42%) in Veneto, 7 su 13 (54%) in Emilia Romagna, 4 su 25 (16%) nelle Marche, 5 su 16 (31%) in Abruzzo. E ancora, 2 su 4 (50%) in Molise, 6 su 67 (9%) in Puglia, le municipalità minacciate sul litorale ionico sono 3 su 8 (38%) in Basilicata insieme a una parte delle 12 su 114 (11%) della Calabria, mentre quelle sul litorale tirrenico sono, oltre a quelle calabre, 4 su 42 (10%) in Campania, 6 su 23 (26%) nel Lazio, 5 su 33 (15%) in Toscana e 3 su 47 (6%) in Liguria. In Sicilia e Sardegna, le municipalità con spiagge a rischio scomparsa sono rispettivamente 20 su 111 (18%) e 24 su 62 (19%).
Il mare, lentamente, conquisterà le spiagge
La situazione in EuropaNon che consoli, ma il problema investe tutti i Paesi con affaccio balneare. Per stare all’Europa, le tribolazioni maggiori sono per la Francia che nella "Top 100" delle località più a rischio è presente con circa 60 lidi con la forte probabilità di vedere l’arenile azzerato. Una lista che comprende Saint Tropez nella Costa Azzurra anche se il grosso delle aree che potrebbero essere cancellate è concentrato nella costa atlantica, a partire da Biarritz. In pericolo ci sono pure le isole greche di Lefkada e Lesbo, rispettivamente nell’Arcipelago Ionico e nel Mare Egeo nord-orientale, poi Marbella nella costa meridionale spagnola e Santa Cruz nell’Isola di Tenerife (Canarie) e le isole di San Jorge e San Miguel nell’Arcipelago portoghese delle Azzorre.
La situazione nel mondoNel mondo, lo scenario peggiore si verificherebbe in Australia (-14.849 km), Canada (-14.425 km), Cile (-6659 km), Messico (-5488 km), Cina (-5440 km), Stati Uniti (-5530 km), Russia (-4762 km) e Argentina (-3739 km).
Che fare per evitare questo disastro? Tassare le emissioni di CO2 per contrastare il riscaldamento globale, è la proposta che dovrà essere discussa dalla Commissione europea se sarà raggiunto un milione di firme di cittadini europei. Lo si può fare "cliccando" su
Stopglobalwarming.eu. Per
Marco Cappato - animatore del sito - «nonostante gli appelli di Greta Thunberg, l’azione dei Fridays for future e i solenni impegni internazionali la politica europea latita nell’offrire risposte concrete in grado di contrastare l’emergenza». La Commissione europea «ha espresso la volontà di agire, ma le resistenze degli Stati nazionali rischiano di vanificare ogni buona intenzione. Proprio per questo - prosegue Cappato - apporre la firma su
www.stopglobalwarming.eu, significa sostenere l’unica iniziativa formale sul tema già incardinata istituzionalmente, in quanto si tratta di una “Ice” (iniziativa dei cittadini euopei) che verrà obbligatoriamente discussa se raggiungerà il milione di forme necessarie come richiesto dalle leggi Ue».