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Leonardo da Vinci, antesignano cultore della vite e del vino

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
27 settembre 2019 | 18:06

Leonardo da Vinci, antesignano cultore della vite e del vino

di Gabriele Ancona
vicedirettore
27 settembre 2019 | 18:06
 

Nell’ambito delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte, a Milano, alla Villa Necchi Campiglio, è stata focalizzata una tematica poco nota al grande pubblico: l’enologia leonardesca. Una vera passione .

Testimonianza di questa vocazione è la lettera inviata nel 1515 al suo fattore di Fiesole dove vengono riportate osservazioni metodologiche e tecniche di vinificazione, oggi date per assodate, ma che per l’epoca erano pionieristiche, come la massimizzazione della qualità dell’uva, la concimazione della vite con sostanze basiche e l’ottimizzazione della trasformazione enologica attraverso la fermentazione in botti chiuse e frequenti travasi.

150 soci lavorano nella Cooperativa (Leonardo da Vinci, antesignanocultore della vite e del vino)
150 soci lavorano nella Cooperativa

Indicazioni assunte come linee guida dallo staff tecnico, agronomico ed enologico della cantina cooperativa Leonardo da Vinci (150 soci, Gruppo Caviro) per la definizione di un Metodo Leonardo per realizzare, grazie all’utilizzo delle moderne tecniche vitoenologiche, l’obiettivo di Leonardo: ottenere prima uve, quindi vini di eccellente qualità. Un metodo che prende spunto dai suoi scritti sul vino attualizzando i suoi ragionamenti e interpretandone le idee.

«Abbiamo voluto scoprire come pensava il vino - ha ricordato SimonPietro Felice, amministratore delegato della cantina - per riprodurlo oggi. Vogliamo fare un prodotto di cui andrebbe fiero, un vino legato alla terra, che ricordi il frutto di provenienza». “Il divino licore dell’uva”, appunto. Nell’opera di Leonardo, come ha sottolineato Alessandro Vezzosi, direttore a Vinci dei Musei Leonardo, vi sono 100 citazioni a carattere enologico. D’altronde Leonardo ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza a casa del nonno Antonio, tra le vigne. Una quindicina di vendemmie sono state una sua esperienza diretta.

Tutto nasce dalle indicazioni e dallo studio di Leonardo (Leonardo da Vinci, antesignanocultore della vite e del vino)
Tutto nasce dalle indicazioni e dallo studio di Leonardo

Il Metodo Leonardo oggi è capitolato viticolo ed enologico (esclusivo e segreto) della Leonardo da Vinci, che lo condivide con cantine in tutta Italia che si impegnano ad adottarlo. Il meglio della produzione viene poi conferito alla Leonardo Da Vinci per la sua distribuzione.

L’applicazione di questo metodo è raccolto oggi nella produzione di cinque collezioni di vino. Tre sono destinate al settore all’Horeca: Villa Da Vinci, 4 cru toscani provenienti dai vigneti di Villa da Vinci, 1502 Da Vinci in Romagna, linea dedicata alle eccellenze dei tipici vitigni romagnoli, Da Vinci I Capolavori, selezione delle più prestigiose e rappresentative denominazioni enologiche italiane.

Villa Da Vinci propone S.to Ippolito Toscana Igt (Sangiovese, Merlot, Syrah), San Zio Toscana Igt (Sangiovese), Linarius Toscana Igt (Syrah), Streda Toscana Igt (Vermentino). Cinque le referenze per 1502 Da Vinci in Romagna: Uve portate a Cesena, Romagna Doc (Sangiovese passito), Rocca di Cesena, Romagna Doc (Sangiovese Superiore Riserva), Duomo di Faenza, Romagna Doc (Trebbiano), Portocanale di Cesenatico, Rubicone Doc (Rosato Sangiovese), Mappa di Imola Spumante Brut (Pignoletto Doc).

SimonPietro Felice (Leonardo da Vinci, antesignanocultore della vite e del vino)
SimonPietro Felice

Da Vinci I Capolavori, le cui sette etichette sono un viaggio artistico enologico, è una linea composta da Bacco di Leonardo (Amarone della Valpolicella Docg Classico), Ritratto di Musico (Barolo Docg), San Giovanni Battista (Brunello di Montalcino Docg), Gli Angeli (Rosso di Montalcino Doc), Vergine delle Rocce (Chianti Docg e Riserva), Dama con l’Ermellino (Pinot Grigio Rubicone Igt).

Leonardo ha considerato il vino un alimento importante (“Una giusta misura rende l’uomo migliore”), anche in questo settore proiettato al futuro e antesignano del consumo consapevole. Le selezioni della cantina Leonardo da Vinci sono state abbinate alla cucina di Cristina Bowerman (Glass Hostaria, 1 stella Michelin, Roma), che ha voluto proporre «un riflesso di quello che a Leonardo sarebbe potuto piacere». Con gli Gnocchetti, aglio nero, fave e limone candito lo avrebbe fatto felice.

Per informazioni: www.leonardodavinci.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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