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Alleanza strategica per il vino rosato Patto di intenti per cinque consorzi

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
27 aprile 2018 | 18:30

Alleanza strategica per il vino rosato Patto di intenti per cinque consorzi

di Gabriele Ancona
vicedirettore
27 aprile 2018 | 18:30
 

Vinitaly è stato anche il palcoscenico della prima uscita ufficiale del nuovo soggetto costituito da cinque consorzi italiani di tutela del vino rosato. Solo due giorni dopo la sottoscrizione del patto di intenti.

Un’unione, con la regia dell’associazione del Negroamaro deGusto Salento, che vuole sancire l’alleanza sui rosati tra i Consorzi di Tutela Chiaretto di Bardolino, Valtènesi Chiaretto, Cerasuolo d’Abruzzo, Castel del Monte Rosato e Salice Salentino. Un patto d’azione strategico che ha l’obiettivo di unire l’Italia dal nord al sud nel segno del rosato. E “Rosato, prospettive di incontri” è stato il tema della conferenza che si è svolta il 16 aprile presso l’area istituzionale della regione Puglia.

(Cinque consorzi da quattro regioni Alleanza strategica per il vino rosato)

L’appuntamento, moderato da Francesco Muci, responsabile di Slow Wine Puglia, ha visto la partecipazione di Leonardo Di Gioia, assessore alle Politiche agricole e forestali Regione Puglia, Carlo Alberto Panont, direttore del Consorzio Valtènesi, Damiano Reale, presidente del Consorzio Doc Salice Salentino, Angelo Peretti, direttore del Consorzio Moniga del Garda, Ilaria Donateo, presidente di deGusto Salento, Davide Acerra e Sebastiano De Corato, in rappresentanza rispettivamente del Consorzio Cerasuolo d’Abruzzo e del Consorzio Docg di Castel del Monte.

«Il percorso che stiamo affrontando parte dalla vigna, dove nasce l’uva a bacca nera per la produzione dei rosati, vini “corporate” legati all’economia aziendale», ha ricordato Alberto Panont, a cui ha fatto seguito l’ammonimento di Angelo Peretti. «Il consumo del rosato nel nostro Paese è in calo - ha sottolineato - in controtendenza rispetto al quanto succede nel resto del mondo. È anche una questione culturale, perché non abbiamo saputo spiegare che il rosé è un vino tenacemente identitario. Il risultato è che in Italia non si è sviluppata l’attitudine a pensare il vino in rosa». In sintonia Davide Acerra e Damiano Reale: «La parola magica è stare insieme. L’unione di cinque consorzi in quattro regioni si fa sistema per uscire dall’opacità e trasmettere il valore e la particolarità del rosato sui mercati».

(Cinque consorzi da quattro regioni Alleanza strategica per il vino rosato)

«Questa alleanza rappresenta una grande sfida nella quale la nostra associazione ha sempre creduto - ha puntualizzato Ilaria Donateo - e che finalmente diventa un progetto condiviso con un taglio sicuramente promozionale, ma anche culturale. I dati diffusi da Nielsen ci dicono che negli Stati Uniti i rosati hanno segnato un +53% di vendite e che in valore assoluto hanno superato la vendita dei vini fermi. Bene, da qui partiamo per sviluppare un progetto che ci vede uniti per la valorizzazione del vino rosato autoctono italiano».

Concetti ribaditi dall’assessore Di Gioia, che ha ricordato che intensificare le relazioni tra i vari consorzi per sviluppare un’efficace promozione del rosato si rivela anche un’eccellente piattaforma per mettere in primo piano tutto il nostro universo agroalimentare.

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