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Il Pònkler di Franz Haas Una promessa mantenuta

di Andrea Radic
 
14 novembre 2017 | 10:57

Il Pònkler di Franz Haas Una promessa mantenuta

di Andrea Radic
14 novembre 2017 | 10:57
 

Una famiglia del vino che tramanda la passione da 7 generazioni. Il racconto di Franz Haas che della qualità del Pinot Nero ha fatto la sua missione a Montagna, bellissimo paese sui rilievi altoatesini.

La passione, con la “P” maiuscola, qui esiste dalla fine dell'800 sempre tramandata da un Franz Haas che si occupa in prima persona dei 55 ettari di vigneto. E la famiglia è con lui, unita e volenterosa nel distribuirsi le responsabilità in azienda, coadiuvata da una squadra di collaboratori preparati e di grande professionalità, tra i quali Andi Punter.
(Il Poncler di Franz Haas Una promessa mantenuta)
Sofia, Franz Junior, Maria Luisa e Franz Haas

Una cantina che vale la pena visitare per capire quanto impegno ci sia dietro alla complessa lavorazione del Pinot Nero e alla scommessa vinta dei vigneti in quota, fino ai 1.150 metri, dove maturano anche le uve che danno origine al Pònkler «Il nome Pònkler viene dal prato dove abbiamo piantato i vigneti e ne parla anche una vecchia canzone locale che cita "il Lagrein del Pònkler di Aldino" e se c'è una canzone, la storia è vera», racconta Franz Haas durante la degustazione verticale nella suggestiva sala della cantina con vetrata trasparente sulla roccia, caldi toni dei legni e moderna essenzialità delle pareti in cemento.

«Diverse anni di prova e nel 2012 il primo imbottigliamento, come promesso a Francesco Arrigoni, un carissimo amico, per cui proviamo stima profonda e recentemente scomparso - ci dice Haas - che suggerì di imbottigliare singolarmente la qualità di questo singolo appezzamento». La degustazione parte dal 2012, oggi in bottiglia e sul mercato con l'elegante etichetta disegnata da Riccardo Schweizer, che disegna le altre etichette dell'azienda e firma anche il Pònkler, un po' casualmente, attraverso un disegno che cadde un giorno da un libro aperto da Maria Luisa Manna, moglie di Franz Haas, che disse «usiamo questo».

(Il Poncler di Franz Haas Una promessa mantenuta)

Una vinificazione quella del Pònkler, non sempre uguale, che dipende dalle differenze di temperatura e dal clima che a quella altitudine incide non poco. Il vigneto è recente, dunque è un vino che viene studiato da vicino e accudito per farlo crescere al meglio e determinare la precisione dei sentori e del carattere, frutta rossa, acidità equilibrata e una vellutata, ma brillante sensazione al palato.

«Per me il vino rosso è il Pinot Nero, e il migliore è in Borgogna - declama Franz Haas con sicurezza - non è il vino più maschio, non è il più complesso, ma è il più buono» e racconta un aneddoto. «Un giorno in Borgogna sono andato per conto mio, non con i soliti colleghi, a un certo momento un ragazzo che vende formaggio tira fuori i suoi prodotti, tre bicchieri e una bottiglia di vino, la guardo ed era del 1953 il mio anno, neanche un'annata così buona in Borgogna ma era musica, quella che ho cominciato a suonare qui. Francesco Arrigoni ci aveva creduto dal primo sorso e ho portato avanti l'idea dei vigneti a 900 metri, usando quanto di meglio possa valorizzare la croccantezza dell'uva».

(Il Poncler di Franz Haas Una promessa mantenuta)

E infine racconta, con un entusiasmo esemplare, come li ha trovati e avuti quegli appezzamenti. «Guardando a nord vedevamo prati verdi quando tutto intorno era neve e ombra penso che magnifica uva potesse crescere lì. Pareva però che il proprietario non fosse interessato a vendere, invece un mercoledì alle 10 gli parliamo e al pomeriggio acconsente ad affittarcelo. Abbiamo impiantato anche se era fuori dal disciplinare, ottenendo una deroga, qualcuno diceva che mai nulla avrebbe preso piede, invece abbiamo Pinot Bianco, Pinot Grigio, il migliore che abbiamo è Pinot Nero che degustiamo. Nascono tutti lassù tra i 785 e i 1.150 metri dove è stato fatto l'ultimo impianto e dove raggiungono una maturazione fantastica».

L'assenza totale di inquinamento atmosferico rende la buccia dell'uva più croccante e fragrante, uno degli elementi che consentono la qualità davvero molto alta. Da sottolineare che la qualità di Franz Haas è ben declinata negli altri vini prodotti, con particolare attenzione al pas dosè uno spumante di classe, elegante ed espressivo e il Manna, un blend di Riesling, una piccola parte di Kerner e Sauvignon, Chardonnay e Traminer Aromatico che nobilita con carattere la cucina sia di mare che di terra cui ben si abbina. E il nome lo prende da Maria Luisa Manna, la cui passione è contagiosa come la simpatia dei figli Sofia e Franz junior, giovani, concreti e già impegnati in azienda con il medesimo spirito che accompagna l'avventura da sette generazioni.

Per informazioni: www.franz-haas.com

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