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Il territorio nel calice Rigoloccio, eccellenza maremmana

 
15 marzo 2019 | 11:11

Il territorio nel calice Rigoloccio, eccellenza maremmana

15 marzo 2019 | 11:11
 

Dalle colline al mare, la Maremma toscana è un territorio di grandi bellezze naturalistiche. Qui l’arte di far vino vanta più di 3mila anni di storia: già gli Etruschi coltivavano la vite per produrre il nettare di Bacco.

A Gavorrano (Gr), nel cuore del Parco delle Colline Metallifere grossetane, sorge l’azienda vinicola Rigoloccio, che porta il nome di un’antica miniera locale, oggi dismessa. «Ci troviamo in una zona particolarmente ricca di minerali nel sottosuolo e l’attività estrattiva nel corso dei secoli ha contribuito a plasmare il paesaggio e i centri abitati», spiega Eros Dal Lago, general manager della cantina. «Fin dalla sua fondazione, nel 2002, la mission del Rigoloccio è stata quella di creare una grande realtà vinicola e un traino per l’economia locale, proprio come l’antica miniera lo era stata per l’industria mineraria fino agli anni Ottanta».

(Il territorio nel calice Rigoloccio, eccellenza maremmana)

In tutto 23 ettari destinati a vigneti, ma anche sughere maestose e ulivi secolari. Gli impianti si trovano in zona precollinare, compresi fra i 40 e i 100 metri di altezza, che beneficiano dell’effetto mitigante delle brezze marine provenienti dalla vicina Isola d’Elba e dal Golfo di Follonica, oltre che di un costante soleggiamento. Notevole anche l’escursione termica fra notte e giorno, fondamentale per i profumi del vino.

(Il territorio nel calice Rigoloccio, eccellenza maremmana)

Quando si pensa alla Toscana, il primo vitigno che viene alla mente è senza dubbio il Sangiovese, ma al Rigoloccio si è scelto di impiantare varietà bordolesi, sul modello di Bolgheri. Per le barbatelle ci si è affidati all’agronomo Pierre Marie Guillaume, mentre sul versante enologico all’enologo Fabrizio Moltard, tutt’oggi consulente esterno del Rigoloccio, che supervisiona un team di professionisti interni competenti e affiatati. La scelta di utilizzare uve d’Oltralpe si è rivelata vincente, consacrando ben presto il Rigoloccio come una delle realtà più apprezzate dell’Alta Maremma, forte di importanti riconoscimenti della critica italiana e internazionale.

(Il territorio nel calice Rigoloccio, eccellenza maremmana)

«Il nostro fiore all’occhiello - sottolinea Dal Lago - è Abundantia Maremma Toscana Doc, eletto Miglior Merlot d’Italia dal Concorso Mondo Merlot di Aldeno, ma la collezione comprende anche Elegantia Maremma Toscana Doc, emblematico blend di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc affinato in barrique. Tra i rossi simbolo anche Il Sorvegliante, il cui nome è un omaggio agli antichi guardiani delle miniere delle Colline Metallifere, e Fonte dell’Anguillaia, che prende nome da un rigagnolo che scorre lungo la vigna della tenuta. Da citare anche il bianco Mistral, avvolgente Chardonnay vinificato in botti piccole di primo e secondo passaggio».

Per informazioni: www.rigoloccio.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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