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Alla scoperta dell’entroterra marchigiano Scavi, mosaici, monasteri ed escursioni

di Emanuela T. Cavalca
 
09 agosto 2018 | 15:06

Alla scoperta dell’entroterra marchigiano Scavi, mosaici, monasteri ed escursioni

di Emanuela T. Cavalca
09 agosto 2018 | 15:06
 

Un itinerario tutto da scoprire: basta arrivare ad Ancona e prendere un trenino che attraversa suggestivi boschi dell’Appennino e incantevoli borghi come Albacina o Genga, per poi arrivare a Fabriano.

Meglio rinunciare all’auto per godersi in santa pace il paesaggio dell’entroterra marchigiano. Il percorso, ricco di monasteri, eremi, chiese e musei, offre anche la possibilità di fare passeggiate in bicicletta, escursioni a piedi tra sentieri o nelle stupende grotte di Frasassi. Per chi desidera affidarsi a professionisti del trekking, alla scoperta di luoghi, sentieri, passeggiate notturne, basta rivolgersi ad Adventour.it.

(Alla scoperta dell’entroterra marchigiano Tra scavi, mosaici, monasteri e escursioni)

Un turismo vero, esperienziale, adatto a grandi e bambini, con la possibilità di gustare prodotti locali, magari con picnic in una vigna. Per chi ama la storia antica la valle del fiume Sentino e Marena offre scavi, mosaici e musei: Sentinum, l’odierna Sassoferrato, è nota per la Battaglia delle Nazioni (295 a.C.) quando i Galli e i Sanniti si sono scontrati con i Romani. Alla fine di luglio da tre anni proprio in questa vallata viene rievocato l’episodio sanguinoso, che ha portato Roma a diventare potenza assoluta.

Centinaia di volontari, provenienti anche da altre regioni, vestiti da antichi guerrieri si affrontano con lance e scudi, mentre alcune bighe corrono trainate da cavalli. Ideale per uno studente che ha la possibilità di approfondire la storia romana grazie a percorsi didattici.

Quest’anno per la prima volta il 27 luglio nel centro storico di Sassoferrato si è tenuto un appuntamento archeo-gastronomico a base di antichi sapori del mondo antico: farro, fave, miele, formaggio, pane e vino. Serviti da giovani in costume romano con serti di alloro sul capo, turisti e locali hanno gustato piatti elaborati, grazie anche al supporto degli artigiani e dei produttori del comprensorio (paniere dei prodotti del Parco Nazionale Regionale Gola delle Rosse e Frasassi).

Se si volesse soggiornare a Sassoferrato consigliamo l’agriturismo “Antico Muro”: una sapiente ristrutturazione ha trasformato un vecchio casolare in una accogliente residenza rurale con sei stanze dove dormire. Alla sua tavola si gustano sapori e profumi dell’enogastronomia locale, grazie ai prodotti provenienti dall’azienda agricola del titolare.

Da non perdere: la crescia marchigiana cotta al forno, che accompagna i salumi locali, le “pencianelle” o “pincianelle”, gustosi spaghettoni fatti con pasta di pane, un saporito coniglio ripieno e stupendi dolcetti della casa.  L’Antico Muro contrasta lo spreco, fornendo ai clienti una scatola box per gli eventuali avanzi da portare a casa.

(Alla scoperta dell’entroterra marchigiano Tra scavi, mosaici, monasteri e escursioni)

Fabriano con le sue trentaquattro chiese merita una sosta e una visita al museo della carta, situato in un antico convento dei padri domenicani: tutti possono ammirare macchinari di una volta e a fianco di artigiani si può assistere e sperimentare le fasi della produzione manuale di un foglio filigranato.

Il Verdicchio di Matelica di montagna (Cerreto d’Esi) dell’azienda Agricola Marco Gatti
Cerreto d’Esi è famosa per il suo vino: l’azienda agricola Gatti Marco non ha grosse dimensioni, ma proprio per questo il titolare segue con passione tutte le fasi della produzione vinicola. I vigneti della sua azienda ricadono nel comprensorio del Verdicchio di Matelica doc, che vanta un microclima unico.

Grazie alle montagne circostanti non risentono del mare, così gli aromi del vino risultano particolarmente intensi. Da segnalare il Verdicchio di Matelica Riserva Docg “Millo”, un vino unico: le sue uve subiscono maggiore maturazione, ma meno resa. Nasce un vino complesso, da collezione: “un vino rosso travestito di bianco”.

(Alla scoperta dell’entroterra marchigiano Tra scavi, mosaici, monasteri e escursioni)

Azienda agricola Il Cerro, Cerreto d’Esi
Oda Monticelli ha iniziato la sua storia di imprenditrice nel 2013: la struttura de “Il Cerro” di 220 metri quadrati ha seguito rigorosi criteri di biodiversità, dove il legno la fa da padrone. All’entrata della sua azienda intere aiuole con una varietà di piante aromatiche e piante officinali.

Oda mostra agli ospiti con orgoglio tutta la filiera produttiva, fino all’impacchettamento dei suoi cereali, che garantisce qualità e un prezzo contenuto. Trentacinque ettari di terreno con una coltivazione biologica a chilometro zero dedicata al farro, ceci, lenticchie e grano duro. La titolare tiene a sottolineare che non sfrutta la terra, ma rispetta i tempi di maturazione, coltivando i terreni a rotazione. Piccole quantità di cereali, ma di alta qualità, ideali a chi è attento alla salute.

Mais Ottofile Roccacontrada - Arcevia
Nel dopoguerra sono state abbandonate alcune qualità di mais autoctone al loro posto: coltivazioni intensive, piò redditizie, provenienti da specie ibride provenienti dal Canada e dagli Stati Uniti. Salvaguardare e ripristinare specie di mais trascurate è diventato fondamentale per riportare sulla tavola grano qualità organolettiche particolari. Proprio per questo motivo il grano deve essere essiccato al sole e macinato a pietra secondo le vecchie tradizioni. “L’unione fa la forza”.

La riscoperta del mais Ottofile di Roccacontrada è nata da un progetto dell’Associazione pro-loco, dell’amministrazione comunale e della Facoltà di agraria del Politecnico delle Marche. È chiamato Ottofile dal numero delle file di chicchi della spiga, che si presenta con un colore giallo rossastro: nasce una farina dal profumo e dal gusto intenso, proprio come quelle raccontate nei film di Olmi.

Questa farina è ideale per preparare molte ricette dell’entroterra marchigiano, come la bustrenga, antico dolce a base di farina di mais, patate e mele. Marino Montalbini ha iniziato a coltivare il mais Ottofile prima in un piccolo appezzamento, poi, visto il successo ha esteso la coltivazione in 12 ettari, che ben presto porterà a 15. L’unico neo? La cottura che non può essere inferiore a un’ora, ma il gusto ripaga ampiamente. Ora Marino oltre a produrre la farina, ha creato saporite gallette di mais, che vale la pena acquistare.

(Alla scoperta dell’entroterra marchigiano Tra scavi, mosaici, monasteri e escursioni)

Ceresolana: l’olio e il miele di Danilo Catucci (Fabriano)
Danilo non fa l’agricoltore a tempo pieno, perché alterna il lavoro dei campi con quello di parrucchiere. Strano connubio, ma decisamente i risultati del suo olio e del miele sono ottimi. Non è da tanto tempo che si dedica alla produzione di olio, ma gli ulivi li ha nel sangue. Di origini pugliesi, come la moglie, aveva ereditato un uliveto nelle Marche, che poi ingrandito.

«Oggi - racconta Danilo Catucci - non si può uscire con un prodotto mediocre, non resta che puntare alla qualità, perché oggi il mercato di chi vuole mangiare sano si sta allargando. Ho superato il punteggio di sette su tutte le monovarietali, ma sto migliorando la fase e il sistema di lavorazione, che rimane sempre manuale. Il suo fiore all’occhiello? Il Mignola con dei sentori di frutti di bosco. E il miele? È una produzione di nicchia, che sto pensando di ampliare».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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