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Villa Giustinian, si svela il vino del Castello di Roncade

L’evento è stato organizzato nell’ambito dell’iniziativa “Il dietro le quinte dei grandi vini”. Degustate in anteprima le partite di vino che compongono un taglio bordolese, con autoctoni veneti.

di Liliana Savioli
 
20 gennaio 2020 | 12:42

Villa Giustinian, si svela il vino del Castello di Roncade

L’evento è stato organizzato nell’ambito dell’iniziativa “Il dietro le quinte dei grandi vini”. Degustate in anteprima le partite di vino che compongono un taglio bordolese, con autoctoni veneti.

di Liliana Savioli
20 gennaio 2020 | 12:42
 

Il momento della creazione del “taglio” di un vino, ancora di più se è il vino di punta dell’azienda, è – solitamente – un momento intimo, di raccoglimento, quasi segreto. Certi enologi non direbbero le percentuali dei vitigni dei loro assemblaggi neanche alle loro mamme.

Il Castello di Roncade (Villa Giustinian, si svela il vino del Castello di Roncade)

Il Castello di Roncade

Non è dello stesso parere Umberto Trombelli, enologo di fama internazionale del Castello di Roncade, di proprietà della famiglia del barone Vincenzo Ciani Bassetti, che ha creato un evento per appassionati, opinionisti, giornalisti ed addetti ai lavori per la creazione in diretta del vino di riferimento del Castello, Villa Giustinian. L’incontro, di grande valore culturale, ha permesso agli ospiti di degustare in anteprima le partite di vino che compongono un “Taglio bordolese” personalizzato con autoctoni veneti.

Le botti in cui riposa il vino Villa Giustinian (Villa Giustinian, si svela il vino del Castello di Roncade)
Le botti in cui riposa il vino Villa Giustinian

«Degustare assieme le partite di vino che compongono un “Taglio bordolese” – spiega l’enologo Umberto Trombelli – tra Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Carmenère, Raboso e, tra loro, campioni di barriques, tonneaux, botticelle e botti grandi, ha rappresentato un grande momento di confronto sul mondo del vino, sul vino di Roncade, sull’arte di fare il vino e sull’enologia. Un aspetto enologico che molti non conoscono, soprattutto quando si tratta di mettere le tessere al loro posto facendolo con vini “grezzi”, non puliti, semplicemente prelevati dalla botte. Ecco allora partire la seconda edizione di “Il dietro le quinte dei grandi vini”.

«La prima edizione è stata senza alcun dubbio – spiega il barone Claudio Ciani Bassetti – una grande occasione per tutti i partecipanti ed ha rappresentato un momento d’incontro e di confronto. La seconda edizione ha svelato il risultato della prima e si è ripetuta l’esperienza alla presenza di un pubblico di tutto rispetto per la scena italiana e internazionale nel mondo del vino». Come sarà il nuovo Villa Giustinian 2018? Presto per dirlo però intanto possiamo raccontare la verticale delle annate precedenti

Il vino rosso del Castello (Villa Giustinian, si svela il vino del Castello di Roncade)
Il vino rosso del Castello


Annata 2017
Un vino croccante con sentori di pepe fresco, sfalcio verde e un tono di balsamico. Pieno e fresco tannini precisi, elementi costruttivi e stilistici molto attenti e armonici. Non sembra un taglio bordolese con una grande bevibilità. Decisamente un vino molto moderno.

Annata 2015
Inizia con un’importante parte tostata, gomma bruciata, poi fanno capolino le note agrumate e di surmaturazione, arriva in un secondo momento la parte balsamica ed elegante. È tutto un saliscendi tra dolce e salato. Bocca verticale e scattante, e piccante che si fa ricordare. Un vino muscoloso.

Annata 2013
Il più seducente con la sua freschezza vispa e territoriale. Linea perfetta di evoluzione, dove il balsamico impera ma con una frutta in confettura ammiccante e, sotto sotto, il floreale fa capolino. Vino teso, fresco, con tannini cesellati. Grande personalità.

Annata 1995
 24 anni di sapienza ed esperienza. Ha raggiunto l'apice, il tabacco si fa importante. Un grande nobile. Ancora croccante e teso e nerboruto.

Il tutto si è svolto nella splendida cornice - sì, questa volta lo possiamo proprio dire - del Castello di Roncade. È un maestoso complesso rinascimentale, nonché l’unica villa veneta pre-palladiana cinta da mura in cui è ancora presente la tradizione agricola veneta – nello specifico, la produzione di vini. Datata 1508 costruita dai Badoer Giustiniani. Un finto castello perché Venezia non permetteva la costruzione di castelli in quel di Roncade, paese dove venivano lavati i panni di Venezia dato che non si potevano lavare in Venezia. Nel ‘400 il Doge emise un decreto in cui vietava tale pratica domestica, dove era previsto l’utilizzo della cenere, per evitare l’impatto ambientale. A quel tempo l’amministrazione era veramente ecologista.

Splendida la villa con le sue sale, i soffitti alti 5 metri, i pavimenti in battuto veneziano, le sue mura e le torri, gli stupendi cedri del libano di oltre 300 anni, la chiesetta, le cantine, le barchesse. Di tutto questo si può ampiamente godere vista la possibilità di soggiornale nel maniero che, udite udite, è in parte un Bed and Breakfast. Senza dimenticare di degustare gli ottimi vini prodotti dal Castello di Roncade.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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