I moti risorgimentali del ’48 non erano ancora divampati quando Bernardo Rossi, capostipite della distilleria Rossi d’Angera, produceva grappa già da un anno. Oggi l’azienda è guidata dai suoi eredi diretti, Artuto Rossi con il figlio Nicola. Sono passati 173 anni e sei generazioni, ma lo spirito che anima la produzione artigianale e l’attaccamento al territorio sono quelli di sempre. Con il vantaggio di aver consolidato quasi due secoli di esperienza.

Per Gin Latitudine 45 vengono utilizzate le botaniche dei boschi della zona
Angera è un borgo in provincia di Varese che si affaccia sulle sponde meridionali del Lago Maggiore e la distilleria impiega in prevalenza
materie prime della zona. Uve di Nebbiolo, Barbera, Vespolina, Croatina, Uva rara, Bussanello, Merlot e Chardonnay coltivate sui “ronchi”, i terrazzamenti tipici che definiscono l’indicazione geografica tipica locale che prende appunto il nome di Igt Ronchi Varesini.
Arturo Rossi
«Con le vinacce di Angera, Taino, Barza, Capronno, Ranco, Morazzone e Golasecca viene ottenuta la
grappa di Angera, che è molto aromatica perché le vinacce provengono da uve fruttate. I vitigni sono quelli classici della Prealpi», spiega
Arturo Rossi.
Nella distilleria i procedimenti utilizzati sono quelli tradizionali e naturali, tramandati nel tempo e, in parte, innovati. L’uso della vinaccia fresca, la distillazione con caldaiette a passaggio di vapore, concentrazioni in colonna e tagli delle teste e code manuali con controllo delle temperature sono elementi che definiscono l’identità di una produzione articolata e di nicchia. «Sono 150 mila bottiglie all’anno tra
grappe,
gin,
bitter,
vermouth,
amari e altri liquori – racconta Rossi – La parte del leone, con una quota del 70%, la fa la grappa».
La grappa Altana del Borgo 1990, solo Pinot Nero, ha riposato 29 anni in botti di rovere francese
Il mercato di riferimento (80%) è rappresentato dall’
Horeca, soprattutto Lombardia e Piemonte. «Stiamo lavorando a un
progetto di espansione – puntualizza l’amministratrice
Barbara Kalin – per presidiare altre zone. La pandemia, con il mondo dell’ospitalità bloccato, da un lato ha penalizzato il fatturato, ma ci ha anche permesso di
sviluppare l’e-commerce, strumento incisivo per farci conoscere su più fronti».
Barbara Kalin
Indubbio punto di forza di Rossi d’Angera è la presenza sul mercato con diversi
prodotti premium con un’anima storico-artigianale, referenze che stimolano il consumatore, ma che soddisfano le esigenze dei professionisti della ristorazione e del bere miscelato. Prodotti che non si improvvisano, come nel caso del
gin, ormai
distillato di tendenza.
«Saranno almeno 100 anni che lo produciamo – annota
Arturo Rossi – Il ginepro e le botaniche sono quelle dei nostri boschi e utilizziamo come un tempo l’
alambicco a bagnomaria». Un puro di
gin del territorio. Non a caso è stato denominato Latitudine 45, quella di Angera.
Per informazioni:
www.rossidangera.it