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Alta Langa, le bollicine piemontesi si fanno largo in Lombardia

Presentazione a Palazzo Serbelloni a Milano per la Docg del territorio vitivinicolo che comprende la fascia collinare delle province di Asti, Alessandria e Cuneo.

di Guido Gabaldi
 
24 ottobre 2019 | 14:50

Alta Langa, le bollicine piemontesi si fanno largo in Lombardia

Presentazione a Palazzo Serbelloni a Milano per la Docg del territorio vitivinicolo che comprende la fascia collinare delle province di Asti, Alessandria e Cuneo.

di Guido Gabaldi
24 ottobre 2019 | 14:50
 

Facendosi largo tra Franciacorta, Prosecco e Oltrepò spunta lei (o lui), l’Alta Langa, con le sue bollicine piemontesi: si è presentato a Milano, a Palazzo Serbelloni, un territorio vitivinicolo che comprende la fascia collinare delle province di Asti, Alessandria e Cuneo. Il disciplinare della Docg Alta Langa prevede che i terreni su cui coltivare i vitigni di Pinot Nero e di Chardonnay debbano essere marnosi, calcareo-argillosi, con una produzione per ettaro non superiore agli 11mila kg.

I vigneti dell'Alta Langa (Alta Langa, le bollicine piemontesi si fanno largo in Lombardia)

I vigneti dell'Alta Langa

Oltre a ciò, i vigneti possono essere posizionati solamente in collina, l’altezza minima deve essere di 250 metri slm; sono assolutamente vietati i terreni di fondovalle, umidi e pianeggianti. Il Consorzio Alta Langa è un giovanotto, se si pensa che l’anno di nascita è il 2001 e la Docg è arrivata nel 2011, ma la storia del metodo classico piemontese è molto più abbarbicata al passato: già dall’inizio dell’800 i conti di Sambuy, influenzati dalla vicinanza geografica e culturale con la Francia, diedero inizio in Piemonte alla coltivazione di alcuni vitigni francesi - Pinot Nero e Chardonnay in particolare - per produrre vini spumanti sul modello di quelli dello Champagne.

La presentazione della Docg a Milano (Alta Langa, le bollicine piemontesi si fanno largo in Lombardia)
La presentazione della Docg a Milano

E così arriviamo proprio a volo d’uccello a Milano, ai tempi nostri e alla prima presentazione “fuori casa” delle specificità dei territori astigiani, alessandrini e cuneesi, con 850 operatori e 150 giornalisti accreditati, più 6 masterclass che hanno visto la partecipazione di 180 appassionati. Grandissimo l’interesse per quella denominata “L’Alta Langa in cinque calici”, che ha acceso i riflettori su un Pinot nero 100%, uno Chardonnay 100%, una cuvée di Pinot nero e Chardonnay, un rosato e una riserva: cinque calici per raccontare storia, caratteristiche e disciplinare di produzione della denominazione.

E non poteva mancare, in un’area geografica rinomata per le sue tradizioni enogastronomiche, la masterclass sul Tartufo Bianco d’Alba, realizzata in collaborazione con Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e Centro Nazionale Studi Tartufo. L’abbinamento dell’oro bianco albese con l’Alta Langa Docg ha risposto perfettamente alle aspettative dei gastronauti più evoluti, mettendo in luce un rapporto che ormai valorizza le terre piemontesi in tutto il mondo. La masterclass dedicata al Tuber magnatum (Tartufo Bianco) è stata un percorso emozionante nell’analisi sensoriale, ovvero lo studio del percepito, l’unica tecnica possibile per la valutazione di esemplari unici.

La Docg (Alta Langa, le bollicine piemontesi si fanno largo in Lombardia)
Il marchio della Docg Alta Langa

Gli spumanti metodo classico che possono fregiarsi del marchio del Consorzio Alta Langa Docg sono fatti di uve Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o assemblate in percentuale variabile; possono essere bianchi o rosé, brut o pas dosé, con tempi molto lunghi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi. L’Alta Langa è solo millesimato, e quindi in etichetta troviamo sempre l’anno della vendemmia. Il bianco ha sfumature da giallo paglierino a oro intenso e aromi che ricordano la frutta bianca e gli agrumi, con sentori di crosta di pane. Al palato è armonico, caratterizzato da una delicata sapidità. Il rosé ha un colore rosa cipria o più marcato quando è giovane, l’intensità aromatica tipica del Pinot Nero, con profumi che spaziano dal pompelmo alle spezie, un gusto equilibrato, ampio e lungo, in cui ritrovare la sapidità espressa dalla morfologia tipica del territorio.

Milano e il suo cuore storico-commerciale, qui a Palazzo Serbelloni, hanno fatto da trampolino ad una gamma di prodotti che non hanno ancora un mercato all’altezza delle loro potenzialità: «Milano è un luogo d’elezione - ha dichiarato Giulio Bava, presidente del Consorzio - per il confronto con gli estimatori delle migliori bollicine, italiane e straniere. Con il debutto dell’Alta Langa a Milano vogliamo consolidare e allargare la conoscenza della denominazione nella ristorazione nazionale».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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