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Trebbiano e Sagrantino Vini umbri si svelano a Roma

Presentate le nuove annate dei due autoctoni (il bianco spoletino e il rosso di Montefalco) di Antonelli San Marco. Appuntamento con l'Anteprima del Sagrantino il 24 e 25 febbraio.

di Mariella Morosi
 
11 febbraio 2020 | 09:56

Trebbiano e Sagrantino Vini umbri si svelano a Roma

Presentate le nuove annate dei due autoctoni (il bianco spoletino e il rosso di Montefalco) di Antonelli San Marco. Appuntamento con l'Anteprima del Sagrantino il 24 e 25 febbraio.

di Mariella Morosi
11 febbraio 2020 | 09:56
 

Trebbiano Spoletino e Montefalco Sagrantino: uno a bacca bianca e l'altro a bacca rossa, vitigni autoctoni della terra umbra tanto diversi. Eppure a unirli è una comune storia antica e alcuni tratti del dna che hanno la capacità di dare vini di grande carattere, complessità, capacità evolutiva e quindi longevità. Una caratteristica, questa, frutto di incroci, nel tempo, con altre varietà locali.

I vini della Cantina Antonelli San Marco (Trebbiano e Sangrantino Vini umbri si svelano a Roma)

I vini della Cantina Antonelli San Marco


Nella valle spoletina fino a Montefalco il Trebbiano era coltivato tradizionalmente in altezza o, come si diceva, “maritato” agli aceri e agli olmi.  Si tratta di una varietà che in realtà è molto diverso dal ben più famoso Trebbiano toscano ma che regala vini inconfondibili per l'accentuato carattere aromatico e per la spiccata acidità. Dal dicembre scorso la Doc Spoleto in cui rientra è tutelata dal Consorzio Vini Montefalco, chiudendo così una certa divergenza campanilistica tra i Comuni di produzione perché in comune col blasonato Sagrantino.

Filippo Antonelli (Trebbiano e Sangrantino Vini umbri si svelano a Roma)

Filippo Antonelli


Una degustazione delle diverse espressioni dei due vitigni, frutto dello stesso territorio e prodotti dalla Cantina Antonelli San Marco, si è svolta a Roma, condotta dal giornalista Fabio Turchetti. A raccontarne la storia, le caratteristiche e il processo produttivo, sono stati il titolare della cantina, Filippo Antonelli, che è anche presidente del Consorzio, il consulente enologo Paolo Salvi, e Massimiliano Caburazzi, l'enologo di cantina. Tutti i vigneti sono a conduzione biologica certificata dal 2012.

Per il Trebbiano Spoletino, che da alcuni anni ha suscitato un nuovo interesse e di cui è stata ampliata la superficie vitata, sono state presentate tre etichette della vendemmia 2018: le due Doc Spoleto, la versione più classica, fruttato e di grande equilibrio che proviene da viti datate, fermentato e affinato in botte grande e l'Anteprima Tonda. Si chiama così perché è una sperimentazione del nuovo cru Vigna Tonda, un vigneto di due ettari. È un vino particolarmente complesso, macerato sulle bucce per molti mesi in anfore di terracotta toscane, in ceramica di Albissola o in cemento non vetrificato per garantire lo scambio di ossigeno.

Un momento della degustazione romana (Trebbiano e Sangrantino Vini umbri si svelano a Roma)

Un momento della degustazione romana


I lieviti sono rigorosamente indigeni. Il profilo olfattivo ha dimostrato una grande intensità. Per l'Umbria Igt, all'intenso profilo olfattivo e dalle note fruttate floreali, la macerazione è a freddo e la fermentazione in botti di rovere. Al via poi la degustazione dei Sagrantini, in attesa dell'"Anteprima Sagrantino" promosso dal Consorzio che si svolgerà a Montefalco (Pg) il 24 e25 febbraio. Il Montefalco Sagrantino Docg 2015 è stato messo in comparazione all’annata 1998 per valutarne l’evoluzione nel tempo- A seguire i due cru di Sagrantino Chiusa di Pannone 2015, da un vigneto di 2,7 ettari impiantato nel 1995 che riposa in botti di rovere per 40 mesi, e la prima annata del Molino dell’Attone 2015 prodotto con le uve di una piccola vigna di Gualdo Cattaneo acquistata nel 2018, ma in gestione già da qualche anno.

Una piacevole scoperta è stata infine l'eleganza e la complessità del Sangrantino Montefalco del 1998. «Il Sagrantino di oggi non è quello di 20 anni fa - ha detto Filippo Antonelli - perché il successo di questo vino, storicamente prodotto in versione passito, aveva portato a incrementare gli impianti. Le vigne erano giovani e i produttori hanno dovuto imparare a conoscerne gli equilibri e impostare il processo di vinificazione».

La Doc Sagrantino, riconosciuta nel 1979 e Docg dal 1992, può  essere prodotta solo in 5 comuni: Montefalco, Bevagna, Giano dell'Umbria, Gualdo Cattaneo e Castel Ritardi. Altre due novità - presentate al banco d’assaggio con varie etichette sia della cantina umbra che di Castello di Torre in Pietra, alle porte della Capitale - sono state il Roma Rosso Riserva 2017 e il nuovo Vermouth versione Dry di Antica Torino, frutto un’iniziativa che il produttore ha avviato già nel 2016 insieme al socio Vittorio Zoppi. La versione Dry è la terza etichetta a marchio Antica Torino, dopo il primo Vermouth rosso e l’Amaro della Sacra. Tra le 13 spezie e botaniche utilizzate per il Dry assenzi, achillea moscata, centaurea, salvia, cardo e issopo. L'azienda di Filippo Antonelli, alla quarta generazione di vignaioli, si estende per 175 ettari, di cui 50 vitati, in un unico corpo, nel centro della zona Docg di Montefalco. Altri 10 ettari sono coltivati ad oliveto.

La cantina è del tutto interrata, progettata per il minimo impatto ambientale. L'azienda offre anche ospitalità agrituristica e c'è anche la Scuola di Cucina in Cantina con corsi sulla tradizione umbra e con prodotti rigorosamente locali. Fa capo alla proprietà anche la Cantina Castello di Torre in Pietra di Fiumicino (RM), anch'essa a conduzione biologica. È nella zona della Doc Roma e dell'Igt Costa Etrusco Romana e comprende 150 ettari di cui 50 vitati e il resto coltivati a oliveto e a semitativo. L’evento romano è stato anche l’occasione per presentare in anteprima i prodotti del Biodistretto Etrusco Romano, di recente costituito e di cui la cantina Castello di Torre in Pietra è tra i fondatori.

Si tratta dell'unione tra sei aziende agricole biologiche dei comuni di Fiumicino e Cerveteri, specializzate in orticoltura, foraggio zootecnico, allevamento di bovini e trasformazione del latte. Il vasto territorio comprende la Riserva Naturale Statale del litorale romano. L'obiettivo è la valorizzazione del patrimonio agroalimentare di qualità e dei beni ambientali e integrando le attività agricole locali.

Per informazioni:
www.antonellisanmarco.it
www.biodistrettoetruscoromano.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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