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Carpenè Malvolti e Ca' Foscari insieme per festeggiare i loro 150 anni

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
17 dicembre 2018 | 18:41

Carpenè Malvolti e Ca' Foscari insieme per festeggiare i loro 150 anni

di Gabriele Ancona
vicedirettore
17 dicembre 2018 | 18:41
 

Carpenè Malvolti e Ca’ Foscari si sono trovate al Piccolo Teatro Grassi di Milano per la presentazione del libro “Carpenè Mavolti e Ca’ Foscari - Il Risorgimento dell’economia nel Veneto dell’Ottocento”.

L’occasione è stata la celebrazione dei 150 anni dalla fondazione sia della casa vinicola di Conegliano (Tv) sia dell’ateneo di Venezia. Un compleanno d’impresa congiunto. Il testo, firmato da Giovanni Favero e Carolina De Leo - con il contributo delle studentesse Sarà Jesi Bettiol ed Elena Bernardi della Scuola Enologica di Conegliano, nonché di Carpenè Malvolti - è stato presentato da Giorgio Brunetti, professore emerito di Economia aziendale a Ca’ Foscari. Al suo fianco, Paolo De Matteis Larivera, membro della famiglia Carpenè.

(Carpenè Malvolti e Ca' Foscari insieme per festeggiare i loro 150 anni)

Entrambi hanno ricordato le figure di Antonio Carpenè, fondatore dell’azienda e della Società enologica della provincia di Treviso, e di Luigi Luzzatti, che con le proprie idee e conoscenze ha contribuito alla nascita dell’Università Ca’ Foscari. «Due figure diverse, ma su un percorso parallelo, che hanno fatto la storia di un territorio», ha spiegato Giorgio Brunetti.

(Carpenè Malvolti e Ca' Foscari insieme per festeggiare i loro 150 anni)

«All’Esposizione universale di Vienna, nel 1873 - ha sottolineato Paolo De Matteis Larivera - Carpenè era presente con i suoi vini, mentre Luzzatti era segretario generale del ministero dell’Agricoltura. La terra, da cui nasce il Prosecco, è stata un elemento in comune. Un legame forte».

(Carpenè Malvolti e Ca' Foscari insieme per festeggiare i loro 150 anni)

«Il mio trisavolo - ha commentato Rosanna Carpenè - ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo dell’economia del territorio, aiutando in particolare i viticoltori a prendere consapevolezza delle potenzialità di un vitigno autoctono quale la Glera. Lo ha fatto impartendo loro lezioni “in piazza” su come gestire al meglio il lavoro in vigna e perfezionando le tecniche di vinificazione e spumantizzazione che avrebbero meglio esaltato le caratteristiche delle uve. Un uomo spinto da una vera vocazione alla divulgazione, tanto da indurre il sistema socio-culturale del tempo a istituire, proprio a Conegliano, la prima Scuola Enologica d’Italia, che tanta parte ha avuto e continua ad avere nella formazione di enologi a livello mondiale».

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