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Allegrini guarda all’Oriente Il vino come simbolo d'incontro

 
09 aprile 2019 | 12:12

Allegrini guarda all’Oriente Il vino come simbolo d'incontro

09 aprile 2019 | 12:12
 

Se è vero che il vino italiano punta forte sull’Oriente, Allegrini è perfettamente in linea con questa politica visto che ha incentrato il suo Vinitaly sul tema “L’Occidente incontra l’Oriente”.

Non un’impresa impossibile per l’azienda attiva in Valpolicella, visto che esporta oggi in oltre 80 Paesi nel mondo. E allora ha scelto la contaminazione per raccontarsi nel 2019, con il vino come strumento trasversale che unisce e intreccia popoli, costumi, cucine. L’attenzione si è rivolta quest’anno ai mercati orientali e al Giappone in particolare, come esempio di partnership virtuosa. Mentre i mercati tradizionali, come gli Stati Uniti, vivono un momento di assestamento, Giappone, Corea del Sud, Hong Kong e Singapore dimostrano vitalità e dinamismo ideali per crescere nei prossimi anni.

(Allegrini guarda all’Oriente Il vino come simbolo di incontro)

«Il vino è simbolo di incontro - spiega la presidente Marilisa Allegrini - un incontro che significa molte cose: conoscenza, dialogo, reciprocità, condivisione, armonia. La direzione del nostro sguardo ha raggiunto l’Oriente, con il desiderio di capire e comprendere che cosa accade quando la cultura occidentale incontra la cultura orientale. L’incontro è anche quello con Milano e Identità Golose, con cui ci lega un’importante collaborazione tra eccellenze dell’enogastronomia. L’incontro è poi naturalmente quello con Carlo Cracco, a cui quest’anno abbiamo affidato la cucina di Villa Della Torre per le cene di gala durante Vinitaly. Carlo si occuperà anche dei pranzi che serviremo ai nostri amici e partner allo stand in fiera, dando seguito a una collaborazione già avviata. In un mondo che a volte ci appare divisivo il vino rappresenta valori comuni e suggerisce nuovi rapporti commerciali, ma anche di amicizia. Dobbiamo aprire la mente. Noi che, come imprenditori del vino, abbiamo viaggiato molto, sappiamo che non c’è niente di meglio delle contaminazioni culturali per sviluppare anche il business individuale».

(Allegrini guarda all’Oriente Il vino come simbolo di incontro)
Marilisa Allegrini e Carlo Cracco

E così l’etichetta della limited edition de La Grola, nel 40° anniversario dell’acquisto da parte di Giovanni Allegrini del vigneto icona della Valpolicella, parla giapponese, con la collaborazione dell’artista Hiroyuki Masuyama, che l’ha raccontato osservandolo e fotografandolo per 24 ore consecutive. Il risultato è un’immagine dai contorni sfumati ma sempre riconoscibili.

(Allegrini guarda all’Oriente Il vino come simbolo di incontro)

«Tempo e spazio - spiega Caterina Mastella Allegrini - sono gli elementi base dell’intera opera di Hiroyuki Masuyama, le cui opere saranno in esposizione fino al 13 aprile negli spazi di Studio La Città, a Verona Tutto gravita attorno a questi due concetti. Masuyama affianca e sovrappone il risultato di centinaia di scatti fotografici presi sui luoghi rappresentati, da un punto di vista fisso, in questo caso uno dei luoghi panoramici più spettacolari della Valpolicella».

(Allegrini guarda all’Oriente Il vino come simbolo di incontro)

Dopo Milo Manara, Athos Faccincani, Arthur Duff, Wassily Kandinsky, Nazareno Rodrigues Alves e Leonardo Ulian, la collezione di etichette d’artista de La Grola si arricchisce così di una nuova prestigiosa collaborazione.

Per informazioni: www.allegrini.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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