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Lageder, i vini dei 30 anni Chardonnay e Cabernet Löwengang

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
08 novembre 2017 | 18:09

Lageder, i vini dei 30 anni Chardonnay e Cabernet Löwengang

di Gabriele Ancona
vicedirettore
08 novembre 2017 | 18:09
 

Löwengang è il nome dello storico podere di proprietà della famiglia Lageder dal 1934. È situato nel comune di Magrè (Bz), a 210-240 metri sul livello del mare, dove prosperano vitigni come lo Chardonnay e il Cabernet.

Quest’anno la linea Löwengang rappresentata da Chardonnay e Cabernet compie 30 anni. Tre decenni festeggiati dalla Tenuta Alois Lageder con due edizioni speciali prodotte in un numero limitato di bottiglie.

I festeggiamenti sono iniziati nell’aprile 2017 con “30 anni Löwengang Chardonnay”, un uvaggio delle annate 2013, 2014 e 2015. Le celebrazioni si chiuderanno nell’aprile 2018 con “30 anni Löwengang Cabernet”, ottenuto per la prima volta vinificando uve di viti con un Dna di oltre 140 anni e uve provenienti da piante giovani (15 anni) ma riprodotte con selezione massale che porta il Dna delle viti antiche.

Alois e Alois Clemens Lageder (Lageder, i vini dei 30 anni Chardonnay e Cabernet Löwengang)
Alois e Alois Clemens Lageder

I vini dell’anniversario sono stati presentati a Milano presso Aromando Bistrot a chiusura della verticale di cinque annate di Löwengang Chardonnay (’92,’96,’04,’10,’14) e delle due prove di botte di Cabernet, le componenti del vino d’anniversario.

«30 anni Löwengang Chardonnay - ha precisato Alois Lageder prima delle degustazioni - è frutto di tanto studio e voglia di sperimentare con i lieviti. Si tratta dell’assemblaggio di tre annate. Abbiamo infatti messo da parte barrique del 2013, del 2014 e del 2015 e i vini prima di dar vita allo Chardonnay del trentennale hanno così effettuato una maturazione sui lieviti rispettivamente di 3, 2 e 1 anno. Si tratta di una produzione una tantum di 2.500 bottiglie».

Si apre invece un nuovo corso con il “30 anni Löwengang Cabernet”. «Con l’annata 2014 - ha sottolineato Alois Clemens Lageder, sesta generazione operativa in azienda -  per la prima volta sono state selezionate e vinificate le viti con questo antico Dna. Una produzione caratterizzata da un blend che vede ancora una percentuale maggiore di uva del vigneto dell’Ottocento, ma nel tempo le due componenti andranno a pareggiarsi. Abbiamo dato l’avvio a un nuovo stile che strutturerà le annate future».

La degustazione cieca delle prove di botte 2015 delle due componenti del “30 anni Löwengang Cabernet” ha visto il vino da vite giovane esprimere tutta la potenza e la dinamicità delle nuove generazioni; un vino scattante. Saggio, equilibrato, maturo quello ottenuto dalla vite ultracentenaria. Un’azienda ben radicata nel territoro ma che sa sperimentare e guardare avanti con coraggio, dal 1823.

(Lageder, i vini dei 30 anni Chardonnay e Cabernet Löwengang)

«La tradizione si deve evolvere - ha raccontato Alois Lageder - nel 1981 venne a trovarci Robert Mondavi. Fu una visita che mi scosse. Compresi che il nostro potenziale andava sviluppato. I suggerimenti di Mondavi furono determinanti per la scelta di usare piccole botti di rovere, di ridurre le rese per ettaro e di lasciar affinare i vini bianchi sui lieviti per periodi prolungati. Fu con queste premesse che, nel 1984, nacquero i primi due vini Löwengang».

Il nuovo solco era stato tracciato. Una conferma importante fu quando Heinz Winkler, 3 Stelle Michelin con il suo Tantris di Monaco, si presentò da Alois Lageder. «Era il 1985 - ricorda - e non ci aveva mai dato accesso alla sua cantina. In quell’occasione fece il suo primo ordine, importante. Avevamo imboccato la strada giusta».

Un percorso che nel 2004 ha portato la Tenuta Alois Lageder a compiere un’ulteriore virata verso il biodinamico. Banditi del tutto fitofarmaci chimici di sintesi, erbicidi, fungicidi, insetticidi e concimi minerali per utilizzare preparati e infusi omeopatici che favoriscano i cicli naturali. Nei vigneti sono stati incrementati la biodiversità con essenze erbose e floreali, arbusti e piante, animali e concimi a base di compost, creando così un humus naturale che migliora la qualità del terreno e la fertilità delle viti.

«In tutte le fasi produttive ci impegniamo per favorire e difendere i cicli naturali. In cantina, poi, ci atteniamo ai severi criteri stabiliti dall´associazione biologico-dinamica Demeter Italia, ha precisato Alois Clemens Lageder. «Ho sempre pensato che lavorare contro natura in vigna e in cantina non andasse bene - gli ha fatto eco il padre -. Quando i nostri tempi sono stati maturi ci siamo mossi per conservare e difendere un ecosistema complesso. È un grande arricchimento anche personale».

Per informazioni: www.aloislageder.eu

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