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Fiammae, un vino con due anime e un'etichetta che racconta una storia

di Piera Genta
 
24 marzo 2019 | 16:55

Fiammae, un vino con due anime e un'etichetta che racconta una storia

di Piera Genta
24 marzo 2019 | 16:55
 

Si tratta di un Igt Rosso Colli della Toscana centrale 2016. Un vino a tiratura limitata di sole 500 bottiglie e un'etichetta che, con pochi simboli, raccoglie la storia dell’antica dinastia dei Gondi.

Prima annata per il vino dei fratelli Gondi, Lapo e Gerardo, in cui si coniugano due visioni diverse di interpretare il Sangiovese. Quella di Lapo per un vino di carattere, potente ed austero, ricco di profumi terziari e quella di Gerardo sostenitore della freschezza del frutto, dei vini eleganti.

(Fiammae, un vino con due anime e un'etichetta che racconta una storia)

Importante la mediazione del loro enologo, Fabrizio Moltard, che ha saputo fondere le due anime e dare vita a Fiammae. Sangiovese in purezza prodotto con uve raccolte in un unico vigneto della Tenuta Bossi a Pontassieve in Chianti Rufina, situato a un’altitudine di 300 metri. Appassimento di metà delle uve per circa un mese, mentre l’altra metà viene vinificata subito. Fermentazione in barrique e poi affinamento separato in barrique di rovere francese. Per le uve fresche è stato scelto un legno di media tostatura, mentre per quelle appassite si è preferito utilizzare una barrique dalle note più austere e potenti.

Terminati i 18 mesi di affinamento, il vino è assemblato e imbottigliato. La commercializzazione inizia dopo un ulteriore affinamento di 12 mesi in bottiglia. Concentrazione da un lato con le sensazioni setose e dolci della frutta appassita e freschezza dall’altro con note di balsamicità, la sosta in legno non disturba. Equilibrato, una sintesi tra freschezza e volume di bocca con tannino inserito.

(Fiammae, un vino con due anime e un'etichetta che racconta una storia)

La grafica dell’etichetta si ispira al fuoco e raccoglie con pochi simboli la storia dell’antica dinastia dei Gondi, diplomatici e banchieri tra Firenze e Parigi. Le fiamme sono il logo della banca d’affari di Lione che l’architetto e scultore rinascimentale Giuliano da Sangallo volle raffigurare su alcuni bassorilievi lungo lo scalone principale del Palazzo di Firenze, edificato alla fine del 1400 nel cuore della città tra il Duomo e Palazzo Vecchio. Fiamme che vogliono ricordare la passione per la viticoltura dei due fratelli, ereditata dal padre Bernardo; ma anche Fiammetta, il nome della piccola figlia di Gerardo. In basso lo stemma della famiglia, due mazze d’arme a croce di Sant’Andrea per ricordare le origini guerriere. Lo stemma ha dato il nome ad un altro loro vino, il Mazzaferrata prodotto dal 1985.

Per informazioni: www.gondi.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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